Sebastiano

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Sono passati all'incirca sette mesi da quando ho ricevuto la telefonata dall'ospedale quella notte. Sette mesi da quel giorno che ha rivoluzionato il mio vivere, perché oggi posso affermare con certezza che la mia vita si divide in un prima e un da dopo Ale. Il mio prima era formato da uscite in compagnia, sesso senza controllo e lavoro, mentre ora litigo per quale film guardare, faccio ancora sesso, anche se solo con lui, e lavoro sempre anche se forse un po' più di prima.

Inizialmente pensavo che questo cambiamento alla lunga mi avrebbe infastidito, invece mi ha fatto scoprire un lato di me che non ero ancora riuscito a conoscere. Avere Alessio in giro per casa mi ha fatto capire che quella stabilità che un tempo reputavo una catena al piede, mi ha portato gioia e l'aver iniziato a condividere la mia vita con lui mi ha reso più sicuro di me stesso.

Dopo quella prima volta assieme, l'imbarazzo aveva frenato alcuni miei gesti nella nostra quotidianità, ma quando mi accorsi che per lui non era cambiato niente, tornai ad essere di nuovo il ragazzo che lo aveva portato a casa e le notti di sesso tra di noi aumentarono. Ogni volta sempre meglio e ogni volta sempre meno impacciate. Alessio è perfetto in tutto ed è un amante pazzesco e veder crescere la sua autostima sotto i miei occhi, rendendolo sempre più sicuro nel suo corpo mi ha reso orgoglioso di lui.

E se all'inizio era solo lui a cercarmi perché io avevo paura di come potesse reagire, ora che lo vedo stare sempre meglio, le volte che io cerco lui sono le stesse che lui cerca me. È come se ci fossimo messi d'accordo, una volta vado io e l'altra tocca a lui.

Molte volte, quando lo vedo assorto nei suoi libri con le labbra un po' arricciate per la concentrazione, mi provoca un desiderio ingestibile. Allora mi alzo, lo prendo per mano e lo trascino in camera, sua ignorando le sue innumerevoli proteste perché prima deve finire quel capitolo. Ma tanto lo sa che non lo ascolto e a meno che non mi imponga un no secco, non mollo le mie intenzioni.

L'unica cosa che ha deciso, o meglio che mi ha imposto, è che mai, per nessuna ragione, avremmo dovuto farlo in camera mia sul mio letto e quando gli ho chiesto spiegazioni al riguardo, lui mi ha detto semplicemente che un giorno lo capirò da solo e che magari lo ringrazierò. Ovviamente non ho avuto nulla da obiettare visto che comunque rimaneva gran parte della casa disponibile e devo dire che entrambi siamo stati piuttosto bravi nell'usare la nostra fantasia.

Il giorno che l'hanno dimesso dall'ospedale e mi ha seguito a casa, ho avuto paura. Un sacco di paure a dir la verità, dalle più tragiche, tipo la paura che non stesse ancora bene, paura che avrebbe potuto avere un crollo emotivo, paura che fosse talmente disperato da togliersi la vita, alle più banali, come la paura che non volesse stare in casa con me, un estraneo, paura che non gli piacesse la casa o il quartiere, paura che fosse un rompiscatole all'ennesima potenza o che fosse noioso da morire.

Ma la realtà è stata diversa perché non si è rivelato niente di tutto quello che avevo pensato. È un ragazzo semplice e adorabile, bello e simpatico. Ha due occhi color miele che quando ti guardano riuscirebbero a farti fare tutto quello che vuole, ma lui, della potenza che hanno, non se ne rende nemmeno conto. Ed è meglio così almeno per me, altrimenti sarei rovinato!

Le cose che di lui mi hanno stupito di più sono la sua determinazione e quanto crede in ciò che fa. Sapere che era iscritto all'università, ma che l'aveva accantonata, mi ha mandato fuori di testa, ma non tanto perché ci avesse rinunciato, ma bensì perché quando me ne parlava aveva quello sguardo sognante di una persona che già si vedeva con il camice addosso e lo stetoscopio attorno al collo. Mi ha fatto incazzare perché lui, quella cosa, la voleva e gli era stata tolta.

Ora in giro per casa, in qualunque stanza io entri, ci sono libri di medicina e post-it colorati attaccati su tutte le superfici con dei piccoli appunti. Solitamente riportano le cose che non riescono a entrargli in testa e dice che leggerle nei vari momenti della giornata, quelli più impensabili, lo aiuta a imprimersele nella mente.

Una volta ne aveva attaccato uno sulla testata del suo letto e si è messo a leggerlo ad alta voce mentre stavamo facendo sesso. Sono scoppiato a ridere, non credevo che lo avrebbe mai fatto e invece ecco che lo fa.

Io quasi al culmine e lui là a leggere. Si è giustificato dicendomi che non era giusto che venissi prima io di lui e quello era un buon modo per rallentare il mio piacere.

Ale ha sempre saputo del mio lavoro in libreria, mentre di quello notturno gliene ho parlato solo quando abbiamo iniziato a condividere il letto. Non sapevo come avrebbe reagito, credevo che lo avrebbe turbato e che avrebbe iniziato a guardarmi in maniera diversa, eppure è riuscito ad accettarlo senza nessun giudizio. Potrei benissimo smettere dato che la casa in cui vivo è un regalo dei miei nonni, assieme a un generoso conto in banca, ma anche se potrei starmene tutto il giorno a grattarmi la pancia, credo che mi annoierei a morte ed è per questo che mi sono trovato il lavoro in libreria, mentre il secondo lavoro viene da una delle mie passioni.

Ed è grazie al mio secondo lavoro che sto pensando di affittare un appartamento per lui, magari vicino all'università in modo che sia più comodo arrivarci e per non distoglierlo da quello che diventerà il suo futuro. Tra un mese ricomincerà a frequentare le lezioni e non voglio vederlo mentre fa le corse tra una lezione e l'altra per tornare anche a casa a prepararmi il pranzo e la cena per sdebitarsi dell'aiuto che gli sto offrendo, perché se lo sto facendo vuol dire che lo voglio fare, altrimenti non mi sarei mai proposto e dato che economicamente posso permettermelo, non vedo perché negarglielo. L'unica cosa che spero, è che non lo veda come un modo per buttarlo fuori di casa.

In quella prima settimana in ospedale è riuscito a conquistarmi come non c'era mai riuscito nessuno e ora il senso di protezione e il mio volerlo vedere sempre felice, sono lo scopo della mia giornata.

Vederlo uscire da questa casa per andare a vivere da solo, sarà dura anche per me e non solo per lui.

Affezionarmi a lui è stato molto facile, lui lo ha reso facile perché si fa voler bene con niente. L'unico problema è che ha messo in chiaro subito il suo punto di vista su questa faccenda.

Non posso innamorarmi di lui.

Quando me lo ha detto, la prima volta che abbiamo fatto sesso, gli ho risposto di stare tranquillo, che con me non avrebbe corso quel rischio perché non mi interessava il lato romantico in una relazione.

Oggi però non sono più così sicuro come quella prima sera.

Resta il fatto che gli ho fatto una promessa e non intendo per nulla al mondo romperla.

Così lo guardo da lontano e cerco di convincermi che, trovargli un appartamento, è solo per il suo bene e che non c'entri niente con me. Che non lo mando via perché ho paura che tenerlo così vicino alla mia vita, possa farmi male.

Ogni giorno soffoco le emozioni che provo nei suoi confronti per fare in modo che continui a sentirsi a suo agio e, se anche so che continuare ad andare a letto con lui non è un bene per la mia sanità mentale e per il mio cuore, non voglio ancora rinunciarci.

E fino a quando lui me lo permetterà o fino a quando non entreranno nella nostra vita altri fattori esterni che ce lo impediranno, lui per me sarà l'unico con cui dividerò la mia vita.

L'incrocio dei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora