Alvise

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Sembrano così lontani quei giorni dove tutto attorno a me era ricoperto dal velo nero del lutto e il mio umore era cupo come la notte, di quando passavo le mie giornate chiuso in camera in assoluto silenzio disteso sul letto cercando di fermare la mia mente portandola a pensare al nulla totale. Ricordo anche che un giorno sono uscito per andare al negozio dietro casa dove ho comprato una bottiglia di vodka. L'ho bevuta tutta un sorso alla volta, ma è solo quando la mia mente ha iniziato a diventare troppo offuscata riportandomi alla mente ricordi che non volevo rievocare, che mi sono pentito di quel gesto stupido. Perché in quel momento non avevo bisogno di rivivere i pomeriggi passati assieme a Luca, non avevo bisogno di riprovare le emozioni che mi regalava. Così sono corso in bagno, mi sono messo due dita in gola e ho buttato fuori anche l'anima. Bere era stata una pessima idea. Pensavo mi avrebbe aiutato a spegnere ogni mia emozione e invece aveva solo riportato alla memoria cose con cui non volevo più avere a che fare. Cose per le quali non ero ancora pronto.

Oggi invece la realtà è cambiata perché ci sono momenti in cui in quei ricordi mi ci perdo. Alle volte con il sorriso sulle labbra, altre volte con tristezza. Ma alla fine, che io sia più o meno felice, la mia giornata continua e va avanti con la consapevolezza che ora al mio fianco ho Sebastiano che mi aiuta ad affrontare tutte le sfide che mi pone la vita.

Goccia dopo goccia è riuscito dove io stesso mi ero rifiutato di guarire, tirandomi fuori nuovamente la voglia di esserci a questo mondo lasciando a me la scelta finale.

Dopo la nostra prima uscita infrasettimanale, ce ne sono state altre alle quali ognuna corrispondeva a una notte in più che trascorrevo a casa sua.

Poco a poco dentro il suo armadio hanno iniziato a esserci anche i miei vestiti, sul mobile del bagno uno spazzolino, nella credenza in cucina sono comparsi cereali e nel frigo ora c'è sempre del latte.

Ogni volta che entro in quella casa, inconsapevolmente aggiungo un pezzo di me. E ora sotto quel tetto è come se ci abitassero tre persone, perché Ale, sebbene abbia una casa sua, mi sono reso conto ben presto che gira ancora per quelle quattro mura come se ci abitasse tutt'ora.

Un sabato di ritorno da scuola, mentre infilavo la chiave nella toppa, avevo sentito della musica uscire da sotto la porta. Credevo fosse il mio ragazzo, ma quando mi sono affacciato sull'open space davanti al mio sguardo sorpreso ho trovato Ale con solo un asciugamano legato attorno alla vita a coprirlo. Si stava preparando il pranzo e quando ha sentito la porta aprirsi non ha fatto una piega nello scoprire che ero io e non il suo migliore amico.

Sono rimasto a fissarlo un po' esterrefatto e un po' basito per quello che i miei occhi si sono ritrovati a fissare senza nemmeno volerlo ed è solo quando mi ha suggerito di chiudere la bocca e di asciugarmi le bave che mi sono dato una svegliata.

Maledetto.

Gli ho chiesto per quale motivo celasse il suo corpo sotto abiti che erano almeno una taglia più grande e quando mi ha risposto che non voleva attirare la gente sbagliata, non ho voluto indagare oltre perché quella sua risposta nascondeva un dolore che non voleva rammentare.

Quel giorno è stata la prima volta che abbiamo pranzato assieme e sebbene l'imbarazzo iniziale di essere stato beccato a guardarlo e qualche dubbio precedente sul suo essere l'ex di Seba, sono stato bene. È un ragazzo che nasconde la sua timidezza con la sua esuberanza, ma quando inizia ad aprirsi ti accorgi che è molto diverso da come appare. Ho avuto modo di conoscerlo meglio e se devo essere onesto mi sono trovato stranamente bene e a mio agio con lui, come se in uno strano modo ci capissimo a vicenda, sapendo fin dove potevamo spingerci l'uno con l'altro.

Una volta finito di pranzare ci siamo buttati in divano per guardare un film o per meglio dire, lui lo ha guardato mentre io sono crollato. Ho preso sonno e non mi sono nemmeno accorto di essermi accoccolato a lui come sono solito fare con Seba.

Lui è stato dolcissimo e mi ha lasciato dormire senza proferire parola.

Quando è arrivato Sebastiano, Ale mi ha svegliato passando la sua mano tra i miei capelli e quando ho aperto gli occhi trovandomi davanti lo stesso ragazzo sul quale pensavo di essermi addormentato, mi ha messo in imbarazzo per la seconda volta quel giorno. Ho chiesto scusa mille volte ad Ale e lui non ha fatto altro che prendermi in giro battezzandomi Principessa, Princi per fare prima.

E ora ogni volta che mi vede mi saluta così.

A scuola da quando Mattia si è fatto avanti ho iniziato finalmente a sentirmi a mio agio anche lì. Mi ha fatto notare che gli sguardi che sentivo addosso e che pensavo fossero di accusa, non erano altro che di dispiacere. E anche se è vero che la cerchia di amici che avevo prima era dovuta alla popolarità di Luca, forse a qualcuno avrebbe fatto piacere avermi ancora come amico dopo l'incidente se solo io non mi fossi chiuso in me stesso escludendo tutti gli altri dal mio mondo.

Dalla prima volta che si è seduto al mio tavolo abbiamo pranzato assieme un altro paio di volte prima che decidesse che era giunta l'ora di sedermi al tavolo con i suoi amici. Mi hanno accolto a braccia aperte e mi sono stupito non poco quando ho saputo che tre dei sette ragazzi a quel tavolo erano gay. E io che pensavo di essere l'unico.

Così la mia vita, giorno dopo giorno, sta andando avanti.

La rubrica del telefono si è riempita nuovamente e ormai mi capita di rado di chiamare il numero di Luca per sentire la sua voce registrata in segreteria, preferendo di gran lunga avere una vera conversazione con Seba, Ale o Mattia.

A Sebastiano ho parlato di Mattia fin dalla prima volta che si è presentato quel giorno in mensa e ho visto nel suo sguardo accendersi la luce della felicità nel sapere che finalmente avessi qualcuno su cui poter contare anche a scuola. Inutile dire che mi ha chiesto di volerlo conoscere e quando ho ammesso che in verità lo conosceva già perché era lo stesso ragazzo che al Limbo mi aveva suggerito il suo nome, è rimasto prima spiazzato e poi ha detto che avrebbe dovuto ringraziarlo di cuore per avermi mandato da lui quel giorno.

Una sera mentre io ero in pista a provare e riprovare una coreografia, mi sono accorto di due persone sedute vicine che parlavano. Le uniche due in tutto il palazzetto data l'ora tarda della sera. Sapevo per certo che una delle due persone sugli spalti era Mattia perché mi aveva mandato un messaggio nel pomeriggio per dirmi che sarebbe passato a guardarmi come faceva sempre una volta, ma non mi sarei mai aspettato di vedere seduto accanto a lui Sebastiano.

Ho continuato a pattinare, lasciandoli da soli, qualsiasi cosa avessero da dirsi e quando ho guardato nuovamente verso dove erano seduti, ho trovato solo Mattia. Così mi sono fermato e sono andato verso di lui pensando di essermi immaginato tutto e invece Seba era passato sul serio, solo che si era fermato solo per pochi minuti.

Ovviamente era andato a lavoro.

Mia mamma ha finalmente smesso di fare i doppi turni riprendendo come era solita una volta a passare più tempo con me e a cucinare qualsiasi cosa abbia voglia di mangiare. Ha ricominciato a chiamarmi tesoro ed è tornata ad avere anche lei il sorriso sulle labbra. È anche capitato che Seba venisse a cena a casa nostra e mia mamma è sempre più entusiasta dell'effetto positivo che ha su di me.

Anche con Stella i rapporti stanno tornando come erano una volta e mi rendo sempre più conto di aver buttato via oltre che un anno della mia vita, anche uno della sua. Non so come potrò mai farmi perdonare per questo, ma mi auguro che un giorno possa perdonarmi per tutto il dolore che le ho causato.

Più volte ho provato a pensare a me come a una cosa, a paragonarmi a qualcosa, fino a giungere alla conclusione che potrei essere messo a confronto con un quadro. Uno di quei quadri antichi non perché prezioso, ma perché bisognoso di cure e restauro.

Sarei una tela di cotone con una tessitura molto stretta che ha subito i danni del tempo e dell'umidità, la quale richiederebbe l'attenzione di un restauratore che sia molto cauto a preservare attraverso una velinatura quello che ancora si può salvare del dipinto, per poi continuare con il fissaggio della pittura prima di effettuare una pulitura per poter riportare alla luce quello che si nasconde sotto.

Io sono esattamente così.

Perché sotto la superficie sporca nascondo un vero tesoro.

E avevo solo bisogno che qualcuno si accorgesse delle mie potenzialità.

L'incrocio dei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora