Alvise

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Sono ancora tra le sue braccia e ci stiamo ancora baciando quando riceve un'altra telefonata.

Con un'altra suoneria.

Lo sento sospirare sulle mie labbra per poi prendere nuovamente il telefono e rispondere.

Mi guarda e mi sorride mentre le punte delle sue dita percorrono il mio viso, per poi scendere e accarezzare il mio collo, lasciandomi una scia di brividi che mi fanno desiderare qualcosa di più di semplici baci.

Lui sembra non accorgersi dei sentimenti che mi sta scatenando e continua ad accarezzarmi lievemente mentre continua la sua conversazione.

Stare tra le sue braccia, mi fa sentire al sicuro. Mi fa stare bene come non succedeva da molto tempo.

Sentire il profumo di agrumi mi rilassa, perché è come se lo respirassi. Dopo tanto posso dire di aver trovato un'altra persona che considero casa e la facilità con la quale l'ho accettato, mi lascia sia sorpreso che entusiasta. Dopo molto tempo il dolore che affliggeva la mia anima si è un po' ammorbidito e questo mi permette di respirare senza dover entrare di nuovo in crisi.

Non so cosa sia cambiato da ieri sera a oggi, ma quella morsa che teneva imprigionata i miei ventuno grammi, oggi sembra più allentata.

Forse essere riuscito finalmente a sfogare tutte le mie lacrime con qualcuno che mi teneva stretto, al sicuro e mi sussurrava parole dolci all'orecchio, che mi diceva che tutto si sarebbe sistemato e che tutto sarebbe tornato al suo posto, mi ha aiutato a ritrovare quella sicurezza che era sepolta sotto cumuli di letame dentro il mio corpo.

Da oggi andrà ogni giorno sempre meglio.

Ho bisogno di credere in questo.

Mentre ci baciavamo ho sentito la sua erezione premere contro il mio corpo, ma non ha accennato a volersi spingere oltre i baci. Probabilmente memore di quello che è successo ieri sera, non voleva ritrovarsi nella medesima situazione. Ogni volta che sono con lui piango, ma è colpa sua perché è lui che fa uscire tutte le mie emozioni.

Libero la mente dai miei pensieri e torno a concentrarmi su quello che sta facendo e mentre alzo la testa per guardarlo, lo sento dire a chiunque sia al telefono con lui, che questa sera deve lavorare, poi abbassa lo sguardo e mi fa l'occhiolino. Sorrido.

Continuo a osservarlo. Mi piace poter stare qua a fissarlo. Guardare i suoi occhi di quel colore particolare coperti per metà dai suoi capelli. Allungo una mano per scostarglieli, lo accarezzo. Passando la mano sulla sua guancia, lui gira il viso e adagia le sue labbra sul mio palmo, dandomi un bacio leggero, mentre ascolta quello che gli stanno dicendo. Questo è un altro gesto che ha il sapore di casa.

Dolce e intimo.

Sorrido ancora, mentre un altro raggio di sole raggiunge il mio cuore per illuminarlo.

Lo sento salutare e un attimo dopo è tornato a intrappolare le mie labbra tra le sue.

"Meno male che Ale lavora oggi pomeriggio, altrimenti rischiavo di essere chiamato anche da lui!".

"Pensavo fosse lui!".

"No, era un'amica! Che vuole conoscerti!".

Se questa persona vuole già conoscermi, vuol dire che Sebastiano, oltre ad avergliene parlato, mi ritiene importante per lui.

E io sono nuovamente felice.

"Ora è meglio se mangiamo qualcosa!".

Mi trascina in cucina prendendomi per mano come ho fatto io prima per fermarlo.

L'incrocio dei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora