Cambio di programma.
Di solito Brian li odiava, i cambi di programma.
Ma questo in particolare andava molto in suo favore.
Erano tutti seduti dentro il vagone del treno merci, ammassati in mezzo alle casse di legname, a respirare aria impregnata di resina di pino. L'unica luce presente entrava dagli spifferi nel soffitto del vagone, unita alla lieve fosforescenza del corpo di Ben, resosi immateriale per poter ficcare il naso fra la merce.
Il canticchiare stonato di Jeff era l'unico suono udibile al di fuori delle ruote del treno. Un'idea sua, quella di infiltrarsi in un vagone merci.
-Hey Ben, perché non vai a vedere anche gli altri vagoni? Sono sicuro che puoi trovare qualcosa di più interessante- lo chiamò Toby, ed anche se il suo volto era coperto dalla sciarpa e dagli occhiali, Ben capì che gli stava sorridendo.
-Non voglio lasciarvi soli... questa storia non mi piace, ho paura che verremo scoperti. Jeff, sei sicuro di averlo fatto altre volte?-
-L'ho fatto per anni, amico, rilassati. Ancora un paio d'ore, e saremo nella tua città natale, promesso.-
Ben sentì un formicolio alle mani, e la sua bocca si storse in una smorfia.
Era a lui che quel cambio di programma stava scomodo.
Invece di andare a cercare Masky nella prima dimensione, come avevano concordato con Jack la sera prima, adesso si trovavano nella terza, in direzione della vecchia casa di Ben.
-Ben, sei sicuro di non ricordarti nient'altro di questa ragazza?- gli chiese Brian, con il passamontagna che gli lasciava scoperti bocca e naso. Doveva essere difficile respirare sotto quel tessuto pesante, pensò il fantasma.
-No, ve l'ho già detto. Sono passati dieci anni, e da allora non ho avuto più contatti coi Figli della Luna. Ho bisogno del mio computer, e prego con tutto me stesso che mia madre non se ne sia sbarazzata.-
-Spero che questo viaggio della speranza ci porti almeno delle risposte- disse Toby.
Risposte. Sì, non c'era altro che Ben desiderasse, e sperava di riuscire a trovarle nella sua vecchia casa. Aveva bisogno di capire perché i Figli della Luna stessero collaborando con l'Uomo Alto. Ma per farlo, dovevano recuperare più informazioni possibili sui suoi ultimi mesi di vita. Ed era terrorizzato al pensiero di rivedere sua madre.
Non voleva vederla invecchiata, dopo tutti quegli anni. Non voleva vedere la sua vecchia casa, non voleva cambiare il ricordo che aveva della sua vecchia stradina, cristallizzata nella sua mente così com'era il giorno in cui l'aveva lasciata.
-Quindi, ripassiamo il piano: io e Toby teniamo occupata la signora Lawman al piano di sotto, mentre tu e Jeff vi intrufolate nella tua vecchia camera? E tu sei sicuro che tuo padre non sarà in casa?- gli chiese Brian, e a quella domanda improvvisa a Ben venne da ridere. Si portò una mano davanti la bocca, cercando di soffocare le risate, e gli altri lo guardarono confusi.
-Mio padre? Ma io non so neanche chi sia. Forse neanche mia madre lo sa- rispose, e continuò a ridere sotto lo sguardo sconvolto degli altri. Fino a quando anche un'altra risata si aggiunse alla sua, forse carica di ancora più cinismo.
-Tutto quello che esce dalla bocca di questo fantasma è oro colato. Ti avverto, così mi farai innamorare- lo avvertì Jeff, cercando di soffocare le risate. Si asciugò una lacrima dal bordo dello zigomo, e non si accorse dello sguardo di ghiaccio che gli stava rivolgendo Toby, nascosto dagli occhiali. In quel momento, avrebbe voluto colpirlo con un'accetta.
Anche Brian rimase in silenzio. Lui non ci trovava niente da ridere. Quello che Ben aveva detto era una cosa orrenda.
-Siamo sempre stati io e lei, da soli. Non faceva altro che raccontarmi a quante feste si intrufolava prima che arrivassi io, la grande responsabilità che le aveva distrutto la vita. C'era questa cosa che ogni tanto mi raccontava... di come avevamo rischiato di morire entrambi alla mia nascita. E lo so che è una cosa terribile, ma per me, davvero, non lo è. Questa era la mia normalità.-
Mentre parlava, un sacco di immagini si rincorrevano per la testa di Ben. Alcune chiare come gli scatti di una polaroid, altre confuse come il negativo di un rullino fotografico. Poteva sentire l'odore di casa propria, e il suono odioso che faceva la grondaia quando pioveva troppo. Vedeva la luce che filtrava dalle tende della cucina, e dietro il tavolo, c'era lei. La vestaglia strapazzata, i capelli rossi con forse fin troppa ricrescita chiara, ed una Camel alla menta in mano. Sola, immersa in quella luce. Ben non sapeva nemmeno quante sigarette le aveva rubato, dai suoi tredici anni in poi, ma alla fine lei se n'era accorta ed aveva iniziato a nasconderle. Ogni tanto gliele offriva, con qualche bicchiere di baileys, solitamente il sabato. Il sabato lei era sempre di buon umore. Ed i momenti che avevano passato a tirarsi i capelli a vicenda avevano lo stesso sapore agrodolce di quei sabato sera.
-Wow, beato te- rispose Jeff, interrompendo il flusso dei ricordi di Ben. -Io la mia l'ho uccisa.-
E con questo, ritornò a ridere. Una risata di ghiaccio.
-Hey, non pensare che fosse tutto rose e fiori! Noi due ci alzavamo le mani in continuazione!- rispose Ben, e nel metabolizzare le parole di Jeff, un profondo senso di colpa gli attanagliò lo stomaco.
Lui e sua madre si erano sempre odiati. Lei aveva pianto, all'apprendere della sua morte? Aveva tenuto a lui almeno il minimo necessario da andare al suo funerale?
-Ben, ma era tua madre!- gridò Toby, alzandosi di scatto. I vetri spessi degli occhiali da saldatore erano puntati in direzione di Ben, e lui avvertì tutta la freddezza di quello sguardo. D'un tratto, si sentì ancora più una merda: Toby aveva aperto la testa di suo padre, per riuscire a salvare la propria.
-Voi due siete delle persone orribili- si limitò a dire Brian, prima di calarsi del tutto il passamontagna e chiudersi in un silenzio tombale.
-Sì, è vero. Hai ragione- acconsentì Jeff, d'un tratto serio. -Ma se potessi tornare indietro... non credo che lo rifarei.-
E dopo questo, silenzio.
L'unica voce che sentirono, da lì alla fine del viaggio, fu il fischio del treno.
E Ben? Lui che avrebbe fatto, se avesse potuto tornare indietro?
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Come Find Me || Creepypasta / Marble Hornets
Fanfiction[Storia vincitrice Wattys 2020] O Fortuna, velut Luna. L'idea che le sorti degli uomini possano cambiare come le fasi di un satellite. L'idea che la vita non sia altro che una partita a dadi, in cui i vincitori e i perdenti vengono scelti dal fato...