Capitolo 3- Prima Parte

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In tutto, c'erano quattro dimensioni.
Toby si mise lo zaino in spalla, e infilandosi i grossi anfibi, fece un ripasso mentale.
Quattro dimensioni. Quella da cui venivano lui e Ben, era la terza.
Quella da cui veniva Brian era la prima.
Quella da cui veniva Laughing Jack, era la seconda.
E l'Uomo Alto era della quarta.
Si assicurò le accette alla cintura, e calandosi i grossi occhiali da saldatore sugli occhi, si guardò allo specchio per assicurarsi di essere pronto.
Non era difficile da ricordare: numeri dispari, umani. Numeri pari, mostri abominevoli.
E la missione di oggi era nella terza dimensione, l'unica che ancora non fosse caduta sotto il dominio dell'Uomo Alto, l'unico posto per cui c'era ancora una speranza. Il posto dove viveva sua madre, da qualche parte nel mondo, nonostante Toby non la vedesse ormai da mesi. L'unico motivo per cui voleva ancora combattere.
-Scricciolo, sei pronto?- gli chiese Hoodie, spingendo la porta lasciata socchiusa. Accanto a lui, Smile aspettava con il fiatone e la lingua penzolante.
-Sì, ho fatto. Andiamo?- rispose Toby, raggiungendoli fuori dalla porta. Si avviarono insieme verso la cucina, dove il pavimento era segnato a metà da una striscia di nastro adesivo rosso. Quando la oltrepassarono, un vento gelido li raggiunse, e gli occhi di Toby vennero quasi abbagliati dal paesaggio innevato.
-Cazzo, ma qui nevica...- commentò, e provò ad alzarsi di più la sciarpa sulla bocca. Lo faceva più per riflesso che per ripararsi effettivamente, perché sua madre gli aveva insegnato così. Ed aveva letteralmente dovuto insegnarglielo, perché il sistema nervoso di Toby era, come avrebbe detto lui stesso, completamente fottuto. E quindi aveva problemi a percepire il dolore, anche quello più intenso, e a sentire il caldo o il freddo. Li avvertiva, e li distingueva, così come sapeva di essersi ferito o di essersi rotto un osso, semplicemente il suo cervello riceveva uno stimolo ovattato. Come se invece di sentire il trauma di una ferita, il suo corpo percepisse soltanto un fastidio.
Se avesse dovuto descrivere la sensazione, l'avrebbe chiamata sensazione del "qualcosa non va". E ovviamente aveva fatto dormire a sua madre notti molto tormentate, quando era bambino.
-Sì. Qui sta arrivando l'inverno- disse Hoodie, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Si trovavano nel vagone di un treno arrugginito, lasciato su un tratto di rotaie abbandonato. Il nodo interdimensionale sbucava in quel punto della terza dimensione, come un tunnel che si dirama in tre parti diverse. Toccava le prime tre dimensioni, ma non la quarta. La quarta era quella che non doveva essere aperta.
-Non sono ancora abituato a questa storia delle dimensioni. Perdo il conto dei giorni- spiegò Toby, mentre entrambi si facevano strada fra la neve. Smile, a pochi passi da loro, annusava il paesaggio col suo grande muso deforme. Poi si fermava e marcava tutto quello che gli faceva comodo.
-Lo so, ti capisco. Anche per me è stato traumatico, le prime volte. Ma dopo un po' ti ci abitui, vedrai- tentò di rassicurarlo Hoodie, arrancando fra il mantello di neve soffice. Davanti a loro, il contorno del bosco iniziava a farsi vedere.
-Come troveremo Jeff? Smile sta facendo tutto tranne che guidarci da lui.-
-Ah, questa è una grande domanda... per adesso, probabilmente dobbiamo soltanto entrare nel bosco- fu la risposta di Hoodie. -E spero veramente che questo "Jeff" riesca a camminare da solo, perché con questa neve sarebbe molto difficile trasportarlo.-
Toby tirò su col naso, e poi lo asciugò ripetutamente col dorso della mano. Era un altro dei suoi tic, uno dei più normali, come giocare con i pollici o succhiarsi il labbro inferiore. Da piccolo aveva avuto l'abitudine di mordersi l'interno della bocca, ma aveva imparato a gestirlo dopo aver fatto svenire sua sorella. I suoi problemi, uniti in un corpo solo, erano una vera e propria ricetta per il disastro... e spesso questo significava perdere sangue, molto sangue.
Lyra. Sua sorella. Ormai era quasi un anno che lei non c'era più.
Era quasi un anno dal giorno in cui l'Uomo Alto l'aveva portata via.
-Brian... Hoodie. Posso chiederti una cosa?-
Il ragazzo col passamontagna si girò in direzione di Toby, rivolgendogli un paio di occhi di stoffa.
-Ma certo, chiedi pure.-
-Come ha fatto l'Uomo Alto ad arrivare nella tua dimensione?-
Toby lo sentì sospirare da sotto la stoffa pesante, ed il petto dell'altro si abbassò velocemente. Anche se non poteva vederne il volto, sapeva benissimo quale espressione stava assumendo.
-Esattamente come sta cercando di entrare nella tua. Sceglie una persona, la tortura e la infetta, e cerca di diffondere l'infezione anche alle persone che gli sono vicine. Quando una delle sue vittime si piega completamente al suo volere, lui usa il suo corpo per passare dalla sua dimensione a quella da conquistare. E quando acquista abbastanza forza...- si fermò, settando i pugni con uno scatto. -... La distrugge.-
Toby deglutì, e sentì le viscere contrarsi per la paura. La vittima che l'Uomo Alto aveva scelto per invadere la terza dimensione... era lui. E se non fosse stato per Hoodie non sarebbe mai riuscito a sfuggire al suo controllo.
Ma adesso la minaccia era un'altra.
-Se Eyeless Jack dovesse diventare più forte, pensi che potrebbe aprire la porta per la quarta dimensione?-
-Non lo penso, Toby... ne sono sicuro- fu la risposta di Hoodie.
Toby continuò ad avanzare nella neve, un passo dopo l'altro, nonostante sentisse gli anfibi affossare e scivolare. Era questo il mondo in cui viveva, adesso, era questa la realtà con cui era stato costretto a scontrarsi. Ogni giorno poteva essere l'ultimo, il sole per lui avrebbe potuto spegnersi in ogni istante. Avrebbe voluto tornare a un anno prima, riavvolgere il tempo, riuscire a salvare sua sorella. Ma se c'era una sola cosa che non rimpiangeva, l'unico lato positivo di tutto questo... quello erano i suoi amici.
Perché per quanto Laughing Jack fosse un mostro, Ben fosse morto e Hoodie... fosse Hoodie, non li avrebbe mai cambiati con nulla al mondo.
-Sai chi ha aperto la porta, nella prima dimensione? Lo conoscevi?- chiese Toby, cogliendo l'altro di sorpresa.
-Sì, lo conoscevo. Era... un mio grande amico.-
Un ululato squarciò la valle, rimbombando lungo la distesa di bianco, e Smile drizzò le orecchie, portandosi più vicino ai due umani. Per un attimo, Toby pensò che fosse stato il cane ad emettere quel suono, ma capì di essersi sbagliato quando vide che anche lui era all'erta.
-Cosa è stato?- ebbe appena il tempo di dire Hoodie, prima che un altro grido si unisse al primo, stavolta più distinto, forse più vicino.
-Aiutatemi!!!-
Toby non sapeva cosa fosse il dolore, ma nel sentire quella voce, così deformata dalla disperazione, pensò di poterlo percepire per la prima volta. Quasi come se potesse sentirlo con il corpo di qualcun altro.
-Che... che fosse Jeff?- chiese, e la sua spalla venne presa da una serie di tic.
-No... ne dubito- rispose Hoodie. -È tutto troppo tranquillo qui intorno...-
La voce urlò di nuovo, stavolta più forte di prima, più straziante, più disperata.
-Hoodie, dobbiamo andare, ha bisogno di noi- provò ad insistere Toby, tirando l'altro per una manica.
-Toby no, non è sicuro.-
Un altro grido, stavolta più soffocato.
-Hoodie, abbiamo promesso di riportarlo vivo, dobbiamo andare!-
Al quinto grido, Toby decise di averne avuto abbastanza. Lasciò andare la manica di Hoodie, e si lanciò di corsa verso il bosco, trascinandosi nella neve con tutta l'energia che aveva in corpo.
-Toby, fermati subito! Torna qui!-
Ma Toby era già lontano, e la sua corsa sconsiderata l'aveva già portato al limitare del bosco. E così, attraversando la soglia dei primi alberi, il terreno cominciò man mano a farsi più libero, lì dove gli alberi avevano trattenuto la neve prima che questa cadesse a terra. E ogni nuovo grido lo portava sempre un po' più lontano da Hoodie, fino a quando...
Fino a quando la voce non smise di urlare, e lui si accorse di essersi perso.
Attorno a lui, alberi, anonimi alberi sotto un cielo latteo e spento.
E a parte lo sporadico fischiare del vento, un silenzio assordante.
-Hoodie...- chiamò timidamente il ragazzo, alzando appena la voce. Provo a guardarsi attorno, rendendosi conto di non sapere per certo in che direzione fosse la ferrovia. - Hoodie!-
Stavolta qualcosa si mosse fra gli alberi, rapido e sicuro, come un serpente che striscia, ed uno dei rami più bassi di un albero si mosse impercettibilmente.
Sapeva cos'era.
Sapeva chi era.
Lo aveva già incontrato la notte in cui aveva conosciuto Hoodie.
Ma stavolta, Toby fu abbastanza veloce, e quando la figura scarna di Eyeless Jack si abbatté su di lui, trovò un paio di accette ad accoglierlo.

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