Capitolo 13- Seconda Parte

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La notte arrivò, buia e deserta come sempre, nonostante la luna piena. Toby stava dormendo, rannicchiato con le ginocchia portate al petto. Teneva la testa sopra un braccio, e con l'altro stava abbracciando il cuscino, in una posizione che a Ben sembrava l'esatto opposto della comodità. Il suo viso era rilassato, anche se la bocca lasciata leggermente aperta faceva cadere fuori un rivo di saliva. Ogni tanto i suoi muscoli si contraevano per i tic, ma questi erano molto più leggeri rispetto a quelli che lo colpivano da sveglio.
Ben lo guardò ancora per qualche secondo, prima di guardare in direzione della finestra. Piovigginava, e la pioggia ticchettava sui vetri creando un ritmo continuo, che si univa al respiro profondo di Toby in una melodia perfetta.
Ben lo adorava. Più lo guardava, più si ripeteva che avrebbe fatto di tutto per saperlo al sicuro. Voleva stare con lui, voleva che stesse bene. Voleva avere altre cento notti come quella passata al centro commerciale, altre mille giornate come quella appena trascorsa, e tutta la vita da passare insieme.
Ma per passare la vita con qualcuno, una vita devi avercela. E Ben sapeva che, una volta finita quella storia, nella migliore delle ipotesi Toby sarebbe tornato da sua madre. Forse avrebbe dovuto scontare una pena per l'assassinio di suo padre, o forse per avere appiccato fuoco alla sua vecchia casa... ma non sarebbe rimasto lì con loro al nodo interdimensionale. E nel mondo esterno, non c'era posto per la loro relazione.
Questo, sempre se fossero sopravvissuti a Slenderman.
Ma c'era un'altra opzione. Una che Ben aveva appena cominciato a contemplare.
Si avvicinò alla finestra, e vide il vetro restituirgli il bagliore della sua stessa fosforescenza. Lo attraversò, lanciandosi sotto la pioggia. Le gocce sottili lo attraversarono senza bagnarlo, ed il vento freddo soffiava senza farlo tremare. Quella parte della casa affacciava sulla prima dimensione, la prima ad essere stata conquistata dall'Uomo Alto. Sapeva di essere vulnerabile, lì fuori. Ma non gli importava.
Si avvicinò all'ingresso principale, sedendosi sulla ringhiera in legno del portico, gli occhi rivolti alla strada dinanzi a sé, ed aspettò. Le erbacce avevano ricoperto l'asfalto, ed il bosco era avanzato fino a deformarlo con le sue radici. Da quando l'Uomo Alto era entrato in quella dimensione, il posto pullulava di demoni, ed era incredibilmente pericoloso per Ben. Ma nonostante questo, aspettò. Fino a quando una figura non avanzò verso l'ingresso della casa.
-Sapevo che ti avrei trovato qui- disse, ed il bagliore della luna piena si unì alla luce della sua iride verde. -Se entro, il clown mi farà a pezzettini, vero?-
-Sì, certo. È per questo che ti sto incontrando fuori- rispose Ben, senza scendere dalla ringhiera. Natalie si fermò a pochi passi dall'ingresso, la mazza legata alla cintura che le cadeva lungo il fianco. -Non hai portato i tuoi demoni, stasera.-
-Volevo darti fiducia. Ti ricordo come un ragazzino molto intelligente, e sono contenta di scoprire che la cosa non è cambiata.-
-Beh, se fossi stato un tantino più furbo, magari avrei evitato di annegarmi, dieci anni fa- fu la risposta di Ben.
-Ma è per questo che siamo qui, no? Per rimediare ai nostri errori- insistette Natalie, ed il sorriso che le attraversò le guance tirò i punti di sutura, rendendo la sua espressione tetra e deformata. -A me ha concesso di farlo, sono tornata indietro e... guardami. Sono più viva che mai.-
Natalie sollevò appena le braccia, lasciandosi guardare da Ben. Anche se era riuscita a tornare indietro e scegliere di non suicidarsi, il modo in cui si era ridotta non si addiceva ad una persona normale. Nonostante il quadrante dell'orologio al posto dell'occhio, era chiaro che non avesse tutte le rotelle.
-Hanno già provato a convincermi una volta che tutti i miei problemi sarebbero stati risolti, se solo io avessi fatto un sacrificio. Come faccio a sapere che con l'Uomo Alto sarà diverso? Come puoi chiedermi di fidarmi?-
-Ma lui ti ha dato prova di ciò che è in grado di fare, Ben. Niente più bugie, niente più sofferenza. La cattiveria è un concetto umano, e ciò che non è umano, non può provarla. Lui è superiore a tutto questo.-
Il tono di Natalie era leggermente spazientito, ma poi nel parlare dell'Uomo Alto si era addolcito man mano, ed adesso la ragazza parlava in un sussurro, udibile nonostante il rumore della pioggia.
-Chi può darmi garanzia che non verrà fatto loro del male?- protestò Ben, indicando la casa dietro di sé. -Se io lo aiutassi, se io fossi disposto a fare qualsiasi cosa mi venisse chiesta... chi mi garantisce che loro staranno bene?-
-Lo convincerò io. Lui mi ascolta sempre- rispose Natalie, e le sue sopracciglia si curvarono verso l'alto con fare altezzoso. -Lui ha bisogno di me. Non ha bisogno di piegarmi al suo volere perché io lo serva. Ha perso molte energie tentando di conquistare l'altro ragazzo e... lui è riuscito a sfuggire al suo controllo. Ma con me non ha bisogno di fare così, sa che gli sono fedele e mi tratta da pari.-
C'era un sottotesto, una piccola informazione non detta, che Natalie aveva lasciato trapelare in quella frase: Slenderman non aveva ancora recuperato le energie spese nel tentativo di possedere Toby. Non aveva le forze per cercare di piegare un altro essere umano e costringerlo a lasciarlo entrare nella terza dimensione. Ecco perché era alla ricerca di un servo che gli fosse fedele di sua spontanea volontà. Ecco perché si era rivolto prima ad Eyeless Jack, poi a Natalie.
Ma se lei fosse tragicamente venuta a mancare, lui sarebbe rimasto solo... e fortemente indebolito.
-Cosa volete che faccia?- disse freddo Ben, guardando un punto lontano in fondo alla strada.
-Devi aprire la porta per noi, Ben- rispose Natalie, ed una delle sue mani puntò verso l'ingresso della casa. -Devi farci entrare nel nodo interdimensionale. Se lo lasci entrare, lui penetrerà nella terza dimensione attraverso il nodo. Ma non può farlo se il clown continua a proteggere questo posto con la sua influenza.-
Ma certo. Avrebbe dovuto aspettarselo.
Quello che era stato il loro rifugio per anni, il piccolo angolo di mondo che collegava le tre dimensioni, era la via più semplice per lasciare passare l'Uomo Alto. Non avrebbe dovuto fare quello che era successo con Tim: nessuna possessione, nessuno spreco di energie per attraversare le dimensioni tramite il corpo di una vittima.
Jack lo sapeva, lo aveva sempre saputo, che quel nodo era troppo esposto, e per anni era rimasto al suo interno, proteggendolo come poteva. Ma Ben sapeva che c'era un modo per rompere l'influenza del clown... e questo era aprire la porta dall'interno. Letteralmente.
-Perché non lo fai passare tu attraverso il tuo corpo? Anzi, perché non usi un altro nodo? Ce ne sono tanti, anche tu devi averne usati alcuni.-
-Pensi che non ci abbia provato?- ridacchiò Natalie, spostandosi una ciocca di capelli dal volto. -Gli altri nodi sono troppo piccoli perché lui riesca ad attraversarli, e... ci vuole un gran dispendio di energie per usare il corpo di un umano come passaggio. No, questo è il metodo più sicuro, questa è l'unica alternativa... e tu devi scegliere se vuoi aiutarci, o restare nello stato miserabile in cui ti trovi.-
Sì. Ad ogni nuova parola, Natalie non faceva altro che confermare la teoria di Ben. L'Uomo Alto era debole, e nonostante questo, si stava lanciando in una missione suicida.
-Posso lasciarvi passare- rispose Ben, freddo. -Ma conbatteranno, fino allo stremo delle forze. E ricorda che voglio che restino vivi. Tutti.-
Natalie rise ancora, una risata acuta e rapida, che lei soffocò portandosi una mano davanti le labbra.
-Ci sarò io, sciocco. Terrò d'occhio la situazione, fidati di me.-
Oh, no. Decisamente Ben non si fidava di Natalie. E lei era una pessima bugiarda.
Ma se si trattava di tornare in vita, Ben doveva rischiare. Quella non era un'occasione che gli si sarebbe ripresentata, era il momento di puntare il tutto per tutto.
Anche se si trattava delle vite degli altri.
-Va bene. Vi lascerò entrare- asserì il fantasma. -E sai, Natalie, penso proprio che appena sarò tornato in vita, ti abbraccerò.-
Lei fece una smorfia, e spostò il peso da una gamba all'altra, facendo sbattere la mazza contro il fianco. Almeno Ben sì che era un ottimo bugiardo.
-Allora è un patto. Ci vediamo domani, simpaticone.-
Oh, sì. Si sarebbero rivisti il giorno dopo. E mentre Natalie si girava per andarsene, Ben non poté fare a meno di lasciar riaffiorare un ghigno ai lati della bocca.
Se tutto fosse andato secondo i piani, lui avrebbe avuto la sua occasione di tornare indietro nel tempo per salvarsi la pelle, e dopo di ciò gli altri avrebbero avuto l'opportunità di uccidere l'Uomo Alto una volta e per tutte. Doveva soltanto calibrare il tutto, studiare un piano perché entrambi i lati della scacchiera si piegassero al suo volere.

Perché giocare e basta...
Quando puoi giocare sporco?

Come Find Me || Creepypasta / Marble HornetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora