Capitolo 3- Seconda Parte

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Toby cadde per terra, sbalzato dal peso del mostro, ma un unico fendente bastò a tenere Eyeless abbastanza lontano da permettergli di rialzarsi. Non l'aveva colpito, ma era comunque riuscito a farsi spazio, e aveva tolto all'altro il vantaggio della sorpresa. Anche la prima volta aveva attaccato calandosi dagli alberi, e se Toby voleva qualche vantaggio, doveva impedire che vi risalisse.
La creatura emise un ringhio gorgoliante, ed agitò i lunghi artigli neri, pronto ad attaccare di nuovo. Le lunghe gambe premettero contro il terreno, e con un solo salto, riuscì a colmare la distanza che si era creata fra lui e Toby. Stavolta, riuscì a disarmarlo da una delle accette.
Toby guardò una delle sue armi venire lanciata via, conficcandosi sul tronco di un albero, e solo allora sentì il sangue sgorgare fuori dal lungo squarcio che gli correva lungo il braccio. Era stato colpito. E adesso la sensazione al braccio sembrava volergli dire "qualcosa non va". E non andava per niente.
Eyeless Jack si lanciò ancora su di lui con tutto il peso, e approfittando della distrazione di Toby, cercò di strappargli dalle mani anche l'altra accetta. Toby tenne la presa con tutto se stesso, ogni singolo muscolo contratto per non farsi togliere dalle mani l'ultima possibilità di sopravvivere a quello scontro, e subito il mostro riuscì a buttarlo a terra, un ginocchio pressato contro il suo diaframma.
Ma nonostante l'assenza di fiato, Toby non mollò. Anche quando sentì la testa diventare leggera ed i polmoni faticare a riempirsi, lui non mollò la presa. E quando il liquido nero, simile a catrame, cadde dalla maschera di Eyeless per arrivargli in faccia, lui non mollò.
Fino a quando non fu Eyeless Jack a mollare. Ma Toby non capì subito perché.
Ci fu un guaito, come quello di un animale ferito, e l'istinto di Toby fu quello di ripulirsi la faccia nell'esatto istante in cui sentì la pressione sul diaframma diminuire. Quando si fu liberato dal viscoso liquido nero, vide che il suo rivale stava puntando verso un angolo completamente differente del bosco.
E in quell'angolo, c'era Ben.
Con una manciata di sassi in mano.
-Ben, scappa!!- urlò, forzando la poca aria nei propri polmoni ad uscire. In quell'istante, sentì una paura che aveva provato pochissime volte nella vita. Sentì lo stesso tipo di paura che aveva provato per Lyra la notte in cui l'aveva vista morire, in un'esplosione di vetri, schiacciata dalle lamiere della macchina. Sentì lo stesso tipo di paura che aveva provato per sua madre, la notte in cui aveva visto suo padre tirarle un pugno sul viso.
Toby sapeva una sola cosa: ogni volta che lui provava quel tipo di paura, nel bene o nel male, qualcuno finiva per non rivedere più la luce del giorno.
Ma visto come si erano messe le cose adesso, la probabilità più grande era che quel qualcuno fosse Ben.
Il fantasma afferrò l'accetta conficcata nell'albero, e spingendo con un piede contro la corteccia, cercò di tirarla fuori. Tirò con tutta la forza che aveva in corpo, gli occhi fissati nelle orribili orbite vuote di Eyeless Jack.
Il demone si avvicinò, correndo su quattro appoggi, e per un istante la sua bocca si aprì, rivelando non solo una fila di zanne, ma anche un centinaio di piccole lingue nere e sottilissime. Ben poteva già sentire gli artigli sulla pelle, e più cercava di tirare fuori l'accetta, più si rendeva conto che non ce l'avrebbe mai fatta.
E mentre il demone lo afferrava e lo schiantava per terra con tutto il peso, Ben maledisse il cielo, la terra, ed ogni singola stella in cielo, e pensò a quanto bisognasse essere falliti per riuscire a morire di nuovo. Due volte, due.
Se di lui almeno fosse rimasto il ricordo, avrebbe scelto di essere ricordato per tutto, tranne che per questo.
Il tocco del demone bruciò la sua pelle, e per quanto Ben tentasse di rendersi immateriale, lottando per sprofondare fra il sottobosco, non vi riuscì. Aveva ragione Jack, i demoni come Eyeless i fantasmi se li mangiano a colazione, ed aveva ragione Toby, lui non sarebbe mai dovuto andare con loro.
E per l'appunto, nel pensare a Toby, la mente di Ben ebbe un'altra rivelazione: se il primo bacio lo dai una volta morto, sei automaticamente destinato ad essere il più grande sfigato della storia.
E così, mentre gli artigli del demone si facevano strada nella sua anima, l'unica cosa che gli rimaneva da uccidere, per la seconda volta Ben si fermò ad aspettare la morte. La differenza con la prima era che adesso poteva ascoltarsi mentre urlava.
Ma la morte non arrivò. Al suo posto, un forte rumore di ferro, ed il suono di un fendente che squarciava l'aria.
Quando Ben aprì gli occhi, trovò solo una maschera bianca a guardarlo inespressiva.

Come Find Me || Creepypasta / Marble HornetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora