Un tonfo sordo provenne dalla porta d'ingresso, accompagnato da un basso ringhio. Poi, un altro colpo, stavolta ancora più forte, ma la porta blindata non cedette.
Toby raggiunse il divano dove aveva lasciato il suo zaino, e si sbrigò a tirare fuori le due accette. Le incrociò sul petto, lì dove il cuore stava impazzendo, e si preparò a difendersi. Accanto a lui, anche Brian si stava preparando per il peggio, impegnandosi a captare ogni movimento in quell'oscurità.
I loro respiri si sincronizzarono, e subito divennero l'unica cosa udibile all'interno della casa.
-Signora Lawman, credo che dovremo chiederle di scappare da casa sua.-
Brian aveva appena finito di parlare, che un'esplosione di vetri provenne dalla cucina, seguita da un grido che non aveva nulla di umano. Tutti e tre si girarono in quella direzione, lì dove una serie di rumori non smetteva di susseguirsi. Il graffiare di unghie sul bancone di legno, il ringhiare acuto di una bestia, e infine... passi.
Passi umani, che calpestavano i vetri rotti con dei pesanti scarponi.
Sporgendosi verso la cucina, Toby incontrò due forme nere che non identificò subito come orbite, ed un sorriso troppo grande per quella stessa bocca si allargò in sua direzione. Qualsiasi cosa fosse quella che stava guardando, lo aveva visto, e gli stava venendo addosso.
La sua pelle emetteva un leggero bagliore nella totale oscurità, e quando un paio di mani scheletriche si allungarono in sua direzione, Toby non perse tempo e tirò un fendente con entrambe le accette. Queste colpirono l'aria, e la creatura davanti a lui si ritirò emettendo uno stridio.
Un'altra creatura la seguì, entrando nella stanza e precipitandosi subito ad aiutare la prima. Ma la pistola di Brian fu più veloce, grazie al cielo, e la colpì in mezzo alle orbite cave.
Toby indietreggio fino ad incontrare la parete. Non sapeva cosa fossero quelle cose, non assomigliavano a niente che avesse mai visto e non voleva che lo toccassero. Il Rake in confronto era un cucciolo, con il suo corpo ossuto ed i suoi occhi catarifrangenti.
Ma non erano gli unici ad essersi infiltrati lì dentro con l'ausilio delle tenebre. Toby la vide muoversi appena, e sentì il rumore dei suoi passi mentre saliva al piano di sopra, non potendo fare nulla per fermarla. Nell'oscurità, i loro sguardi si erano incontrati per un istante, e Toby aveva visto il bagliore luminoso dei suoi occhi, verdi smeraldo.
O meglio... di occhio ne aveva visto uno.
-Signora, questo potrebbe essere un buon momento per scappare- disse Brian, in qualche modo superando le grida del mostro ferito. -Le cose qui... stanno per farsi movimentate.--Che cazzo era che cazzo era che cazzo era!!?-
Jeff era in ginocchio davanti al computer di Ben, l'indice della sua mano destra che premeva con insistenza il pulsante di accensione. La camera era avvolta nel buio, così tanto buio che Jeff aveva difficoltà ad orientarsi. Dei rumori disumani provenivano dal piano di sotto, uniti a tonfi, stridii, e... Jeff giurò di aver sentito anche un colpo di pistola.
"Se il computer si spegne, io non posso uscire", aveva detto Ben, prima di fare quella cosa che sapeva fare lui e sparire dentro il monitor. E poi? Tempo cinque minuti, ed era saltata la luce. E cosa avrebbe dovuto fare, lui, adesso? Tentare di liberarlo da quella trappola di circuiti, o andarsene da quella bellissima finestra spalancata proprio dietro di sé?
Si fermò a pensare, e si pose la stessa domanda che si poneva ogni giorno ormai da anni.
"Cosa mi conviene?". Cos'era che, a lungo termine, gli avrebbe salvato la pelle? Scappare adesso, facendo rimanere Ben intrappolato, o restare e scoprire cosa cazzo stava succedendo di sotto?
Se avesse abbandonato Ben, avrebbe sicuramente attirato la rabbia di Laughing Jack, quel clown ci teneva davvero a quei ragazzini.
Per un attimo, Jeff si immaginò i lunghi artigli di Jack stringergli la gola, e stavolta non in modo sensuale.
Okay, no. Sarebbe rimasto, sarebbe assolutamente rimasto.
In quell'istante, le luci dei lampioni si accesero, e la luce che entrò dalla finestra lo abbagliò. Dovette coprirsi il viso con le mani, perché le sue palpebre erano gravemente danneggiate. Mannaggia a lui e al giorno in cui aveva deciso di bruciarle.
Cercò ancora il tasto di accensione alla cieca, e lo premette, sperando che funzionasse. Ma fu allora che si rese conto di uno strano rumore, che si distingueva dalle grida e dai colpi di pistola.
Il ticchettio di un orologio.
E in quel momento, un forte calcio venne sferrato alla porta, e la serratura si ruppe.
Jeff ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo, che una mazza lo colpì in pieno viso, lanciandolo al centro della stanza. Rimase per terra alcuni secondi, incapace di muoversi, e sputò sangue sul pavimento insieme ad un frammento di dente. Prima di riuscire a muoversi, un'altra mazzata lo prese sullo stomaco.
-Non posso crederci! Sei Jeffrey Woods!- urlò qualcuno, col tono di una ragazzina eccitata. -Sto per uccidere Jeff the Killer!!-
Dalla luce che proveniva dai lampioni e dal modo in cui una massa di capelli si agitò davanti a lui, Jeff poté vedere che, in effetti, quella che aveva davanti era una ragazzina eccitata.
Con un coltello in mano.
Ed una mazza nell'altra.
Ed il quadrante di un orologio al posto di un occhio.
Ma insomma, niente che non potesse gestire.
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Come Find Me || Creepypasta / Marble Hornets
Fanfic[Storia vincitrice Wattys 2020] O Fortuna, velut Luna. L'idea che le sorti degli uomini possano cambiare come le fasi di un satellite. L'idea che la vita non sia altro che una partita a dadi, in cui i vincitori e i perdenti vengono scelti dal fato...