Avvolsero le braccia l'uno attorno il collo dell'altro, i loro addomi così vicini da toccarsi, le mani di Ben che già accarezzavano i capelli di Toby. Si strinsero forte, con la stessa forza di chi non si lascerebbe mai andare, e le loro labbra si incontrarono nello stesso momento in cui la testa di Ben si scontrò contro la parete.
Sopraffatto dal peso del ragazzo più alto, le braccia di Ben scesero lungo la schiena di Toby, fermandosi soltanto quando si furono portate sui suoi fianchi. Le labbra di Toby erano ruvide, consumate dall'abitudine di mordersele per il nervosismo, mentre quelle di Ben erano liscissime, morbide, come se desiderassero comunicare un'innocenza che quel ragazzo non aveva. A forza di spingersi, Ben riuscì a staccarsi dalla parete, proprio nello stesso istante in cui i denti di Toby si strinsero sul suo collo. Quei momenti erano la sintesi perfetta del loro rapporto: lottavano, si stuzzicavano, facevano a gara per avere a sé il controllo. Ma alla fine, entrambi erano del tutto incapaci di lasciarsi andare.
Ma in quell'aggressività il primo a cedere era sempre Ben.
Il suo fianco strisciò contro quella che credette essere una foglia di palma, e subito dopo sentì uno spigolo freddo premere contro la parte bassa della schiena. Toby lo prese per i fianchi e, lentamente, lo fece distendere su una superficie inclinata. Ben ebbe l'istinto di sbirciare, e gli venne da ridere.
Il tavolo del pinball.
-Devo stare sognando- disse, non potendo fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata. -Tutto questo è assurdo.-
Toby, dal conto suo, si era già fatto spazio in mezzo alle sue gambe per diminuire al minimo la distanza tra lui e Ben. Lui gliele allacciò in vita, portandolo ancora più vicino a sé. Nonostante i vestiti, poteva sentire qualcosa premergli contro l'interno coscia.
-Perché?- domandò Toby, piegandosi su di lui. Non era innervosito per quell'interruzione, anzi, il suo tono era abbastanza divertito.
-Sono dentro una sala giochi, con un ragazzo carino... a fare qualcosa che non credevo avrei mai fatto in tutta la mia esistenza.-
Ben aveva portato le mani sulle guance di Toby, accarezzandole lievemente. Queste vennero sollevate da un sorriso, e senza aggiungere altro, Toby si calò del tutto per baciarlo ancora. Ben rilassò la schiena e prese a giocare con i suoi capelli, mentre sentiva una scia di baci umidi scendere lungo il collo fino a raggiungere la clavicola. Il fulcro dell'azione stava migrando sempre più in basso, un po' come le mani di Toby.
-Aspetta- lo fermò Ben con un filo di voce. L'altro alzò leggermente la schiena, permettendogli di mettersi seduto sul tavolo da pinball. A quel punto, gli indici di Ben afferrarono i passanti per la cintura sui jeans di Toby, tirandolo a sé. -Voglio... provarci io stavolta.-
Lo sguardo di Toby si illuminò per un istante.
-Oh...- commentò sorpreso.
-Se ti va. Se vuoi. Potrei fare un disastro.-
-Ben, credimi, è molto più probabile che il disastro lo faccia io...- rispose Toby, e la risatina nervosa tradì un improvviso disagio. Ben lo guardò dal basso, e dall'espressione curiosa ma insicura sul volto di Toby... capì che quello era un sì.
Poggiò la testa sul suo petto, sentendo il cuore di Toby andare veloce. Una mano prese ad accarezzargli i capelli, e con quell'ultimo gesto di approvazione, Ben sganciò il bottone dei jeans.
Poteva già sentire il calore della pelle di Toby, e sperò di non avere le dita troppo fredde...
Poi, venne giù anche la zip.
E non c'era un momento peggiore, il più sbagliato di tutti, perché il mondo decidesse di esplodere ed andarsene a puttane. Se c'era un solo cazzo di momento in cui né Toby né Ben avrebbero accettato di essere disturbati, era quello. Eppure, il destino aveva comunque trovato il modo di rompere i coglioni.
Quando la folla iniziò ad urlare, l'istinto di Toby fu quello di sobbalzare e riabbottonarsi i jeans, mentre quello di Ben saltare giù dal tavolo. Poi, sentirono il megafono.
-Polizia, niente panico! Siamo alla ricerca dello spietato assassino Jeffrey Woods!-
-Oh, merda!!- gridarono i due contemporaneamente, e nel giro di un istante furono già alla porta, scattando per i corridoi come animali in fuga.
-Il killer è stato avvistato all'interno del centro commerciale. Vi preghiamo pertanto di seguire le misure di sicurezza e prestare attenzione agli ordini degli ufficiali!-
-Giuro che appena lo troviamo gli faccio saltare la testa!!- aveva urlato Toby, percorrendo a ritroso la strada che avevano fatto per arrivare alla sala giochi. Con un po' di fortuna, riuscirono a tornare alla fontana, solo per vedere due agenti di polizia guidare verso fuori la folla.
-Torna al parcheggio, aspettami davanti la macchina di Tim- gli ordinò Ben. -Io vado a cercare gli altri.-
-Aspetta!- esclamò Toby, cercando di trattenerlo per un polso, ma il fantasma si era già reso immateriale. -Vai da solo?-
-Non abbiamo tempo da perdere, ed io sarò più veloce se attraverso le pareti. Ci rivedremo presto, te lo prometto.-
Si scambiarono un breve sguardo, pieno di rabbia per essere stati interrotti, preoccupazione per l'altro... e dolore all'idea di doversi separare.
Toby avrebbe voluto dargli un ultimo bacio, ma non c'era tempo. Lo vide sparire dentro un murales, e notò che al posto di camminare, aveva ripreso a fluttuare per aria.
Toby raccolse tutto il coraggio che aveva, e si lanciò anche lui fra la folla. Pregò con tutto il cuore che non lo riconoscesse nessuno, che lo lasciassero passare senza fargli problemi, e che i forti tic che gli stavano scuotendo le braccia non lo tradissero.
Gli agenti stavano facendo passare la folla attraverso una porta sola, bloccando tutte le altre uscite. Se avesse dovuto mettersi in fila con loro, Toby sapeva che ci sarebbero volute ore prima di riuscire a scappare. Cercando di ignorare il volume delle grida, prese a guardarsi intorno, alla ricerca di un'altra qualsiasi via d'uscita che non fosse sorvegliata.
Per fortuna, la trovò: una grande porta rossa boccata da una catena. Non ebbe nemmeno bisogno di pensarci, che aveva già estratto dallo zaino una delle accette, spezzando la catena a metà. Aveva scheggiato la lama, ma era un prezzo che era ben disposto a pagare.
-Ragazzino! Torna qui!- urlò un agente alle sue spalle, ma Toby era già fuori, l'aria fredda della notte che si espandeva all'interno dei suoi polmoni.
-Se sparate giuro su Dio che l'ammazzo!!-
Toby riconobbe la voce di Jeff, e lo vide a pochi metri da sé, con in braccio una massa di maglioni di lana e capelli ricci urlante. Doveva essere poco più di una bambina, forse fra gli undici e i dodici anni, e Jeff le stava pressando un coltello alla gola. Per un istante, o forse molto più di un istante soltanto, Toby ebbe il terrore che Jeff potesse veramente ucciderla.
-Non sparate! Ha preso una bambina, per l'amor del cielo non sparate!- aveva urlato un agente di polizia, e sia Toby che Jeff corsero a perdifiato verso la macchina, dove Hoodie, Masky e Ben li stavano aspettando.
Fu Jeff ad aprire la portiera, e nel farlo, per un secondo diede le spalle agli agenti di polizia. Al momento di entrare, gettò fuori dalla macchina la bambina con un calcio sui reni.
Toby la vide cadere per terra, ed ebbe l'istinto di aiutarla a rialzarsi, quando sentì i primi colpi di pistola. Lei rimase sull'asfalto, le mani a ripararle la nuca, e gridò ancora più forte di prima. Toby capì che non c'era tempo da perdere, e subito si infilò in macchina, gettandosi letteralmente addosso a Jeff.
Masky premette sull'acceleratore, e la macchina partì, sfrecciando lungo il parcheggio in direzione dell'uscita per l'autostrada. Gli agenti continuarono a sparare, e presto ai loro colpi di pistola si unirono quelli di Hoodie.
-Mi mancava tantissimo passare le giornate a rischiare di farci ammazzare. E a te, Hoodie?- commentò Masky, la voce carica di adrenalina.
-Stai filmando? Questo va nella pila di cassette ricordo- fu la risposta dell'altro. Erano ormai entrati in autostrada, imboccando la corsia di sorpasso senza nemmeno accendere i fari della macchina. Attorno a loro c'era il silenzio, e si azzardarono a credere di avere seminato la polizia. Almeno per il momento.
-Certo che sto filmando, per chi mi hai preso? Non sono momenti che ho intenzione di dimenticare- disse Masky, puntando al vecchio camcorder che aveva adagiato sul cruscotto, rivolto verso l'interno della macchina.
-Io sì, invece. Vorrei dimenticare tutto quello che è successo oggi, tutto- disse Jeff, e Toby poté sentire che stava tremando come una foglia. Lui e Ben si guardarono, ognuno ai capi opposti del sedile posteriore, e si rivolsero un sorriso complice ed imbarazzato, prima di mettersi a ridere.
Hoodie e Masky si unirono alla risata, e le loro mani si incontrano sulla leva del cambio, mentre Masky si preparava ad inserire la quinta. Toby sentì le spalle diventare subito meno tese, ed una sensazione di leggerezza gli salì alla testa. Si sentiva calmo, si sentiva rilassato.
E poi, sentì anche la sensazione di bagnato all'addome.
-Oh mio dio, ragazzino!!- urlò Jeff, puntando i suoi grandi occhi azzurri in quelli del ragazzo. -Stai sanguinando!-
Le dita di Toby raggiunsero la carne sotto la felpa, cercando sotto il sangue la ferita da arma da fuoco. Non sentiva niente, la testa gli girava, e più il cuore cominciava ad andargli veloce, più si accorgeva di non riuscire più a vedere nulla.
-Toby, cazzo, rispondi!!-
-Non addormentarti ragazzino, resta qui con me. Non chiudere gli occhi, non chiuderli!-
-Tim, dobbiamo tornare da Jack, subito!-
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Come Find Me || Creepypasta / Marble Hornets
Fanfiction[Storia vincitrice Wattys 2020] O Fortuna, velut Luna. L'idea che le sorti degli uomini possano cambiare come le fasi di un satellite. L'idea che la vita non sia altro che una partita a dadi, in cui i vincitori e i perdenti vengono scelti dal fato...