Capitolo 12- Prima Parte

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Jack aveva passato così tanti anni a fare a pezzi le persone, che ormai era diventato bravo anche a riassemblarle.
E mentre trasportavano Toby in quello che Jack chiamava il suo "studio", tenendolo ognuno per un arto, alcune gocce di sangue marcavano il loro passaggio lungo il pavimento. Salirono le scale, raggiungendo una stanzetta buia che sapeva di spirito e disinfettante, con un tavolo da sala operatoria al centro e due armadietti ai lati.
-Mettetelo sul tavolo- disse, e mentre cercava l'interruttore, si accorse che gli artigli gli tremavano. Stava diventando veramente difficile mantenere la calma, anche per uno come lui, che ne aveva viste tante. -Ti prego, Toby ti prego tieni duro solo un altro po'.-
Ben era stato in silenzio per tutto il viaggio, gli occhi persi nel vuoto, a tremare violentemente. Gli altri, avevano ormai la gola secca per tutto il tempo che avevano speso ad urlare. Brian aveva passato metà del viaggio a cercare di combattere contro un attacco di panico, e adesso il suo volto era pieno di muco e lacrime. Jeff aveva tenuto il polso di Toby tutto il tempo, controllando ogni minimo cambiamento nel battito cardiaco, mentre gli teneva pressata la ferita nel tentativo di rallentare l'emorragia. Tim era arrivato alla sesta, forse settima sigaretta, che si era acceso ed aveva fumato a malapena. Se non fosse stato per il suo sangue freddo al volante, non sarebbero mai arrivati tutti interi.
Ed a proposito di sangue, Toby ormai ne aveva perso troppo.
-Posso estrarre il proiettile e chiudere la ferita, ma... ha impellente bisogno di una trasfusione. Ora, e subito- annunciò, rivolgendosi a Tim, che stava fumando sull'uscio della stanza e spargendo cenere ovunque. Fra tutti, lui sembrava avere il volto più decoroso.
-Sai il suo gruppo? Io sono A positivo- rispose Tim.
-No, non lo so. Dovrei fare dei test, e sperare che uno di voi abbia un gruppo compatibile. A meno che...-
Jack si voltò verso gli altri, e provò una pietà infinita nei confronti di Ben, che teneva fra le mani il polso sempre più debole di Toby. Lo guardava con la consapevolezza di chi era già morto, di chi sapeva benissimo a cosa Toby stesse andando incontro, e le lacrime scendevano giù da quegli occhi neri sotto forma di sangue. Anche Jeff, l'assassino egocentrico ed opportunista, sembrava preoccupato. Quasi dispiaciuto, come se sentisse che quella era colpa sua, e Jack si chiese se il killer avesse mai provato quel sentimento prima di allora.
Forse anche lui stava iniziando ad affezionarsi a quei ragazzi.
-Qualcuno qui è zero negativo?- chiese Jack, e vide Ben iniziare a piangere ancora di più, in un silenzio soffocato. Se avesse potuto, avrebbe dato lui il sangue a Toby. Se avesse potuto, Jack era sicuro che sarebbe stato disposto a dargli la sua vita per intero. Ma non si può donare qualcosa che non si ha più.
-Eh? Io sono zero negativo, perché lo vuoi sapere?-
Ma nel rispondere, Jeff si rese conto di essersi condannato.
Si agitò, sbattendo contro la parete nel tentativo di indietreggiare. Davanti a sé, il sorriso di Jack si faceva sempre più ampio, mettendo in mostra i denti affilati e bianchissimi, il trucco nero che risaltava le sue iridi chiare.
-Scherzavo, ho mentito, non è vero quello che ho detto!- si affrettò a dire, mentre strisciava contro il muro per raggiungere la porta. Ma arrivato all'uscio, trovò Tim a sbarrargli la strada.
-Bloccatelo.-
E su ordine di Jack, sia Brian che Tim gli furono addosso, e Jeff dovette combattere contro due uomini adulti, mentre scalciava e si dimenava ed urlava qualcosa riguardo gli aghi. Fu Brian a colpirlo dietro un ginocchio, forzandolo a terra. Senza perdere tempo, Jack passò a Tim delle cinghie per tenergli ferme le gambe.
-No, non puoi prendere il mio sangue! Io sono un assissino, non salvo vite! Sono un vespaio di malattie veneree, ti avverto!-
-Doverlo fare fa più male a me che a te, Jeff, credimi...- disse Jack, mentre si disinfettava gli artigli con una fiamma. Aprì la confezione di un ago, senza preoccuparsi di non farsi vedere, e a quella vista Jeff iniziò ad urlare ancora più forte, schiacciato dal peso dei due uomini. Accanto a sé, Brian poté sentire la risata contenuta di Tim vibrare a pochi centimetri dal suo volto.
Ben era ancora piegato sul tavolo, ad ascoltare il battito di Toby come se il mondo al di fuori di lui avesse smesso di esistere.
-Vuoi sapere una cosa che ho imparato torturando, Jeff? È una cazzata, davvero, ti farà ridere- Jack stava parlando in modo divertito, rivolgendo a Jeff uno sguardo di miele, con un tono di voce basso e sensuale. Ma era ovvio che godesse nel vederlo terrorizzato, ed anche Tim si stava divertendo tantissimo. -La maggior parte delle volte i gridi di dolore hanno lo stesso identico suono degli orgasmi. Ascoltati un po'.-
E con questo, Jack prese il braccio sinistro di Jeff, e bloccò il flusso del sangue con un laccio. Vi versò sopra una quantità indefinita di disinfettante, e con un movimento rapidissimo l'ago entrò nella sua vena.
Jeff urlò, ovviamente per la paura e non per il dolore, ed il suo strillare fu troppo acuto per riuscire a verificare la teoria di Jack. Il sangue subito si andò versando all'interno di una sacca, ed i due uomini che stavano bloccando Jeff esultarono.
-Non voglio... perché mi state facendo questo?- sibilò Jeff, mentre osservava il suo stesso sangue scorrere dentro al tubo.
-Perché sei un egoista e Toby ha bisogno di te- rispose Brian, e quando Jeff sentì la testa farsi leggera, poggiò una tempia sul pavimento e svenne.

Come Find Me || Creepypasta / Marble HornetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora