21. Razliubit

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In una situazione normale ci avrei tenuto a rispondere che non facevo assolutamente parte dell'Organizzazione, ma ancora ero sotto l'effetto anestetico del profumo che Alexander emanava.

"Io ora ho una riunione. Il Consiglio deve discutere della tua situazione, dopodiché tornerò per aggiornarti su come intenderemo procedere." disse Allison, che evidentemente non subiva l'effetto dello charme del ragazzo...o almeno così pareva.

Per un istante mi ritrovai a domandarmi come facesse a non sentirsi destabilizzata da quello sguardo, ma la vecchia studentessa di biologia nascosta da qualche parte dentro di me, mi suggerì che probabilmente era soltanto questione di feromoni.

"E io cosa dovrei fare nel mentre?" domandai per tentare di distrarmi.

"Beh, a momenti dovrebbe arrivare qualcuno a portare alcune delle tue cose qui...tranquilla, giusto l'essenziale per trascorrere qualche notte, per cui potresti sistemartele e dovesse avanzare del tempo...potresti usufruire delle tue capacità oratorie per tirar su una conversazione civile, una volta tanto." fece un sorriso sarcastico e mosse quasi impercettibilmente il capo in direzione di Alexander, che stava ascoltando appoggiato allo stipite della porta.

Ovviamente doveva essersene accorto, ma anche così fosse stato, non fece cenno di aver afferrato. Scoccai ugualmente un'occhiata feroce alla rossa, che senza aggiungere altro, girò i tacchi e si allontanò con ancora quel sorrisetto stampato in volto.

Questa me la paghi.

pensai.

Rimasi qualche secondo immobile sul posto, cercando di non guardare il ragazzo, con la figura imbarazzante appena fatta che mi girava nel cervello come i panni sporchi nella lavatrice. Lui si scostò dalla soglia per permettermi di entrare, dopodiché mi seguì e si richiuse la porta alle spalle.

Mi guardai attorno e per qualche istante mi soffermai con lo sguardo sulla stanza che mi circondava. 
Non era particolarmente spaziosa e ad eccezione di un piccolo armadio ed una cassapanca di legno, non era presente alcun genere di arredamento. Pensai che si sarebbe trattato  di un ambiente particolarmente austero, se non fosse stato per gli effetti personali di Alexander che portavano qualche nota cromatica in più al candore delle pareti. Egli aveva infatti appoggiato un paio di borsoni blu notte alla cassapanca, accanto ad una pila colorata di quelli che in lontananza mi parevano dei manga. All'armadio era appeso un poster nero raffigurante tre loghi di gruppi black metal, uno dei quali riconobbi essere lo stesso che portava Alexander sulla felpa; un altro ritraeva un angelo della morte, che con aria fiera e tenebrosa impugnava la sua falce con le ali color antracite semichiuse a mostrare un grande rosone di forma quasi ellittica dai vetri gialli; alcune foto completavano il quadro. Mi concentrai a guardare uno scatto fatto a qualcuno sullo skate e mi domandai se quel qualcuno fosse Alexander stesso, ma il cappuccio sollevato del soggetto non mi permetteva di riconoscerlo. Osservai che lo skate della foto fosse diverso da quello appeso ad una parete, questo infatti era completamente nero, eccezion fatta per un mantra scritto in rosso con un effetto che ricordava la la stesa di un pennello, con tanto di gocce che parevano colare sul resto della superficie ormai consumata dello skate.

Sebbene fossi voltata di schiena, sentivo il suo sguardo squadrarmi alle mie spalle. Cercai di ignorarlo e nel frattempo pensai a qualcosa da dire per rompere il ghiaccio. Non che avessi chissà quanta voglia di parlare, ma già Allison mi aveva fatto fare una figura di merda, mi ci mancava solo che dopo quel plateale suggerimento a socializzare, mi mettessi col muso mostrando di non esserne in grado.

"Una goth girl a Denhood, non ci posso credere." fu il suo commento a togliermi da quell'impiccio.
"Evidentemente non riesci a credere a parecchie cose." dissi, ripensando alla sua esclamazione quando poco prima aveva aperto la porta.

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