23. Meliorism

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Il rumore dei miei tacchi risuonava per la stanza incessante.
Sentivo il peso degli sguardi di Gibson e John sulle spalle.
Insistevo nel fissare i fogli che avevo tra le mani, come se questi avessero potuto fornirmi la risposta che cercavo.
Mi ritrovavo davanti ad una scelta difficile da fare per diversi motivi e soprattutto richiedeva una decisione immediata.

Dove diamine sei, Mark!

Lo maledissi mentalmente.
Quel fannullone di mio fratello probabilmente era da qualche parte a bighellonare, quando avrei avuto bisogno del suo aiuto.
Non lo avrei mai ammesso, specialmente davanti a lui, ma averlo accanto a me mi dava sostegno. Un sostegno che aveva deciso di assentarsi proprio all'arrivo di una notizia del genere.
Presi un reapiro.
Dovevo calmarmi e ragionare lucidamente.
Non avevo bisogno di Mark, ero benissimo in grado di prendere la decisione migliore.
Pensai a Sarah.
Sapevo benissimo che in ambito pratico avesse già le capacità necessarie per lavorare sul campo, ma era anche vero che ancora non disponesse delle nozioni inerenti alle varie fasce.
D'altro canto serviva un Generale donna per quella spedizione e Sarah era la sola al momento d. Si fosse trattato di un caso meno urgente avrei atteso l'arrivo di un Generale più adeguato, ma le circostanze parevano spingermi in un'unica direzione.

"Manderemo Sarah." sentenzia, quindi.

Posai lo sguardo sui due che stavano aspettando il giungere della mia scelta, cercando di mantenere un'espressione risoluta.
Gibson mi guardò esterrefatto. La faccia gli si corrucciò tutta in una chiara espressione del suo dissenso.

"Sarah?! Ma sei impazzita per caso? Non è abbastanza matura da portare avanti una missione di questo tipo, inoltre non conosce nemmeno Eibar..." le sue mani si muovono frenetiche, mentre gesticola per accompagnare le sue parole.

Lo faceva semore in momenti in cui era nervoso, rivelando un lato italiano ereditato dalla madre.
John, però, adagiò con un gesto elegante una sua mano sulle sue, invitandolo a contenersi.

"Durante il viaggio potremo insegnarle le cose più importanti su Eibar. È intelligente e sono sicuro che apprenderà in fretta tutto ciò che è indispensabile sapere, inoltre è una fortuna che abbia già esperienza." disse poi con tono cordiale, ma fermo ed io apprezzai molto come con quel faremo, mi avesse già dato indirettamente il suo sostegno.
"Fortuna?!" sbottò Gibson.
"Allison sta dicendo che vorrebbe mandare in missione a Eibar, che è una fascia di cui sappiamo ancora pochissimo, una testa calda appena arrivata, con la fama di disobbedire a qualsivoglia ordine e tu la reputi una fortuna?!" ribatté.
"Sono sicuro che sia una ragazza responsabile quando si parla di missioni." John nin cedette alle sue provocazioni e mantenne quell'aria sicura e pacata che sempre lo contraddistingueva.
"Per non parlare della sua determinazione. Se si mette in testa qualcosa, puoi star certo che non mollerà finché non l'avrà aggiunta." decisi di intervenire e dare man forte a John.

Gibson si abbandonò allo schienale della sedia con uno sbuffo.
Si grattò la barba con fare pensieroso e scosse la testa.

"Non posso credere di doverlo dire davvero, ma forse in effetti è l'idea migliore." fu costretto ad ammettere.
"Non rimane che organizzare il tutto nel dettaglio e chiamare Sarah, allora."

X'S POV:

Non poteva non ammettere che Allison avesse una gran grinta e una capacità organizzativa fuori dal comune. Le si addiceva il ruolo di capo.
Purtroppo la ricezione del suono non era delle migliori e a denti stretti maledisse il suo capo Dennis per questo.
Da un bel pezzo si lamentava del fatto che con un'apparecchiatura migliore avrebbe potuto svolgere anche un lavoro migliore, ma la scusa che si vedeva riflitata ogni volta era un patetico "Solo quando vedremo dei risultati.".

Infiltrarsi nella Resistenza non è già un risultato?

Pensò.
Almeno quella volta aveva potuto recepire diverse informazioni utili della riunione e questo a Dennis avrebbe fatto sicuramente piacere. Quel viscido ruffiano avrebbe fatto qualsiasi cosa per entrare nelle grazie di Weyland e di certo la registrazione che aveva tra le mani gli avrebbe fatto fare i salti di gioia e chissà...magari avrebbe capito che era il caso di fornire le sue tasche di qualche marchingegno meno preistorico...
Si scostò dal muro dietro cui fingeva di controllare una cartella ascoltando la musica e si avviò verso l'uscita della sala.
Sentì però ad un tratto una porta chiudersi e un inconfondibile ticchettare di tacchi sul pavimento.

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