7.Sehnsucht

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Quando le persone che attendevamo arrivarono al tavolo, Beth dovette scuotermi per destarmi dalle mie riflessioni.
Accennai distrattamente un saluto a tutti.
Ricevetti una nuova gomitata da parte della mia vicina, seguita da un c'è Mark appena sussurrato, così fui costretta ad alzare lo sguardo.
Appena i miei occhi incrociarono quelli della persona che cercavo, rimasi paralizzata.
Alto, carnagione chiara, una capigliatura riccioluta di un castano appena più chiaro di quello degli occhi vivaci e poi quel sorriso...l'avrei riconosciuto dovunque.
Sì, era proprio Mark che cercavo, ma non mi aspettavo fosse quel Mark.
In un attimo il peso dei ricordi mi crollò addosso, ma mi ripresi in fretta.
Che ci faceva il fidanzato di mia sorella a Denhood? E come mai sembrava allegro e in piena forma nonostante il lutto che stava o perlomeno avrebbe dovuto star attraversando?
Che Julia non fosse stata abbastanza per lui?
Fui percossa da un moto di rabbia, ma dovetti reprimerlo: la missione prima di tutto.
Era palese che Josh avesse affidato quel compito a me per farmi una sorta di dispetto, ma in ogni caso qualcosa da scoprire c'era e non riuscivo proprio ad immaginare che diamine potesse essere.

"Piacere, Mark. Tu devi essere quella nuova." esordì porgendomi la mano.
Rimasi sbigottita alle sue parole.

Ma che cazzo stai dicendo?

Pensai.
A che gioco stava giocando?
Lo guardai negli occhi per un attimo e mi sorpresi nel leggervi la sincerità più assoluta: sembrava veramente non riconoscermi.

"Sì, sono io. Sarah, piacere." risposi comunque sospettosa.

Si presentarono anche altri due ragazzi di cui non ricordo il nome e una certa Samantha, alla quale non prestai più di tanto attenzione.
Attesi per tutta la cena un segnale da parte di Mark, un minimo cenno che mi dimostrasse che stava fingendo indifferenza, ma nulla.
Mi limitai perciò a rimanere perlopiù in silenzio, anche se mi sforzai di scambiare qualche parola con gli altri, di tanto in tanto.

Una volta terminata la cena, ci incamminammo tutti verso Gibson.
Mentre ci dirigevamo all'auto di Beth, vidi Samantha correre nella nostra direzione.

"Vengo con voi, non ce la faccio a stare ancora in compagnia di quei pazzi." si giustificò e vidi Beth prorompere in una risatina, seguita da un maschi sospirato tra sé.

Questa volta squadrai meglio la mia nuova conoscente mentre saliva in macchina dal lato del passeggero, che le avevo gentilmente ceduto.
Lunghi capelli biondo scuro di una liscezza invidiabile mettevano in risalto un paio di occhi nocciola.
Indossava dei jeans chiari anni 80, delle Converse e una maglia dei Ramones. Quest'ultima devo dire che contribuì notevolmente a renderla più simpatica ai miei occhi.

"Allora." disse Beth.
"Ieri su Whatsapp mi hai detto che avresti vuotato il sacco oggi." proseguì in direzione di Samantha.
Il volto di quest'ultima si vestì di un sorriso compiaciuto.
"È vero, non posso negarlo." rispose per poi non proferire più parola, mantenendo lo sguardo puntato sull'amica in attesa di una sua risposta.
Lo ammetto, anch'io avevo finito per incuriosirmi.
"Per la miseria, Sam, datti una mossa!" esclamò la riccia ad un certo punto.
L'altra rise soddisfatta prima di parlare.
"Sì, ci siamo visti ieri e passa a prendermi a fine serata." rispose.

Feci una smorfia che nessuna delle due notò e mi voltai a fissare oltre il finestrino. Avevo ovviamente capito di cosa stavano parlando e l'argomento non mi interessava affatto.
Ragazzi...avevo già troppi problemi per la testa, mi ci mancavano solo loro a completare il quadro.
Il mio pensiero fuggì, fino a perdersi in due bellissimi pozzi scuri.
In quegli ultimi giorni mi era capitato svariate volte di pensare a Matt. Ancora mi era oscura la ragione, ma avevo notato che la frequenza con cui la mia mente volava a lui era cresciuta notevolmente dalla prima volta in cui l'avevo visto.
Ciò mi turbava parecchio, esattamente come la leggera stretta allo stomaco che provavo ogni qual volta che il ricordo del suo volto prendeva forma nella mia testa e soprattutto quando rimembravo il bacio che senza una ragione gli avevo dato. A questo punto, inevitabilmente mi risuonavano nelle orecchie le parole taglienti che mi aveva rivolto e perciò ero solita rabbuiarmi.
Scossi la testa, come ad allontanare quei pensieri. Ovviamente non era nulla di che, si trattava solamente di semplice attrazione. In fondo ero giovane e un fenomeno del genere era anche normale che accadesse.
Decisi di cambiare argomento di riflessione, così sbloccai lo schermo del cellulare e fu con relativa sorpresa che trovai un messaggio da un numero sconosciuto.

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