Capitolo 18

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"Dai diccelo, chi è la fortunata?" Chiede Tyler, alzo gli occhi al cielo e mi concentro sul mio telefono. Siamo in mensa, seduti al solito tavolo a parlare dell'appuntamento di venerdì.
"O la sfortunata" riformula la domanda Ander scoppiando a ridere con Tyler.
Loro tre ormai sono così, sono diventati un trio inseparabile, quando gli stai attorno ti trasmettono tanta di quella allegria e solarità che non puoi far a meno di fare un sorrido.
"Ha ha, molto divertente. Comunque è un No." sorride il bastardo verso di me.
"Sarà sicuramente una puttana da quattro soldi" mormoro tra me e me, alzo la testa dal cellulare e vedo tutti che mi guardano.
"Che c'è?" Chiedo confusa.
"Sarà anche una puttana da quattro soldi, ma di sicuro a lei non faccio schifo." Esclama Ian abbastanza irritato. Solo ora realizzo che ho pensato a voce alta. Mi alzo di scatto dalla sedia e con un "scusate, devo andare in bagno" mi volatizzo via.

"Dai Allison, non puoi comportarti così" parlo al mio riflesso nello specchio "non sei più una ragazzina in preda agli ormoni. Puoi avere tutti quelli che vuoi, non ti serve lui" respiro con le mani appoggiate al lavandino.
"A quanto pare non tutti" mi giro di scatto e lo vedo, appoggiato allo stipite della porta del bagno femminile. Dovrebbe davvero smetterla di venire qui come se nulla fosse.
Menomale che prima di entrare ho controllato che non ci fosse nessuna ragazza.
"Si, invece" esclamo.
"No, invece. Vuoi un esempio? Ander, mi ha detto che non sei proprio il suo tipo." Si avvicina a me "oppure ne vuoi un altro, hmm, che ne dici di...me?" Ormai è troppo vicino per i miei ormoni che stanno danzando la Macarena.

Mi ha incastrata fra le sue braccia muscolose, appoggiando le mani sul lavandino dietro di me. Però nonostante questa situazione che ho con lui, così incastrata mi sento a casa, protetta e anche felice, tanto da non trattenere un sorriso.
"Mi prendo tutti quelli che voglio." Mi avvicino ancora di più al suo viso "ma come ho detto, quegli che voglio io, non quelli che vogliono me. Ander non mi è mai interessato, solamente mi sembra una persona simpatica." Mi allontano mordendomi un labbro, non ho potuto resistere a sentire ancora una volta il suo profumo.
"Non ne sarei tanto sicura Davis. Tu mi vuoi, ma non mi hai." Stavolta è lui ad avvicinarsi a me, più precisamente al mio orecchio, sussurrandomi l'ultima frase succhiandomi il lobo. Questo è dannatamente vero.
"Quello che voglio lo ottengo sempre, non importa come" gli sussurro.

"Mi spiace..." si allontana da me bruscamente "...ho già in mano la mia prossima preda." Si mette le braccia sopra la testa sorridendo maligno.
"Beh in tal caso, spero che te la godi" rispondo abbastanza irritata. Per cosa? Non lo so neanche io.
Faccio per andarmene ma mi prende per un polso, girandomi verso di lui.
"Non quanto me la goderei con te, Allison" tiro via il mio polso e facendo un sorriso finto, lo fronteggio.
"Non mi avrai mai, soprattutto facendo allusioni sessuali patetiche"
"Altre pagherebbero per queste allusioni, dolcezza" ha in faccia un sorriso strafottente che mi fa venir voglia di prenderlo a pugni, ma anche a saltargli addosso e baciarlo dappertutto.
Ah, sono confusa!

Esco fuori dal bagno e mi dirigo alla prossima lezione, Storia.
Entro e mi siedo in un banco libero, non voglio compagnia e sono sicura che nessuno è così sfacciato da sedersi vicino a me. Sto attenta poiché non ho con cosa distrarmi, ma circa 10 minuti dall'inizio della lezione, ecco che entra Ian, in ritardo.
"Signorino Anderson, le sembra l'ora di entrare in aula?!" rido sotto i baffi per il nomignolo che gli ha dato, 'signorino', mi metto una mano sulla bocca facendo davvero fatica a trattenere le mie risa.
"Mi scusi, Mis. Smith, non succederà più" leccapiedi.
"Va bene" lo liquida con la mano "vai a sederti vicino a Davis, è l'univo posto libero" all'improvviso smetto di ridere e ritorno seria, guardando male la prof.
Ian annuisce e viene vicino a me. Sono agitata, non so come comportarmi data l'ultima conversazione avvenuta circa 20 minuti fa.

La lezione continua, ho beccato varie volte Ian guardarmi di sottecchi con uno sguardo malizioso, ma quando incontravo i suoi occhi lui distoglieva subito lo sguardo.
Vorrei davvero sapere cosa pensa in questo momento.
Improvvisamente, mentre prendo appunti, sento qualcosa colpirmi in testa, qualcosa di leggero, e quando mi giro per vedere chi mi abbia tirato quel pezzettino di carta, lo vedo per terra.
Faccio finta di stiracchiarmi e lo afferro sotto il naso della prof.
Su di esso c'è scritto il mio nome. Lo apro e quando lo leggo, rido amaramente
"Smettila di mangiarti con gli occhi il mio tipo. Ian è off limits. Bacioni, Amanda" neanche fossimo alle elementari.
Mi giro verso di lei e gli faccio un bel terzo dito con un sorriso smagliante, ed in cambio ottengo la stessa risposta.

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