Percepisco la presenza di qualcuno avvicinarsi con passo furtivo alle mie spalle. Non ho bisogno di voltarmi per avere un'idea nitida di chi sia lo scocciatore: il profumo, di cui abusa, invade i miei sensi, invitandomi a curiosare in mezzo a quelle iridi irresistibili che si sono permesse di scrutare la mia figura per tutta la lunghezza dell'abito, soffermandosi sullo scavo.
-Dove pensi di andare con quel vestito?- erompe serio.
-Di certo non lo vengo a dire a te- controbatto, posando lo sguardo su di lui.
-Bene, se sei convinta di voler entrare in discoteca vestita così...- fa spallucce, tirandosi fuori dalla questione.
-Discoteca?- sollevo un sopracciglio. A quanto pare, questo ragazzo è conoscenza di parecchi dettagli che io ignoro, e non si tratta della prima occasione.
-Probabilmente Kat ha scordato questo piccolissimo particolare, perché quella è la prossima tappa- si prende gioco di me, lo diverte osservare l'espressione meravigliata che provocano le sue parole.
-Non importa, mi adatterò alla situazione- non nascondo un'intonazione infastidita dal fatto che l'organizzatrice non abbia accennato nulla, tuttavia sono portata a credere che anche questa fosse una sorpresa, prima del suo intervento indesiderato.
-Importa a me, non andrai in quel locale conciata così- continua imperterrito. Ma chi pensa di essere per potermi imporre simili divieti? Non sono la sua ragazza e, se anche lo fossi, non avrebbe il diritto di trattare nessuna così.
-E chi me lo vieta?- una domanda caparbia, rivolta ad un ragazzo altrettanto superbo, che pronuncio sollevandomi in punta di piedi, nonostante non riesca a raggiungere la sua altezza. Non risponde immediatamente, per qualche secondo si limita ad uno scambio di sguardi e un movimento convulso finalizzato ad accendersi una sigaretta che porta, infine, tra le labbra, utilizzando l'indice e il medio che si stringono tra loro quasi alla maniera di un abbraccio.
-Ti guarderebbero in troppi- è la sua replica, quando spezza il rigore della distanza che ci separa affiancando il mio orecchio. All'ultimo, però, cambia direzione sporgendosi dalla terrazza, sulla quale avevo imposto il mio dominio. Si appoggia ad essa sui gomiti, dando le spalle al paesaggio campestre ed allungando le gambe verso di me, con una certa noncuranza. Con la lingua, fa ruotare l'oggetto maledetto che rischia di spegnersi.
Non ho tuttora alcuna idea su come atteggiarmi con lui e la colpa non può che essere sua: si mostra sempre sicuro di sé, così superbo e sprezzante di ogni calamità, e le sue pupille non sono da meno. Percepisco il suo sguardo sulla pelle, come volesse perforarla: il mio corpo brucia a contatto indiretto con questa pressione visiva, eppure non posso contrastarla, non voglio ribellarmi a quegli occhi in grado di spogliarmi di ogni bene materiale, ogni vestito di virtù indegna. Il rumore che provoca il silenzio fra noi pare non esaurirsi mai: è una quiete precedente la tempesta, un uragano che sta per abbattersi senza pietà sulla piccola scialuppa armeggiata al centro del mio cuore. Quest'ultimo martella contro la gabbia toracica, agitandosi a causa del poco ossigeno che giunge dai polmoni.
La mia salvezza risiede in un appello, quasi un mormorio, proveniente dall'ingresso: Logan entra a minuscoli passi tenendo, di consueto, una mano in tasca, simbolo del suo imbarazzo interiore che non può nascondere; l'avambraccio destro, invece, è molle sul fianco, dove pende un sacchetto di dimensioni ridotte. Un sorriso si stende sul suo volto, quando incontra il mio sguardo, intento ad avvicinarsi ed abbandonare la figura scomposta di Ryan. Mi porge la busta, attorniata da un nastro viola. -Auguri!- esclama, non essendo a conoscenza della verità.
È impacciato: il suo viso dolce vorrebbe animare il cuore di una mal nata, un tormentato spirito in pena. Lo abbraccio, la sola dimostrazione di riconoscenza ed affetto che posso restituire, collocando il mento sulla sua gracile spalla. In punta dei piedi, percepisco il suo braccio avvolgersi sulla mia schiena: sono contenta che sia qui, nonostante i suoi piani fossero di festeggiare un compleanno tra amici, il che mi costringe a deludere le sue aspettative.
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Storm Soul
RomanceErrare è umano, dicono: tutti possono aver commesso dei misfatti in età adolescenziale e sentire tutto il peso del rimorso quando si è adulti. Ma se quei gravi eventi si ripresentassero prima per tormentare la loro vittima? Una vendetta lenta ed atr...