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Piano piano questa si libera, lasciandomi sola con un altro gruppetto di ragazze che stanno conversando su non so cosa; l'atteggiamento collettivo dà quasi l'impressione che si stiano divertendo alle mie spalle, considerando le risatine e gli sguardi che lanciano verso la mia direzione. Le persone che spettegolano dietro agli altri mi irritano, la mia idea è fermamente stata una sola: se hai qualcosa da proferire alla mia persona o quella degli amici, abbi almeno il coraggio di dirmelo in faccia.

Dopo un po' la porta si spalanca nuovamente e noto, con la coda dell'occhio, Katherine, abbinata degnamente alla sua borsa viola, fare il suo ingresso nella più totale spensieratezza.  Mi sorprende, in principio, la sua occhiataccia mirata alle ragazze sedute al tavolo di fianco: non è da lei avere un simile comportamento, successivamente però ripara all'errore compiuto accomodandosi di fronte a me, con due occhioni colmi di gaiezza.

I capi che indossa, stirati nei minimi dettagli del suo corpo, indicano che è pronta per la danza: una gonna rossa ripiegata sugli angoli e una canottiera bianca, attillata in modo esagerato, con qualche scritta che non riesco a identificare (indubbiamente il nome della scuola). Domanda dove si trova la terza fanciulla del gruppo, guardandosi intorno e intuendo il mio stato; per concludere, decide di propormi la sua lezione di educazione fisica che, per ovvi motivi, rifiuto.

-Almeno ti va di venire a vedere i nostri allenamenti? Mi servirebbe un po' di supporto morale per le prove- ai suoi occhi dolci, non ho il diritto di negare nulla.

Mi sollevo dalla panca e la seguo senza dire altro, al contrario delle signorine pettegole che mostrano un'espressione disgustata. La mia curiosità di impone di fare domande a Katherine a proposito del loro conto, perché probabilmente le conosce, ma voglio evitare discorsi sgradevoli al riguardo ed, inoltre, vorrei sfuggire dal pronunciare qualche parola di troppo che potrebbe rovinare quel loro bel visino da oche.

Il corso delle cheerleader si tiene nella zona affiancata dal campo da basket, dietro invece c'è il corso di football: una trentina di ragazzi in tutto. Il posto più sicuro per tifare una partita sono gli spalti, così decreto che quest'ultimo sarà il trono da dove osserverò Kat, che intanto raggiunge la sua insegnante con i pon pon, appena tirati fuori dalla borsa.

Ammetto che ci vuole una grande elasticità ed un grande coraggio da atleta per far parte del loro gruppo, uno dei motivi per cui non avrei successo nella lezione. Analizzo, quasi a bocca aperta, diversi salti che mi fanno salire il cuore in gola: l'euforia, la passione e la forza che ripongono in questo sport, non mi potrebbe mai appartenere; non sono mai stata portata per la danza, troppo faticoso, non è nel mio stile.

Qualche ragazzo si è avvicinato al campo da basket per gli allenamenti, mentre altri si vedono nelle mie stesse posizioni. Un gruppetto, sicuramente più competenti di me, si siedono non molto lontano, cosa che mi permette di origliare i loro discorsi sconci sui gonnellini sempre più corti delle cheerleader.

In ogni scuola esistono tre tipi di alunni, che si differenziano dalla moltitudine: i geni, che passeranno l'esame con lode in ogni materia, gli sportivi, i soliti ragazzi popolari che raggiungeranno sicuramente una borsa di studio grazie all'attività fisica che praticano, e i festaioli, quelli che vengono al campo solo per poter organizzare feste nel week-end ed invitare tutti i colleghi. Infine, esiste una parte di studenti molto ristretta: quelli che darebbero fuoco volentieri ad ogni parte dell'edificio. Loro hanno tutto il mio appoggio.

Le prove sono estenuanti e durano a lungo, eppure le ragazze non sembrano per nulla affaticate, cosa che le rende ancora più talentuose. Durante l'acrobazia finale, esamino gli spazi dedicati alla materia: le aree disponibili sono divise da reti spesse e invalicabili, piantate nel terreno su tutto il perimetro che giunge alla gradinata, pertanto si collegano tra loro attraverso un portone in ferro, oramai arrugginito; i parapetti, altrettanto ossidati, si estendono per tutto il lato nord dei campi.

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