La festa

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24 dicembre, come tutti gli anni la mia famiglia da una festa in occasione di questa data. Non che ci interessi tanto la celebrazione in se, è solo uno dei tanti modi che hanno le famiglie Purosangue di sfoggiare le proprie ricchezze.
<<Tesoro, sei pronta?>> è la voce di mia madre quella che sento al di là della porta, la apro e la palla di luce argentea scompare. Dovevo immaginare che non sarebbe venuta di persona.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio: il vestito nero che mamma mi aveva fatto confezionare apposta per l'occasione mi fascia a pennello, lo chignon morbido si lascia sfuggire qualche ciocca che vanno a contornarmi il viso. Sono pronta.
Arrivata all'inizio delle scale il cuore mi inizia ad accelerare, il brusio chiassoso della gente sottostante mi inonda le orecchie. Un bel respiro e scendo la rampa, è l'ora dello show.

Rivolgo finti sorrisi a destra e manca, tutta gente del ministero con le loro mogli; tirati a lucido: come se fosse il giorno del loro funerale.
Mi costa un grande sforzo dover tutte le volte giocare a questa farsa: ogni volta un vestito nuovo, ogni volta l'esibizione al piano, ogni volta le stesse espressioni, ogni volta lo stesso mortorio. Cerco con gli occhi i miei amici tra la folla, eccoli in compagnia di Draco che si guardano intorno.
<<Ciao ragazzi, che bello che siete venuti.>> li raggiungo abbracciandoli uno a uno, <<Hai proprio una magnifica casa.>> commenta Pansy col naso per aria intenta a guardare il soffitto affrescato, la ringrazio: come se fosse importante. Sento una mano appoggiarsi sulla spalla, mi giro: è mio padre. <<Scusate ragazzi. Olivia è arrivato il tuo momento.>> dice facendosi passare da una mano all'altra il calice di vino, mi dirigo verso il pianoforte a coda che era collocato al centro della sala. <<Vi prego gentili ospiti di fare un attimo di attenzione.>> dice la voce di mio padre sovrastando la confusione degli invitati. Le voci si silenziano,<< Mia figlia Olivia ora si esibirà solo per voi suonando il piano.>>. Mi siedo sullo sgabello e posiziono i piedi sui pedali, le mie dita iniziano a scorrere veloci sui tasti creando una dolce sinfonia così nota alle mie orecchie; a un certo punto una mano fa capolino sulla tastiera rubandomi la nota e un corpo si siede di fianco a me sullo sgabello: Ced.
Continuiamo l'esibizione a quattro mani, proprio come solevamo fare per i miei nonni. Finito di suonare la sala si riempie di applausi e ci dileguiamo insieme al piano. <<Ced, ma quando sei arrivato?>> dico affondando il viso nella sua camicia, <<Appena in tempo per evitare che tu sbagliassi qualche nota.>> scherza.
<<Sei bellissima.>> dice attirandomi ancora di più a se, <<Buonasera Cedric.>> la voce di mio padre ci interrompe, <<Buonasera signor Owen.>> risponde il mio fidanzato riacquistando un minimo di decoro, <<Papà noi due...>> <<Vi frequentate, me ne sono accorto. A quanto pare Hogwarts ha riunito le relazioni di un tempo.>> mi interrompe.
<<Signor Owe->> , <<Oh Cedric, chiamami Charles! Non perdiamo le buone e vecchie abitudini .>> papà che si fa chiamare per nome? Buon Segno! Detto questo se ne va come era arrivato: all'improvviso. <<Dove eravamo rimasti?>> mi sorride sghembo, porto le mani ai suoi folti capelli tirandone piccole ciocche quando le nostre lingue si scontrano. <<Ci staranno cercando.>> suggerisce Ced, mi stacco malvolentieri <<Non mi importa.>> gli sussurro a fior di labbra ma l'intransigente Cedric insiste che io abbia una vita sociale. <<Rieccomi.>> esclamo alle spalle dei miei amici, un sorriso sul loro volto si smorza alla vista di Cedric; tipica ostilità fra tassi e serpi.

<<Ecco, una bella bottiglia di champagne!>> esordisce Blaise accompagnato da Draco euforici per il successo della loro spedizione, <<E in più una bottiglia di whiskey incendiario.>> Draco tira fuori da sotto la giacca la preziosa bottiglia in cristallo di mio padre. <<Non credo sia una buona idea.>> esordisce Cedric, sempre giudizioso.... riceve da tutti delle occhiatacce, dovrebbe rilassarsi e iniziare a divertirsi. Ci siamo rifugiati in libreria, l'unica stanza della casa abbastanza lontana da non farci disturbare da funzionari magici ubriachi.

Beh che dire, è quasi mezzanotte e sono tutti dormienti, tutti ubriachi. Per fortuna io e Cedric non abbiamo bevuto così tanto come gli altri.
<<Ced! Ced!>> sussurro scuotendolo, apre gli occhi ancora addormentato <<Buon Natale.>> si slancia a baciarmi , <<Vieni con me.>> prendo Ced per mano e sgattaioliamo fuori dalla biblioteca per poi nasconderci in camera mia. Appena entriamo chiudo la porta a chiave, e Cedric mi blocca con le spalle al muro. Le sue labbra si staccano dalle mie, gonfie ed arrossate, per procedere in un viaggio voluttuoso attraverso il mio collo. Brividi lungo la schiena scuotono il mio corpo inebriato dalla voglia di stringermi in tutti i modi possibili a Cedric. Sento le sue mani scivolare sulla mia schiena e aprirmi la cerniera del vestito che cade velocemente ai miei piedi. Rimango in intimo perciò gli sfilo la giacca e inizio a sbottonargli la camicia di seta, ancora candida e pura, dobbiamo subito rimediare a questa disparità. Lo spingo verso il letto a baldacchino sul quale ricadiamo sopra senza staccare le nostre labbra. Provo a slacciargli la cintura ma Cedric si irrigidisce, <<No Olly, non così.>> dice bloccandomi le mani, sono confusa: ho sbagliato qualcosa?
<<Ced, io non capisco.>> dico delusa, <<Non voglio farlo in questo modo da... clandestini. Anche se non sembra sono un tipo all'antica.>> dice imbarazzato, <<Perciò vuoi dire che non mi toccherai finché non saremo sposati?>> in questo caso dovrà passare un'eternità ... Cedric si limita ad abbracciarmi e a coprirci con la coperta. Intrecciamo le nostre gambe, le mie nude le sue coperte ancora dai morbidi pantaloni di velluto, e presto mi addormento col viso appoggiato al suo petto robusto.

ℒ𝒶 𝓋𝒾𝓉𝒶 𝑒' 𝓊𝓃𝒶 𝓂𝒶𝑔𝒾𝒶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora