I have a dream

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<<Scappare? E dove?>> chiede sconvolto per le troppe notizie tutte in un colpo... <<Ced, ho già pensato a tutto io. Ho già i documenti falsi per andare in America, alle quattro di oggi pomeriggio partirà un aereo babbano dall'aeroporto di Londra. La non ci troverà nessuno!>> dico cercando di essere il più chiara possibile ma Ced non sembra molto sicuro... <<Non lo so... non voglio lasciare qui Olivia da sola.>> dice guardando da una parte all'altra del corridoio, <<Ma Ced, io sono Olivia. la tua Olivia!>> dico avvicinandomi per abbracciarlo ma si scosta leggermente, non si fida di me...
<<Ced...>> sussurro supplichevole, <<Scusami ma io non ti conosco... tu sei diversa.>> mi sento morire, una seconda volta, la prima è stato quando è morto lui. <<Ti prego, abbracciami. Solo dopo ciò mi potrai dire che non mi ami e io lo accetterò.>> vedo l'imbarazzo nei suoi modi, si avvicina timidamente e mi stringe con leggerezza; <<Forte Ced, stringimi forte.>> gli sussurro all'orecchio, vedo la pelle d'oca formarsi sulla pelle del suo collo, come la vorrei poter baciare...
Alzo lo sguardo e lo vedo: i suoi occhi sono chiusi ed il volto è sereno; le sue labbra, socchiuse, mi sollecitano a unirle alle mie e non ci penso due volte.
Le scarpe si piegano mentre mi alzo sulle punte e velocemente premo le mie labbra alle sue, rimaniamo per un po' così senza muoverci fino a quando Ced finalmente schiude la bocca lasciandomi entrare. E così parte il bacio più bello della mia vita; perché è proprio vero che se agogni una cosa così ardentemente quando la ottieni è anche meglio di tutte le tue fantasie.

<<Scusi, per il gate 11?>> chiedo a una guardia della sicurezza che stava camminando senza una meta, <<Sempre dritto e poi alla diramazione a destra.>> mi risponde cortese; <<Grazie>> dice Ced e gli stringo la mano scambiandoci uno sguardo complice. Alla fine è venuto con me e in quel momento sono stata la ragazza più felice del mondo. Camminiamo con cautela in mezzo ai babbani, la paura di fare qualcosa di strano e insospettirli è altissima, in un luogo così grande sarebbe impossibile obliviarli tutti...
<<Edward, vuoi qualcosa da bere?>> chiedo usando il suo falso nome, dobbiamo ancora abituarci.
<<Si, grazie Bella. Un succo di zucca sarebbe perfetto.>> dice guardando il suo orologio da taschino che gli canta l'ora. Un paio di babbani iniziano ad osservarci incuriositi, <<Ced stiamo dando troppo nell'occhio... >> gli dico all'orecchio, <<Scusami, non lo sto facendo apposta.>> dice dispiaciuto. Gli bacio fugacemente le labbra e me ne vado a prendere da bere.
<<Una bottiglietta di Coca-Cola grazie!>> dico alla barista, <<Sono due pounds.>> dice battendo sulla cassa, cavolo i soldi babbani... ecco cosa mi sono dimenticata! Appoggio due galeoni sul banco sperando non se ne accorga e me ne vado giusto in tempo per la chiamata a salire sull'aereo.

<<New York è immensa!>> dice Ced col naso per aria, i grattacieli sovrastano imperiosi sulle nostre teste ignorando che con un colpo di bacchetta potremmo abbatterli in mille pezzetti. <<Ced, dovremmo muoverci a trovare il Macusa.>> dico guardandomi in giro, centinaia di persone camminano sui marciapiedi spediti. Tutti con un proprio scopo, una propria destinazione, una propria vita. L'energia che si respira è la vera magia.
<<Credi che sia molto lontana?>> chiede tornando lucido, <<Non lo so, so solo che si trova nel grattacielo Woolworth e che dovrebbe esserci un gufo intagliato sopra l'ingresso...>> .

Oggi non è proprio ciò che si definirebbe una bella giornata a New York, dopo due ore di ricerca per le vie della città e fradici a causa della pioggia scrosciante ci fermiamo ad un baretto all'angolo tra la fifth avenue e la seventh street. L'odore del caffè ci inonda le narici, e anche se avremmo voluto una bella burrobirra, ci accontentiamo di una fumante tazza di caffè.
<<E una volta arrivati al ministero?>> chiede Cedric perso a guardare fuori dalla vetrina tutta imperlata di goccioline, <<Chiederemo il collocamento.>> dico scaldandomi le mani attorno alla tazza.
<<È solo che non voglio finire a occuparmi di soffitti gocciolanti o lettere smarrite.>> la sua preoccupazione è accentuata dalle rughe profonde sulla sua fronte, non deve essere semplice per Cedric affrontare questo periodo. L'ho sconvolto totalmente e mi dispiace, ma è necessario se vogliamo avere un futuro tranquillo...
<<Allora iscriviti al corso per auror.>> spero di riuscire a tirargli su il morale, fa male vederlo così.
<< Impossibile! Avremo bisogno di soldi e il corso dura cinque anni. Inoltre è necessario il conseguimento dei MAGO e io non non nemmeno quello...>> dice scoraggiato,
<<Beh guarda caso ,signor Edward Peppergold, io ho qui proprio tra le mie mani un bel attestato di come lei abbia ottenuto tutti Eccellente ai MAGO. Tra l'altro mio nonno è morto e ha designato me come sua unica erede lasciandomi tutti gli averi della famiglia Caramell.>> il sorriso sulle mie labbra contagia anche quelle di Cedric lasciandogli intravedere un briciolo di speranza. Mi accarezza una guancia e le sue soffici labbra mi rendono ebbra d'amore,
<<Sei meravigliosa, sotto tutti i punti di vista.>> dice guardandomi negli occhi, lo bacio con trasporto nonostante tutti gli occhi dei presenti che abbiamo addosso.

<<Scusi, sa per caso dove si trova il palazzo Woolworth?>> chiedo mentre paghiamo i due caffè con un galeone, <<Oh, è proprio qui di fronte!>> esclama la cameriera osservando meravigliata la moneta d'oro, ci voltiamo e subito vediamo il palazzo che abbiamo cercato per mezza Manhattan; ci stiamo sentendo molto stupidi in questo momento...
<<Grazie mille, arrivederci!>> esclamiamo all'unisono io e Ced correndo fuori, un usciere ci apre la porta del palazzo e appena entriamo una vista spettacolare ci si presenta davanti. Nemmeno il ministero britannico era così grande! <<Come faremo, Bella, a trovare il posto giusto?>> mi chiede Ced usando il mio nome falso, <<Non lo so Ed, proviamo a chiedere. È l'unica cosa che mi viene in mente.>>.
<<Voi dovete essere Isabella ed Edward! Vi stavo aspettando!>> una voce dietro di noi ci costringe a girarci, una donna anziana ci guarda con due occhietti vispi, sembrano quasi quelli di una... salamandra!
<<Oh salve! Ci conosciamo?>> chiede Ced sorpreso, <<Non ancora, sono Tina Goldstein e mi hanno incaricato di ricevervi.>> ovviamente... <<Salve, vorremmo fare richiesta di collocamento.>> spiego velocemente, la vecchia signora ci sorride e ci guida verso l'ascensore e ci lascia al terzo piano.
La receptionist ci guarda con un sorrisetto zuccheroso, quasi stomachevole. Guardo Cedric che ricambia la mia occhiata: O la va o la spacca!

ℒ𝒶 𝓋𝒾𝓉𝒶 𝑒' 𝓊𝓃𝒶 𝓂𝒶𝑔𝒾𝒶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora