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<<Allora, da dove iniziamo?>> chiesi io, sentendomi improvvisamente su di giri. Non vedevo l'ora di imparare, di conoscere e sperimentare in prima persona. Forochel restò a fissarmi, senza rispondere, gli occhi fissi nei miei, e ben presto dovetti abbassare lo sguardo. I suoi occhi erano così chiari e intensi al tempo stesso da mandarmi in panico, sembrava mi stessero perforando alla ricerca di non so neanch'io cosa.

<<Bocciata.>> disse subito dopo, raddrizzandosi. Io alzai di scatto lo sguardo verso di lui, non capendo.

<<C-cosa?>>

<<Ho detto bocciata.>>

<<Ma... non hai detto niente, non abbiamo fatto niente. Perché->>

<<Il tuo sguardo.>> m'interruppe prima che potessi finire <<Non riesci a sostenere un semplice sguardo, come credi di poter diventare un elfo?>> Non dissi nulla, capendo solo a metà quel che voleva dire, così sospirò e si decise a spiegare meglio.

<<Come dovresti già sapere, noi elfi siamo orgogliosi per natura. Chi più e chi meno, ovviamente. Le conoscenze che abbiamo a disposizione e che ci sono state tramandate nei secoli sono tante, e inconfutabili. Abbiamo prove, i nostri antenati hanno visto e vissuto in prima persona eventi che hanno cambiato il nostro stile di vita e quello di tutti gli esseri viventi nel tempo, arrivando a quello attuale. Adesso, grazie a ciò, sappiamo cose che altri non conoscono, o non immaginano minimamente. E questo ci permette di parlare dicendo sempre la verità, poiché le nostre conoscenze ce lo permettono e le nostre parole sono ascoltate con attenzione da tutti. In breve, quel che diciamo è legge, non esistono mezze misure o seconde verità.>>

<<Un po' arrogante come cosa.>> mi lasciai sfuggire pensando ad alta voce. Coprii subito la bocca con la mano, spalancando gli occhi. Mi sarei presa la lingua a morsi. Gli occhi del biondino si assottigliarono per un momento, lanciandomi un'occhiataccia, per poi sospirare.

<<Sì, spesso risultiamo arroganti agli occhi altrui.>> disse passandosi una mano tra i capelli. Poggiai nuovamente la mano sul materasso al mio fianco, invitandolo così a continuare. <<Tuttavia, è nostro dovere insegnare a chi ignora le conoscenze a noi affidate, è una grossa responsabilità.>> Alzai la mano come facevo alle elementari quando volevo dire qualcosa, e lui dopo aver alzato gli occhi al cielo mi permise di parlare.

<<Scusa, ma ancora non capisco cosa c'entri questo con la questione dello sguardo.>>

<<Ci stavo arrivando, se tu la smettessi di interrompere...>> Mi passai due dita sulle labbra come a chiudere una cerniera invisibile, cosa che fece sorridere Roche solo per mezzo secondo prima che dissimulasse l'azione con un colpo di tosse. <<Ad ogni modo,>> riprese poi <<quando sai di conoscere la verità su qualcosa, qualunque cosa sia, il primo e più veloce modo che hai per esprimerlo è lo sguardo. Una persona sicura di sé e di ciò che dice mostra con fierezza i propri occhi e l'espressione che ha in viso, proprio per far capire a tutti che non hanno il permesso di sottovalutarla o dagli della bugiarda.>> Lo guardai per un attimo, capendo finalmente quel che intendeva.

<<Vuoi dire che, solo perché ho abbassato lo sguardo, sembro una nullità?>>

<<Non è "solo" per quello.>> ribatté mimando le virgolette in aria <<I tuoi occhi mostrano una persona facile da calpestare e mettere in un angolo, così come la tua postura. Sei già piccola e fragile di tuo, è ovvio che con questo atteggiamento non aiuti.>> Sbuffai a questa sua piccola e fastidiosa descrizione di me, avrebbe potuto evitarsela. Incrociai le braccia, sentendomi leggermente ferita per quel che aveva detto. Ok, forse non avevo lo spirito combattivo che avrei voluto, ma... Abbassai gli occhi sulle miei mani, strette a pugno. No, dovevo smetterla. Stavo di nuovo cercando qualche scusante sul mio debole comportamento da umana. Avevo chiesto aiuto a Forochel proprio per cambiare, per essere più forte e sicura di me. Accettare le sue critiche era il primo passo per farlo. Lasciai andare un piccolo sospiro e alzai gli occhi in quelli del ragazzino, che non aveva smesso un attimo di guardarmi. Forse si aspettava qualche reazione esagerata, che gli puntassi il dito contro o altro. In effetti non potevo dargli torto, stavo quasi per farlo.

My Life Now 2: My Own ChoiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora