In un primo momento non capii a cosa si riferisse, ma subito dopo sentii quasi le unghie entrare nella carne dei palmi, lasciando sicuramente segni visibili. Ne alzai uno, e notai che un rivolo di sangue aveva già attraversato la superficie del palmo raggiungendo il dito medio, creando una stradina color porpora. Bene, togliamo il quasi. Un paio di secondi di distrazione e mi ritrovai il moro a neanche un paio di passi da me, nell'atto di tendere la mano, probabilmente per prendere la mia e guardare meglio. La sua vicinanza però fu così repentina che saltai letteralmente indietro, mettendo nuova distanza tra me e lui, quella necessaria. Non sembrò stupirsi troppo della mia reazione, e fece nuovamente per avvicinarsi, ma due secondi dopo era praticamente a testa in giù, in un modo che se non fossi stata così spiazzata dalla situazione avrei trovato addirittura comico. Guardai la sua figura che penzolava inerme, nonostante spostasse il viso in ogni direzione per capire perché ad un tratto terra e cielo avessero fatto a cambio di posto. I miei occhi invece erano fissi sul rampicante attorcigliato intorno alle sue caviglie, grosso e dall'aspetto duro, che saldamente lo manteneva in quella posizione da un'estremità mentre l'altra si perdeva nella boscaglia poco distante. Ero sicuramente stata io, e lui stesso dopo essersi accorto della pianta mi guardò stupito e, forse, un po' ferito da quel gesto. Da parte mia non me n'ero assolutamente accorta. Ero ancora col palmo leggermente sollevato, inconscia anche di aver compiuto quel movimento. Il mio corpo si era mosso da solo di fronte ad una minaccia, (o quel che la mia mente aveva creduto lo fosse) e aveva reagito bloccandola. Dentro di me mi sentivo orgogliosa di come avevo reagito, eppure guardare l'elfo appeso in quella scomoda posizione, che non faceva nulla per staccarsi, mi fece venire un senso di nausea. Lo liberai con un rapido gesto, lasciando la presa e facendolo cadere, caduta a cui lui però sembrava aspettarsi, dato che con rapidità tornò in piedi. Tenne d'occhio il rampicante fin quando non sparì nuovamente dietro gli alberi. Poi si rivolse a me. Aveva un'espressione indecifrabile, non riuscivo a capire né immaginare cosa pensasse di me in quel momento. Distolsi lo sguardo dal suo sentendo nuovamente la nausea invadermi, e gli diedi le spalle. Non avrebbe dovuto neanche importarmi troppo data la situazione attuale tra noi, ma la mia coscienza non faceva che ribadirmi quanto avessi esagerato con quel gesto, ed i suoi occhi feriti, anche se non li avevo più davanti, mi si erano stampati a fuoco nella mente.
<<Mi dispiace, io... non volevo farlo. È meglio che vada.>> Feci solo un paio di passi prima che una mano dalle dita callose ma la presa delicata mi circondasse il polso, bloccandomi. Cercai in ogni modo di mettere a tacere la vocina che mi incitava a liberarmi con la forza ed a scappare lontano da lì. Dovevo mantenere il controllo, evitare che si ripetesse quanto accaduto poco fa. Strinsi nuovamente le mani a pugno, e sentii la ferita di prima protestare.
<<Lexy, guardami.>> Non risposi, non mi voltai neanche. Non ne avevo il coraggio. Era la prima volta che attaccavo qualcuno con quel potere. Ed avevo capito di non averne affatto il controllo come avevo creduto poche ore prima. <<Per favore.>> continuò lui, quasi supplicandomi. Con un enorme sforzo mi voltai a metà, mantenendo gli occhi bassi. Il suo tocco sulla pelle bruciava, quasi come se avessi una fiamma ad avvolgermi, poco più su del bracciale di margherita fatto quella mattina. Avevo quasi paura che andasse a fuoco anche quello. Usai tutto l'autocontrollo che avevo per non tirare via il braccio, aspettando che fosse lui stesso a lasciarmi andare. La sua stretta si allentò leggermente, ma non mi lasciò del tutto.
<<Ho fatto qualcosa di sbagliato, prima?>> domandò a voce bassissima.
<<N-no, nulla, non è colpa->>
<<Mi dispiace,>> m'interruppe lui senza lasciarmi finire la frase <<non volevo spaventarti.>>
<<Dovrei essere io a dirlo.>> ribattei con ironia, senza però che nessun sorriso si formasse sulle mie labbra. Ci fu qualche secondo di silenzio a seguito di quella frase.
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My Life Now 2: My Own Choice
AventuraLexy è a pezzi. Non si aspettava di venir tradita dalle persone a cui teneva di più, e deve fare i conti con i suoi sentimenti e la minaccia di un nemico dalle capacità sconosciute. Si creeranno nuove amicizie, mentre l'inverno farà la sua comparsa...