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Mi scostai dal corpo del moro e caddi di lato sul materasso, rimettendomi in piedi il più velocemente possibile sotto il suo sguardo confuso e ancora un po' eccitato. Non dovevo essere da meno, ma non riuscivo a restarmene tranquilla. Ero certa non appartenessero ad alcun animale i passi che avevo sentito. Erano troppo pesanti.

<<Qualcuno si sta avvicinando.>> Quelle parole bastarono a convincere il moro, che subito si tirò su assumendo un'espressione seria e, a quanto riuscii a notare prima che si voltasse verso l'ingresso, infastidita. Non potevo dargli torto.

<<Vado a controllare. Resta qui.>>

<<E se fosse pericoloso? Se fosse quel tipo che ha già tentato di attaccarci?>> chiesi mentre quegli occhi chiari e assassini si materializzavano nella mia mente, facendomi rabbrividire leggermente di preoccupazione. Lui si voltò incontrando per un attimo il mio sguardo, per poi raggiungere la porta e stringere la maniglia quasi volesse rimodellarla con la sola forza bruta.

<<Allora se la vedrà con me.>> Non mi diede il tempo di aggiungere altro che era già fuori dalla casa. Ovviamente. Sbuffai e tesi le orecchie, avvertendo i passi del moro allontanarsi dall'ingresso. Cercai di richiamare anche il mio potere, sperando magari che potesse essermi d'aiuto in qualche modo, ma non ero abbastanza forte o capace, né sapevo effettivamente come fare. Acuii tutti i miei sensi, riuscendo lo stesso a distinguere chiaramente due passi a diversi metri di distanza. Per fortuna la pioggia si era fermata, altrimenti sarebbe stato ancora più difficile con quel rumore di sottofondo. Mi sembrava quasi di sentirne le voci. Mi concentrai ancora un po', sentendo la testa quasi scoppiare. Finalmente avvertii i due parlare, entrambi uomini. Uno con un tono annoiato, l'altro con uno più allegro, che riconobbi subito. Mi precipitai alla porta e l'aprii, vedendo in lontananza il biondo lanciarmi un'occhiata da dietro la spalla di Galvorn e cominciare a sbracciarsi, quasi non ci vedessimo da settimane. Avrei voluto mettermi a correre e saltargli addosso, ma sapevo che mi sarei esposta troppo, così rimasi all'ingresso saltellando sul posto finché non si furono avvicinati abbastanza. A quel punto lo tirai da un braccio e feci entrare con me nella casa, stringendolo forte. Vederlo di nuovo mi rendeva felicissima, avevo pensato diverse volte in quelle ore alla possibilità che fosse stato fermato dalle altre guardie dopo esserci divisi, o che avessero scoperto la nostra piccola incursione. Lo allontanai un attimo per studiarlo bene in volto, ma la sua solita espressione divertita mi fece abbandonare tutte quelle preoccupazioni.

<<Sono contenta che tu stia bene.>> dissi abbracciandolo nuovamente, sentendolo ricambiare per la seconda volta in cinque minuti.

<<Avevi dubbi per caso?>> chiese facendomi ridacchiare. Ci allontanammo di nuovo.

<<Forochel?>> Ovviamente era anche per lui che aspettavo di rivedere il biondo. Volevo sue notizie.

<<Tutto ok, è un ragazzino forte. Non saranno le parole di uno sconosciuto scorbutico a farlo star male.>>

<<Ti ho sentito idiota.>> mormorò il moro alle sue spalle. Lo lasciai perdere e portai Taras sul letto, facendolo sedere. Il ricordo di quel che stava per succedere solo pochi minuti prima lì mi fece arrossire di colpo, e con la scusa di prendere qualcosa da mangiare mi allontanai cercando di riprendere il controllo. Conoscevo il biondo abbastanza bene da sapere che avrebbe intuito subito qualcosa senza che gli dicessi nulla.

<<Avete del cibo qui? Davvero??>> chiese parecchio sorpreso, facendomi ridere mentre prendevo il pacco di Pathos per portarglielo.

<<Già, anch'io sono rimasta stupita la prima volta. Galvorn ha portato qui diverse cose.>> e indicai il diretto interessato, che seduto ad una delle sedie guardava il biondo abbastanza infastidito. Certo, era forse l'ultima persona che avrebbe voluto lì in quel momento.

<<Bene, allora potrei anche portar via questo cesto.>> Non me n'ero accorta, ma ai piedi del letto aveva posato un cestino da pic-nic da cui proveniva un profumo niente male. Alzai un angolo del coperchio e alla vista di tutto quel che conteneva lo richiusi e portai al tavolo, lontano dal mio amico.

<<Spiacente, ormai è mio.>> dissi sentendolo ridere. Mi voltai per tornare da lui mai un paio di mani mi afferrarono per i fianchi, facendomi cadere indietro e ritrovandomi così seduta sulle gambe del moro, che senza togliere le mani da lì guardava Taras da sopra la mia testa. Ci mancava solo la scenata di gelosia. Sentii le guance riscaldarsi, mentre il proprietario degli occhi chiari di fronte a me alzava gli angoli della bocca in un sorrisino furbo, voltandosi stavolta verso di noi e incrociando senza paura gli occhi dell'uomo alle mie spalle.

<<Perciò, è ufficiale?>> chiese con una nota di divertimento nella voce.

<<Lo è.>> confermò il moro.

<<Voglio essere il tuo testimone di nozze.>>

<<Sognatelo.>> disse il moro.

<<Taras!>> esclamai io nello stesso momento, imbarazzata più che mai. Mi alzai di scatto riuscendo a scappare dalla presa del moro, per raggiungere stavolta il biondo e dargli un pugno sul braccio. Cominciò a lamentarsi per finta per quanto male gli avessi fatto, mentre io scoppiavo a ridere sentendo la tensione di poco prima sparire velocemente. Era impossibile riuscire a restare seri con lui. Sentii lo sguardo di Galvorn puntato contro la mia schiena, ma non ci feci caso. Per quanto lo amassi, non avrei rinunciato a scherzare col mio migliore amico. Dopo aver mangiato tutti e tre qualcosa, attingendo anche alle risorse che ci aveva portato Taras e di cui gli ero sempre più riconoscente, il biondo tirò fuori dalla sacca che aveva con sé i libri che avevamo preso in biblioteca. Erano cinque per la precisione, uno dei quali molto familiare. Lo presi e cominciai a sfogliare delicatamente, guardando ancora una volta i ritratti grezzi degli antichi Custodi. Avevano tutti qualcosa in comune: il colore della pelle, il naso, alcuni perfino gli stessi occhi. Sembravano quasi appartenere ad un'unica, grande famiglia. Galvorn aveva detto che quella era solo una delle diverse collezioni che li rappresentavano, e mi chiesi quanti altri ce ne fossero stati prima di allora. La distanza temporale che li separava era varia, ma difficilmente passava tanto tempo tra la sparizione di un Custode e l'apparizione del nuovo. Mi aveva detto che dalla morte della sorella erano passati tre anni, quindi per tutto quel tempo che era successo esattamente? Come avevano fatto a cavarsela senza una Custode? Mi voltai in cerca di qualche risposta, e notai Taras intento a guardare il libro che avevo tra le mani. Stava di certo ripensando a Mirìel. Non avevo ancora dimenticato il modo in cui aveva guardato il suo ritratto in corridoio. Doveva mancarle terribilmente. Mi dispiacque un sacco non avere a disposizione la collezione di disegni più recenti, magari si sarebbe sentito meglio vedendo un suo ritratto, anche se abbozzato. Mi venne un'idea. Misi il libro da parte e andai a prendere la foto che stava sulla mensola, porgendogliela. I suoi occhi sembrarono illuminarsi per un attimo, mentre prendeva la foto e puntava gli occhi sulla ragazzina al fianco dell'amico, quasi volesse imprimersi l'immagine a fuoco nella mente. Un dolce sorriso comparve sul suo volto.

<<Ricordo questa foto, la scattai in una mattina di primavera.>> disse poi, ridandomela dopo qualche secondo, anche se vidi quanta fatica gli costava. Annuii, rimettendola a posto e tornando accanto a lui, con lo sguardo di Galvorn a seguirmi.

<<Sì, lo so. Mi dispiace davvero, non so che altro dire.>> mormorai sincera. Lui mise una mano sulla mia, stringendola piano, continuando a sorridere.

<<Non ti preoccupare, la tua gentilezza è abbastanza per me.>> Sorrisi a mia volta, mentre uno sbuffo dietro il biondo mi faceva capire quanto non gli andasse giù quel momento. <<Bene, bando alla tristezza ora. Abbiamo un sacco da fare!>> e così dicendo Taras prese un altro libro, ai suoi piedi, e cominciò a leggerlo attentamente. La ricerca di informazioni ci occupò per tutto il resto della notte, e quasi mi addormentai sulle pagine per la stanchezza post-lavori casalinghi. La cosa positiva è che riuscimmo a mettere insieme diverse informazioni utili allo scopo.

My Life Now 2: My Own ChoiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora