<<Hai un bagno da queste parti, o devo andare fuori a far pipì?>> chiesi con sarcasmo, rendendomi all'improvviso conto che erano quasi ventiquattr'ore ormai che non la facevo. Il moro si voltò e mi guardò con una smorfia sulle labbra.
<<Ah-ah, divertente. È dietro quella porta.>> ed indicò appunto un ingresso che non mi ero assolutamente accorta ci fosse. Scrutai attentamente la porta, situata tra una mensola bassa ed un armadietto da terra, per poi alzarmi e andarvi incontro. Il pannello era pulito, doveva essersene occupato Galvorn mentre io mi concentravo ad ignorarlo, e guardando dentro notai la tazza del water, un lavandino piccolo ma comodo e quella che sembrava essere una doccia. Mi chiusi la porta alle spalle e, con sorpresa, notai un piccolo specchio, adatto massimo a mostrare il viso, a qualche centimetro di altezza. Sbuffai, ovviamente era messo a disposizione di Galvorn, io ero troppo bassa per vedermici. In punta di piedi riuscivo a vedere fino agli occhi, ma era troppo faticoso e lasciai perdere. Mi sarei vista allo specchio nella stanza accanto. Lo spazio era piccolo e buio, anche se una finestra rotonda sul muro alle mie spalle avrebbe potuto far passare tranquillamente la luce esterna, e la lanternina con candela appesa accanto allo specchio permetteva una visuale abbastanza scarsa del resto della stanza, ma sempre meglio del buio assoluto. Dopo aver fatto pipì mi lavai le mani, e diedi un'occhiata al braccio ferito. Mi si strinse il cuore vedendo il maglione lacerato, peraltro pagato dalla mia migliore amica, e sperai con tutta me stessa che in quella casa ci fosse anche un po' di ago e filo per cucire i vestiti, oltre che le persone. Ridacchiai, e dopo essermi tolta la maglia rimanendo con una canotta leggera sotto e i pantaloni neri, mi colpii sulla fronte. Che stupida, non avevo neanche una maglietta di ricambio! Restare ancora con quella addosso era fuori discussione, già i pantaloni, per quanto potessero essere comodi, iniziavano a darmi fastidio ed erano in condizioni pietose. Misi il pezzo di sopra da un lato, e dopo essermi sciacquata almeno il viso e il braccio sano con dell'acqua fredda (l'altro era ancora coperto delle foglie e non volevo rimuoverle) mi sentii subito meglio, e aprii di poco la porta per spiare fuori. Galvorn era di spalle, intendo a guardare concentrato chissà cosa tra le sue mani.
<<Galvorn.>> lo richiamai. Lo vidi girarsi lentamente, e in un attimo i suoi occhi si spalancarono e quasi non fece cadere a terra la scatolina che teneva in mano. Ora tutta la sua attenzione sembrava rivolta a me, o meglio al mio corpo poco coperto. Strinsi di più la maglia contro il petto, usandolo per coprirmi in parte anche se non ne avevo poi così bisogno con la canotta di sotto. Insomma, non ero mica nuda no? Vidi i suoi occhi fare su e giù, quasi volesse vedere attraverso l'indumento, e sentii le guance scaldarsi sotto quello sguardo concentrato. Rimase in quel modo per diversi secondi, mentre spostavo lo sguardo altrove per evitare di incontrare il suo e poter parlare chiaramente. <<Mi servirebbe qualcosa per coprirmi, sai... la maglietta...>> e lasciai la frase in sospeso, certa che avrebbe capito. Si riscosse alle mie parole, e dopo un rapido cenno della testa prese da un cassetto una maglia a lunghe maniche, abbastanza vecchia dall'aspetto, e me la porse. I suoi occhi evitavano i miei, e mi venne quasi da ridere considerando che fino a cinque secondi prima non sembrava volesse guardare altrove. Purtroppo quel pensiero non fece che aumentare il calore sulle mie guance. 'Ma che ti prende? Non sei mica un'adolescente di fronte alla propria cotta, comportati da adulta.' Disse la vocina nella mia testa, e cercai di fare quanto detto. Presi la maglia dalle sue mani, sfiorandole con le dita, e dopo averlo ringraziato mi richiusi in bagno. Sentii attraverso la porta il moro sospirare pesantemente, e mentre mi cambiavo avevo l'impressione che fosse ancora lì, dietro la porta, in attesa che uscissi. Forse gli serviva il bagno. O forse sarebbe voluto entrare anche lui con me... scossi la testa a quel pensiero stupido, cercando di controllare il rossore sulle guance. Dovevo davvero darmi un contegno. Dovevo comportarmi da persona matura, che sa il fatto suo e soprattutto non arrossisce sempre ad ogni minima occhiata del ragazzo che le piace. Cercando di guardarmi ancora una volta (anche se inutilmente) allo specchietto circolare, nel tentativo di dare un aspetto più decente ai miei capelli, presi un lungo respiro e riaprii la porta, trovandolo esattamente dove l'avevo lasciato. I suoi occhi puntarono nei miei per qualche secondo, prima si spostarsi in basso e guardare il mio corpo ora coperto dalla sua vecchia maglietta, a giudicare dalla larghezza delle spalle e la lunghezza assurda delle maniche. Mi sembrava di poterci nuotare. Cercai di ignorare il modo in cui osservava ogni parte del mio corpo e lo aggirai, portandomi dietro la maglietta rotta. La posai sul tavolo con l'intenzione di cucirla, ma appena mi girai quasi andai a scontrarmi col moro che, non mi ero accorta, mi aveva seguita ed ora stava a pochi centimetri di distanza. Lo guardai confusa, mentre notavo le sue mani strette a pugno lungo i fianchi.
<<Ti serve qualcosa?>> domandai assumendo l'espressione più indifferente possibile, mantenendo le distanze tra noi. Non rispose per alcuni secondi, tanto che pensai di aggirarlo di nuovo come prima, quando una sua mano si posò sul tavolo dietro di me, sempre a pugno, impedendomi di allontanarmi.
<<Stavo per chiederti lo stesso.>> rispose a quel punto, mantenendo gli occhi nei miei, guardandomi dall'alto con quell'aria di superiorità che, sapeva, mi dava tanto fastidio.
<<Ago e filo, se proprio insisti.>> Mi guardò ancora un attimo prima di voltarsi e prendere velocemente qualcosa dal solito armadietto, tornando da me con quanto richiesto. Quel posto mi stupiva sempre di più. Li presi cercando di mantenere una certa indifferenza, anche se le sue dita calde a contatto con le mie fredde mi fecero correre un brivido lungo la spina dorsale, e mi sedetti ad una delle sedie libere, senza più degnarlo di uno sguardo. Lui d'altro canto si mise esattamente di fronte a me, e sentivo i suoi occhi muoversi sul mio viso e anche altrove, diminuendo la mia concentrazione e accrescendo invece il mio nervosismo. Dopo ben cinque minuti che mi fissava, ritrovandomi a dover rifare la cucitura, alzai lo sguardo lanciandogli un'occhiataccia, trovandolo intento (che novità!) a guardarmi le mani che spuntavano dalle maniche ora arrotolate.
<<Hai intenzione di continuare così a lungo?>> Rialzò gli occhi nei miei, e alzò un angolo della bocca in un sorriso di scherno.
<<Ti dà fastidio per caso?>> chiese a sua volta.
<<Sì, e molto.>>
<<Che peccato, perché a me no.>> Alzai gli occhi al cielo e gli feci una linguaccia, voltandomi con le spalle verso di lui e continuando a cucire.
<<Divertiti a guardarmi la schiena allora.>> ribattei infastidita. Dopo un minuto scarso lo sentii alzarsi dalla sedia e raggiungermi, mettendosi esattamente di fronte a me. Alzai lo sguardo chiedendomi che cavolo volesse ancora, ma nello stesso momento lui si chinò poggiando le mani sul ripiano come poco prima, impedendomi di dire una sola parola mentre stava lì a scrutarmi negli occhi. Le guance mi divennero stranamente rosse per quella vicinanza improvvisa, ed abbassai lo sguardo sulle mie mani, che stringevano il maglioncino rosso.
<<Stai indossando i miei vestiti, piccola.>> lo sentii mormorare al mio orecchio, avvertendo un brivido a quelle parole <<E' normale che non riesca a toglierti gli occhi di dosso neanche un attimo.>> Deglutii a fatica e continuai ad ignorare il suo sguardo. Dovevo comportarmi da persona matura.
<< Sono solo vestiti. Non avevo altra scelta, non è il tempo adatto per girare in canottiera.>> dissi con tono più fermo mentre terminavo di cucire, abbastanza fiera di com'ero riuscita a richiudere lo squarcio. Finii appena in tempo, perché una mano calda e callosa mi costrinse ad alzare lo sguardo per incontrare gli occhi del mio interlocutore, più profondi che mai.
<<Ed io che speravo di vederti in intimo.>> ghignò facendomi riscaldare nuovamente le guance <<Ad ogni modo, i miei vestiti ti stanno meglio di quanto avessi immaginato.>>
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My Life Now 2: My Own Choice
AdventureLexy è a pezzi. Non si aspettava di venir tradita dalle persone a cui teneva di più, e deve fare i conti con i suoi sentimenti e la minaccia di un nemico dalle capacità sconosciute. Si creeranno nuove amicizie, mentre l'inverno farà la sua comparsa...