Attenzione: questo capitolo contiene un linguaggio più esplicito e fa riferimento, anche se in modo velato, a parti intime del corpo umano/elfico. Se non ti piace o ti trovi in imbarazzo a leggerlo, salta al capitolo successivo!
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<<I-immaginato?>> chiesi con un leggero tremore alla voce, stringendo di nuovo il capo d'abbigliamento contro il grembo. Che voleva dire? Non quello che credevo io, vero?
<<Immaginato. Così come farebbe qualunque uomo attratto sessualmente da una donna.>> spiegò con un tono di voce da professore. Mi scostai dalla sua presa e riuscii ad alzarmi e riportare la maglia ora intatta sul tavolo dietro di me, piegandola con cura. Cercavo in ogni modo di non far caso al suo sguardo lascivo, lo stesso che mi stava puntando addosso da quando ero uscita dal bagno, ma dopo quelle parole era difficile. Quasi impossibile in realtà. Sentivo le guance ancora rosse, e nonostante sapessi che mi stava stuzzicando non riuscivo ad essere indifferente come avrei voluto. Come potevo, dopotutto, se ero ancora innamorata di quell'uomo? Gliel'avevo già detto in biblioteca, ma era stato qualcosa di fugace, quasi una confessione da scolaretti, e sapevo in cuor mio di provare ancora tanto, troppo amore per lui, e di non sapere come dirglielo apertamente. O meglio, volevo che fosse lui il primo a dirlo senza venir travolto dalle emozioni, com'era accaduto finora. Era un desiderio sciocco e irrazionale, forse anche irrealizzabile, lo sapevo. Per non parlare del fatto che, con l'amore, c'era anche il desiderio a premere per uscire da dentro di me. Passai le mani ancora una volta sull'indumento piegato, prima di sentire la sua presenza dietro di me. Rimasi immobile, in attesa di una sua qualunque azione. Ero ansiosa e curiosa di sapere come avrebbe agito a quel mio comportamento. Non mi aspettavo, però, che mi abbracciasse di punto in bianco e stringesse al suo corpo, le braccia entrambe intorno al mio busto ed il viso su una spalla. Riuscivo a sentire il suo fiato contro la pelle, e rabbrividii quando si spostò leggero sul collo.
<<Ho esagerato, mi dispiace.>> mormorò, sorprendendomi per la seconda volta in un minuto. Altra cosa a cui non mi sarei mai abituata: Galvorn che chiedeva scusa. <<E' che vedendoti così piccola e con una mia maglietta addosso, non riesco a non pensare a quanto tu sia bella. A quanto mi piacerebbe averti tra le braccia il più a lungo possibile.>> Strinse ancora un po' la presa, mentre lasciava un bacio sulla pelle esposta del collo <<A quanto vorrei che fossi mia, in ogni senso.>> Un secondo brivido mi attraversò il corpo, facendomi portare le mani sulle sue e stringerle. Non sapevo cosa dire, mi sentivo lusingata ed eccitata dopo quelle parole, e appena il moro allentò un attimo la presa riuscii a girarmi e poggiare le labbra sulle sue, sorprendendolo. Rimase per un attimo bloccato dalle mie azioni, per poi rispondere a quel bacio improvviso con desiderio. Mi prese dai fianchi e sollevò, facendomi sedere sul tavolo per raggiungere più facilmente la mia bocca. Il maglione venne buttato chissà dove, ed una piccolissima parte di me lo sgridò perché vi avevo lavorato finora. Una parte troppo piccola, comunque, per mettere freno a quell'esplosione di passione. La sua bocca prese di nuovo il sopravvento, chiedendomi tacitamente di socchiudere le labbra per entrarvi con la lingua, richiesta che accettai più che volentieri. Lo baciai con la stessa intensità, spingendo il suo viso contro il mio e intrecciando le dita tra le sue ciocche scure, mentre le sue mani si spingevano dai miei fianchi verso la schiena, fermandosi sul fondoschiena, non potendo andare oltre a causa della presenza del tavolo. Mi allontanai un attimo per riprendere fiato, e mentre lui faceva lo stesso piegai leggermente la testa di lato, mordendogli il labbro inferiore. Stuzzicandolo, quasi costringendolo a riprendere il bacio. Emise un ringhio basso, tornando quasi subito a baciarmi e prendendomi al tempo stesso da sotto le gambe per stringermi di più a sé. Gliele avvolsi automaticamente intorno al bacino per evitare di cadere, ritrovandomi così poco più in alto della sua bocca. Per un attimo lo sentii sorridere contro le mie labbra, e sorrisi di rimando. Per quanto potessi sentirmi in imbarazza in quel momento, praticamente attaccata a lui come una cozza allo scoglio, non riuscivo a non pensare a quanto mi sentissi bene, amata e protetta, a quanto quell'attimo fosse giusto. Sentii le sue mani scendere, finalmente libere da qualunque ostacolo, e prendermi da sotto il sedere.
<<Fermo con quelle mani.>> lo rimproverai in un mormorio.
<<Lo faccio per te, potresti cadere.>> rispose con lo stesso tono di voce, stringendo ancora un po' la presa. 'Certo, come no.'
<<Non sei per nulla convincente.>> Sorrise di nuovo a quella mia affermazione, e senza dire nulla andò diretto verso il letto, buttandosi sopra con me addosso. Le posizioni ora erano invertite: lui sotto ed io sopra. E la cosa, per quanto strana e nuova, mi eccitava. Cercai di mettermi a sedere, ma le sue mani, nuovamente strette lungo i fianchi, me lo impedirono.
<<Ferma,>> sussurrò subito dopo, quasi avesse paura che qualcuno potesse sentirci <<non ti conviene farlo.>>
<<Non mi conviene?>> chiesi confusa. Mi lanciò un sorriso colpevole, e in quel momento capii a cosa alludesse. Senza riuscire a fermarmi lanciai una rapida occhiata nella distanza tra i nostri corpi, e un basso ma abbastanza evidente rigonfiamento diede conferma ai miei pensieri. Staccai velocemente la mano destra dal suo corpo, quasi volessi evitare altri contatti, spostandola sul materasso, e nel farlo sfiorai il suo orecchio a punta. Lo vidi chiaramente trattenere il fiato e stringere di più gli occhi, per poi buttare fuori un sospiro di piacere. Solo allora ricordai un piccolo particolare: per quanto fosse stato un contatto fugace, le orecchie degli elfi erano parecchio sensibili, e non solo per quanto riguardava il dolore. Chissà perché, spostai di nuovo gli occhi in basso, e mi sembrò che il rigonfiamento fosse cresciuto. L'imbarazzo a quel punto prese possesso del mio corpo. Riportai gli occhi in quelli del moro, che ora guardava con un sorriso piuttosto divertito le mie guance completamente rosse.
<<Come fai ad arrossire per qualcosa di così naturale?>> mi chiese quasi incredulo, mentre una mano saliva per accarezzarmi la guancia. 'Come se lo sapessi.'
<<Come fai TU a non sentirti in imbarazzo.>> ribattei tenendo ora entrambe le mani sul materasso, ben lontane dai suoi punti sensibili, e le ginocchia poggiate ai lati del corpo muscoloso sotto di me.
<<Perché dovrei? È qualcosa di primordiale, sano. Non c'è nulla di cui imbarazzarsi.>>
<<Facile parlare per te. Le ragazze sono costrette a rispettare più regole di comportamento in casi come questi.>>
<<Ragazze? Non vedo nessuna ragazza qui.>> disse lui facendomi sbuffare, continuando a sorridere <<Vedo solo la mia DONNA.>> Il cuore mi si bloccò per un attimo, per poi riprendere a correre più velocemente di prima, quasi stessi correndo una maratona.
<<Galvorn, cosa->> cominciai, venendo subito interrotta da una mano che mi spinse vicino al suo volto, per poi scontrarmi con quelle labbra rosse e poco sottili che mi facevano perdere ogni briciolo di ragione. Ricambiai il bacio, protestando debolmente ma senza cercare di allontanarmi dal suo tocco, che ora si espandeva lungo tutta la schiena. Sentii le sue dita scendere e raggiungere il bordo della maglietta, per poi infilarsi dentro e sotto la canotta, entrando in contatto con la mia pelle. Sobbalzai leggermente, staccandomi per un secondo dalla sua bocca e riprendendo fiato, mentre riaprivo gli occhi momentaneamente chiusi e li puntavo in quelli del moro. I suoi erano socchiusi, ma vigili e puntati a loro volta nei miei, a ricambiare quello sguardo complice. Stava cercando di comunicare, di dirmi qualcosa, lo sapevo perfettamente. Ma non poteva cavarsela così, non stavolta. Spostò le mani sul ventre, risalendo fino al bordo del reggiseno, e rabbrividii a quel gesto inaspettato e delicato al contempo. Strinsi di più la presa sulle coperte sotto di noi, e socchiusi gli occhi per godermi quell'attimo di piacere.
<<Lexy...>> lo sentii sussurrare, quasi chiamandomi disperato perché lo guardassi di nuovo. E così feci. Riaprii gli occhi avvicinandomi nuovamente al suo viso, pronta a ricominciare a baciare quelle labbra piene di desiderio. Ma mi fermai poco prima di toccarle. Rimasi bloccata per qualche secondo, poi mi tirai su quel tanto che bastava per evitare di pesare troppo sul corpo del moro, e puntai gli occhi al muro alla mia sinistra, quello d'ingresso. Li avevo sentiti distintamente. Passi. Nella nostra direzione.
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My Life Now 2: My Own Choice
MaceraLexy è a pezzi. Non si aspettava di venir tradita dalle persone a cui teneva di più, e deve fare i conti con i suoi sentimenti e la minaccia di un nemico dalle capacità sconosciute. Si creeranno nuove amicizie, mentre l'inverno farà la sua comparsa...