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Lo spinsi via leggermente.

<<Taras, fai piano cavolo.>> mormorai facendogli capire la situazione, e si staccò quasi di colpo dandosi uno schiaffo in fronte.

<<Scusa, lo sai, sono un idiota che dimentica le cose.>>

<<Lo so.>> ridacchiai. Mi passò poi una mano tra i capelli.

<<Sono troppo felice di vedere che stai bene.>> disse poi a voce bassa.

<<Ci siamo visti dieci minuti fa, sono come prima.>>

<<A me sembri star meglio. Di certo hai la faccia più pulita.>> mi ricordò. Rise e io lo seguii a ruota, mentre raggiungevamo le persone dietro di noi. Galvorn non sembrava tanto entusiasta del braccio del biondo sulle mie spalle, ma non poteva farci niente. Era la sua punizione per avermi abbracciata così poco. Nei minuti successivi i Sovrani si scusarono anche con loro due per quanto successo, spiegando le cose così come le avevano detto a me. Vidi velocemente la faccia del moro diventare rossa come un peperone mentre Calime gli diceva che era stato un consiglio il suo, e sentii il mio amico trattenere a stento una risata. Vennero anche "sgridati" per aver tenuto nascosto il fatto che sapessero dove mi trovassi, e mi sentii un po' in colpa per loro.

<<Ci dispiace davvero Maestà,>> disse Taras a difesa di entrambi, facendo ricorso alla sua lingua lunga <<promettiamo che una cosa del genere non accadrà più. Siamo fedeli al nostro popolo e a Voi.>>

<<Anche se,>> intervenni io, richiamando la loro attenzione. <<penso che ci siano delle cose che ancora non sono state dette, qui.>> Guardai entrambi i Sovrani negli occhi, con una determinazione che pensavo di aver perso. Il Re sospirò.

<<Giusto, avevi detto che c'erano due parole. Qual è l'altra?>>

<<Grays Peak.>> risposi tranquillamente. Quella semplice frase ebbe un effetto incredibile su di loro. Per un attimo i loro volti sbiancarono, la Regina sembrava quasi stesse per svenire. Si aggrappò al marito con forza, mentre lui spalancava gli occhi come se avessi detto loro chissà quale orribile insulto. Per qualche secondo l'aria intorno si fece incredibilmente pesante.

<<C-come sai quel nome?>> chiese a stento la Regina, rimettendosi dritta con fatica. Taras gli offrì il braccio, che gli prese volentieri, e si andò a sedere sul trono. Non sembrava neanche più la donna forte e dolce di poco prima. La guardai per qualche altro secondo, preoccupata dalla reazione di entrambi. Forse avrei dovuto essere più delicata.

<<Questa notte abbiamo incontrato un uomo. Un elfo, unitosi a questo popolo prima che io arrivassi qui.>> Spiegai a grandi linee cos'era successo solo qualche ora prima (mi sembrava passato molto più tempo) e quel che ci aveva raccontato a riguardo. Non menzionai loro la nostra piccola escursione in biblioteca, anche perché avevo la netta sensazione che già sapessero chi era stato e cosa aveva preso.

<<Aeglos, dici?>> disse il Re portandosi una mano al mento, pensieroso, ora del tutto in sé. Vederlo pallido, anche se non quanto la moglie, mi aveva fatta davvero preoccupare.

<<Sì Maestà. Ora è nelle celle sotterranee, privo delle proprie armi e sorvegliato.>> disse Galvorn in tono rispettoso. Ovviamente prima di entrare si era informato su quel pazzo. Handir annuì nella sua direzione.

<<Il nome non mi dice nulla. Ha detto da chi è stato mandato qui?>> chiese ancora, e negai.

<<Speravamo che voi sapeste dirci di più su questa storia della Guerra.>> Il Re fece un lungo e pesante sospiro, tornando con calma al suo trono e abbandonandocisi sopra con aria quasi rassegnata.

My Life Now 2: My Own ChoiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora