57°

232 13 2
                                    

Attenzione: questo capitolo contiene un linguaggio più esplicito e fa riferimento, anche se in modo velato, a parti intime del corpo umano/elfico. Se non ti piace o ti trovi in imbarazzo a leggerlo, salta al capitolo successivo!

*-*-*-*-*-*-*-*-*-

Quella semplice e innocente richiesta ebbe un effetto straordinario su tutto il mio corpo. Sentii i muscoli sciogliersi dopo essere stati in tensione fino a quel momento, e sorrisi come forse non avevo mai fatto in tutta la mia vita. Non dissi nulla. Infilai la mano tra i suoi capelli, e nonostante il fastidio dei punti di sutura lo attirai a me con decisione e lo baciai. Quello che c'eravamo quasi scambiati nella biblioteca ore prima, interrotto dal ragazzino, si ripresentò concretamente e con forza. Era qualcosa di nuovo, dolce e passionale insieme. Qualcosa di così intimo che mi sarebbe stato impossibile descriverlo. Lasciai che le sue labbra prendessero il sopravvento sulle mie, mentre la sua mano mi accarezzava prima la guancia, poi scendeva lentamente fino al fianco, delicato come il tocco di una farfalla. Il bacio divenne più insistente, la sua lingua chiese il permesso di entrare in contatto con la mia, e quando lo fece non riuscii a fermare un piccolo gemito. I brividi di piacere iniziarono a percorrermi tutto il corpo, lo sentivo tremare sotto le sue dita. Si staccò un attimo e ripresi fiato, troppo presa dalla situazione per pensare anche solo a respirare.

<<Lexy, io non voglio forzarti a niente.>> disse dopo aver ripreso fiato, prendendomi in contropiede. Pensava che lo stessi baciando contro la mia volontà? O solo per non essere scortese? Mi venne da ridere, e questo prese stavolta lui in contropiede.

<<Non mi stai forzando, Gal. Sono io a scegliere di volerlo fare. Che si tratti di un bacio o... beh, qualcos'altro.>> ribattei poi, sicura ma sentendo comunque le guance più calde.

<<Piccola, parlo sul serio.>> La sua espressione mi fece capire che se avessi riso di nuovo mi avrebbe buttata giù dal letto, così mantenni anch'io una faccia seria.

<<Anch'io, tesoruccio,>> risposi facendolo sbuffare per quell'orribile nomignolo. <<e se non vuoi ora va bene, posso aspettare. Possiamo aspettare.>>

<<Non è che non voglio, anzi, cioè lo voglio, insomma->> cominciò a balbettare, con un bel rosso a colorargli la faccia. Chissà perché, per tutto il tempo che avevamo passato insieme, mi era sembrato il tipo che aveva fatto diverse esperienze in campo sessuale, mente ora capivo che, in realtà, era inesperto quanto me. Trattenni a stento una risata, poi misi anche l'altra mano sul suo petto, accanto alla prima, e spostai lo sguardo lì per poter parlare in maniera più tranquilla. Ringraziai il fatto che avesse tutti i vestiti addosso, se fosse anche stato a petto nudo non avrei trovato abbastanza autocontrollo. Diverse possibili immagini di lui seminudo presero a girarmi in testa, ma le scacciai malamente. Non era proprio il caso ora.

<<Ok ok, ho capito, lasciamo perdere. Non importa, davvero.>>

<<Sì che importa invece. Non penso tu abbia capito del tutto la situazione in cui siamo.>>

<<Ah no?>> chiesi scettica. Mossa stupida. Dopo un secondo di pausa in cui restammo a fissarci, velocemente fece scendere la propria mano lunga la mia gamba, fermandosi nella piega del ginocchio e tirandola su. Con nonchalance se la mise intorno alla vita, tenendola ben ferma in quella posizione, esponendomi. La mia faccia passò dal calore alle fiamme dell'inferno in meno di un secondo.

<<Galvorn!>> lo richiamai, imbarazzatissima per quella posizione. Anche se c'erano le coperte a far da scudo ai miei occhi, non mi era difficile immaginare chiaramente il tutto. Inoltre, non mi era difficile sentire, attraverso gli strati di vestiti, una protuberanza all'altezza della sua vita. Molto vicina all'apertura delle mie gambe. 'Cazzo, cazzo, cazzo!'

My Life Now 2: My Own ChoiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora