La ragazza tornò dopo pochi minuti col vassoio di quel pomeriggio riempito da nuove prelibatezze, ma mi lasciò poco dopo, scusandosi, per tenere d'occhio i fratelli ormai liberi per casa senza più controllo. Mangiai solitariamente, e mi pentii di non aver insistito per poter scendere con lei e mangiare insieme agli altri. Anche se forse non avrebbero accettato così tranquillamente la mia presenza tra loro. Era solo la seconda volta che entravo in quella casa dopotutto. Non riuscii a mandare giù molto perché le preoccupazioni tornarono a farsi sentire chiudendomi lo stomaco, e già dopo metà coniglio mi venne voglia di vomitare. Poggiai tutto per terra e mi risistemai nel letto. Mi chiedevo dove avrebbe dormito quella notte Elanor, se i bambini stessero bene o ce l'avessero con me per essermi appropriata senza permesso di quel letto... se qualcuno a Palazzo, a parte la Regina, si era accorto della mia mancanza prolungata... scossi violentemente la testa a quel pensiero. Non m'importava cosa pensavano, mi avevano mentito tutti. Forse anche Taras. Anche se era difficile immaginarlo fare il doppio gioco a quel modo, solo pochi giorni prima avevo scoperto che mi stesse testando per capire se andavo bene per il suo amico o no, ed era stato molto convincente. Quindi perché no? Mi passai una mano sul viso, sospirando. Lui mi aveva sempre mentito, l'aveva ammesso chiaramente. Mi aveva manipolata per tutto il tempo a suo piacimento, puntando solo al suo compito: tenermi sotto osservazione h 24. I Sovrani, che fino al giorno prima mi erano sembrate le persone più affidabili del mondo, adesso erano come degli estranei da cui stare lontana, se non volevi ritrovarti fregata. Non sarei più riuscita a sostenere il loro sguardo probabilmente. Neppure Calime, che stava diventando come una seconda madre per me, si era degnata di avvisarmi di quella decisione. Adesso probabilmente l'unica cosa che preoccupava entrambi era non sapere dove fosse la loro conveniente Custode del Tocco della Vita, sempre pronta ad aiutarli come un'idiota senza neanche pensare di chiedergli perché avessero fatto spostare un intero popolo per i propri comodi. Scossi nuovamente la testa, stavolta meno forte perché il dolore al collo era difficile da sopportare. Non dovevo prendere quel che aveva detto l'assassino per verità, non tutto almeno. E non potevo neanche negare l'evidenza che avesse un potere. Insomma, era riuscito più di una volta a leggermi nel pensiero, e la sua aria saccente mi aveva fatto capire che sapeva più cose di quante ne avesse dette. Ma come poteva esistere qualcuno con un potere simile? E perché non informare i Sovrani? La risposta era ovvia: li odiava profondamente, e non avrebbe perso un vantaggio simile. Inoltre era un combattente, e nel corpo a corpo doveva essere imbattibile. La sua forza mentre mi teneva salda per non farmi scappare era impressa sulla mia pelle ormai, e questo complicava molto la situazione. Ero certa di poterlo riconoscere se solo lo avessi avuto di fronte, ma come potevo pensare che avrebbero creduto a me piuttosto che ad uno del loro popolo, per di più un combattente ben voluto e con grande talento? Non avrebbero mai permesso che se ne andasse, serviva per la difesa del villaggio (anche se con me aveva fatto l'esatto opposto) e, in più, tutti mi avrebbero preso per una bugiarda e mi sarei fatta odiare ancora di più da quelli che già lo pensavano, mentre avrei perso fiducia nei pochi che invece erano curiosi. Non che m'importasse davvero a questo punto. La mia fiducia era stata spazzata via. Completamente. In una sola notte. Non mi sarei più potuta fidare di qualcuno in quel posto, a parte Elanor ovviamente. Non avevo accennato al perché fossi fuggita dalla Grande Quercia, ma ero decisa a confessare tutto almeno a lei. Se volevo che rimanesse mia amica non dovevo avere segreti con lei, e poi ero abbastanza speranzosa sul fatto che mi avrebbe aiutata e non giudicata. Una piccola lacrime emerse dal nulla e rotolò velocemente lungo la tempia. Mi passai una mano sugli occhi, notando solo in quel momento che fossero lucidi. Nascosi il viso dietro di essa e presi lunghi respiri profondi. Basta piangere, non lo sopportavo più. Non ero la ragazzina debole e bisognosa di protezione che tutti pensavano. Che lui di certo pensava. Passai le dita sulle guance e le tempie con frustrazione, fino ad asciugarle del tutto. Avevo appena preso una decisione, una che avrei rispettato fino alla morte. Quelle sarebbero state le mie ultime lacrime versate per qualcuno.
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My Life Now 2: My Own Choice
AventuraLexy è a pezzi. Non si aspettava di venir tradita dalle persone a cui teneva di più, e deve fare i conti con i suoi sentimenti e la minaccia di un nemico dalle capacità sconosciute. Si creeranno nuove amicizie, mentre l'inverno farà la sua comparsa...