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<<Anna, ti avevo detto di lasciarla dormire.>>

<<Non preoccuparti Elly, ho dormito abbastanza.>> mentii allora, sentendomi dispiaciuta per la piccola <<Piuttosto, hai qualche cosa simile alla colla?>>

<<Certo, che domande. Mica siamo nel medioevo.>> disse lei con un'occhiataccia che mi fece ridere. Andò un attimo in soggiorno, tornando poco dopo con un vasetto con all'interno qualcosa di davvero simile alla colla, solo più giallastra. <<A cosa ti serve?>>

<<CI serve, vorrai dire.>> e tirai fuori da dietro la schiena la lunga piuma colorata. La mia amica guardò prima l'oggetto e poi me, lasciandomi intendere che ancora non avesse capito. <<Vogliamo provare ad aggiustare questa piuma.>>

<<Non puoi usare il tuo potere?>>

<<Non ha effetti su cose di origine animale. Quindi m'inventerò qualcosa.>>

<<Posso aiutarvi anch'io?>> chiese con tono speranzoso. Una piccola scintilla di desiderio le illuminò gli occhi, facendola sembrare tanto una bambina pronta a disegnare. Girai lo sguardo verso quella al mio fianco, che subito annuì sembrando anche lei entusiasta dell'idea.

<<Ovvio! Allora vediamo, prima di metterci al lavoro ho bisogno che mi procuri qualche fiore colorato ed un vecchio cuscino di piume.>>

<<Nessun problema!>> esclamò felice, e dopo aver cercato il cuscino richiesto uscì di casa alla ricerca del resto. Sarei andata io stessa in realtà, ma c'era molta gente fuori quel giorno e non sarebbe stato facile passare inosservata anche completamente coperta. Così dopo qualche lamentela da parte mia ci ritrovammo in casa io e la piccola. Gli altri fratelli, dopo averci tenute d'occhio per un po', se ne andarono al piano di sopra seguiti da un Forochel abbastanza scettico sul nostro lavoro. Ci procurammo il resto, ovvero un paio di forbici e qualche pennellino (era incredibile che la bambina avesse a disposizione tutto ciò, e soprattutto di come li tenesse con cura vicino la sua raccolta di disegni), poi iniziammo ad aprire il cuscino. Non fu affatto facile, il tessuto era molto più resistente di quando immaginassi, ma una volta riusciti tirammo fuori un grosso mucchio di piume. Poi con Annael affianco iniziammo a dividere le piccole, quelle che non ci sarebbero state utili, dalle grandi. Eravamo ancora intenti in questa operazione quando Elly tornò con un piccolo cesto in mano da cui spuntavano diversi petali colorati.

<<Spero vadano bene.>> disse con un po' di affanno.

<<Perfetti! Vero Anna?>> Lei fece un piccolo sorriso vedendo tutti quei colori, ed annuì felice, contagiando anche noi. La mia amica venne a sedersi accanto a me, e velocemente le illustrai la mia idea: avremmo preso dei pezzi delle piume più grandi che combaciassero con la piuma colorata, e dopo averle attaccate con la colla avremmo usato il colore ricavato dai petali per colorare le parti bianche. I suoi occhi erano puntati nei miei, ma sembrava sovrappensiero, come se qualcosa la distraesse.

<<Tutto chiaro?>> chiesi alla fine. Sembrò risvegliarsi dallo stato di trance, e spostò per un attimo lo sguardo sulla piccola di fronte a noi.

<<Sì, più o meno ho capito.>>

<<C'è qualcosa che non va?>>

<<No, no tranquilla, tutto bene.>> Con quell'ultima frase sembrò riprendersi del tutto e tornare quella di sempre. Ci mettemmo quindi a lavoro, e ammetto che fu una delle cose più divertenti fatte in vita mia. Tagliare e incollare tutti i pezzi necessari non fu certo facile, anzi ci occupò gran parte del tempo, ma Annael era così presa da non avvertire alcuna noia. Grazie a lei sistemammo tutto in modo ordinato, ed a fine lavoro sembrava quasi che la piuma fosse così integra da sempre. Mentre loro attaccavano gli ultimi pezzetti, io mi occupai dei colori. Presi un po' tutti i fiori portati dalla bionda, ne scelsi i petali più belli e brillanti e li sistemai in diverse ciotole, occupandomi poi di schiacciarle e farne uscire tutto il liquido colorato, diluendolo infine con acqua. Sembrava molto simile al colore ad acquerello, ma dovetti aggiungervi una goccia di colla per renderlo più resistente. Una volta completato portai tutto dalle due nell'altra stanza, che appena li videro spalancarono gli occhi sorprese ed entusiaste di provarli. In quel momento, mentre dipingevamo cercando di non sporcare ovunque, sembrava avessimo tutte e tre di nuovo quattro anni. Risi quando un po' di colore finì sul naso della bambina, e strofinandosi per toglierlo non fece che peggiore la situazione. Gli altri, sentendoci ridere, scesero trovandoci intente a finire di colorare, e subito chiesero ad Elly se anche loro potevano partecipare. Tutti tranne Forochel ovviamente, che non sembrava troppo entusiasta di sporcarsi le mani di colore. Solo quando finimmo la nostra piuma, però, la ragazza diede loro il permesso di giocare con i colori, e da quel momento in poi non si capì più nulla: piume che volavano da una parte all'altra, ciotole che passavano tra le mani rischiando spesso di cadere per terra. Mi venne quasi il mal di testa pensando a quanto avrei dovuto pulire dopo. Comunque, eravamo riuscite a far tornare la piuma al suo antico splendore, per così dire, quindi la lasciammo sul tavolo della cucina per darle tempo di asciugarsi. Subito dopo la bambina mi saltò in braccio, in un gesto improvviso che quasi mi fece cadere a terra. Strinse le braccia intorno al mio collo, e non feci in tempo a riprendermi dalla sorpresa che posò forte le sue labbra sulla mia guancia, scoccandomi un dolcissimo bacio. Rimasi imbambolata a stringerla tra le braccia, registrando quando accaduto, quando Elly arrivò per prenderla tra le braccia e sollevarla in aria, facendola ridere in maniera adorabile.

<<Sei felice adesso piccola?>> domandò poi, ricevendo un cenno della testa seguito da un altro sorriso. <<Allora che ne dici di darmi un abbraccio, eh?>> Subito lei la strinse al petto, ricevendo una stretta simile ma certamente più debole, mentre io guardavo entrambe con un sorriso sulle labbra. Erano quelli i momenti in cui mi sarebbe piaciuto non essere figlia unica, e poter sentire il calore di un abbraccio fraterno quando volevo. Scossi la testa smettendo di pensare in negativo per una volta, vedendo poi la piccola scalciare per tornare coi piedi per terra e scappare nella stanza affianco. Una volta sole presi una bottiglia d'acqua versandone due bicchieri, porgendone uno dalla mia amica che accettò più che volentieri.

<<Sai che dovrai pulire tu appena finiranno di giocare con quelle cose, vero?>> chiese lei dopo essersi rinfrescata.

<<Non me lo ricordare.>> mi lamentai facendola ridacchiare. Per fortuna avevamo già tolto la colla, altrimenti chissà che avrebbero combinato. Rimanemmo in silenzio per un po', beandoci delle voci dei ragazzi di sottofondo, insieme a quella del maggiore che li istruiva su come usare quelle cose senza combinare un pasticcio ovunque. <<Elanor,>> iniziai poi io, attirando la sua attenzione <<dove l'ha presa quella piuma?>>

Per un attimo i suoi occhi si spalancarono impercettibilmente, come se avesse ricordato qualcosa di molto vecchio. Poi tornò tranquilla, alzando un angolo della bocca.

<<Era di nostra madre.>> Seguii qualche attimo di silenzio, in cui fui tentata di cambiare discorso, ma lei continuò <<Sai, mi raccontò che fosse stato papà a regalargliela, prima delle nozze. Conosci l'usanza di usare durante il proprio giorno speciale qualcosa di nuovo, di vecchio, di blu ecc., vero?>> Annuii, esortandola a continuare <<Beh, papà era un esploratore, si occupava di missioni in luoghi esterni al nostro territorio, e le portò questa piuma dal suo ultimo viaggio. Disse di averla presa da un raro uccello dai colori arcobaleno, qualcosa di incredibile persino agli occhi di un grande scoprite quale lui era.>> Ridacchiò per un attimo, con lo sguardo perso lontano, in ricordi nostalgici <<Mamma disse che all'inizio non credette a quella assurda storia, ma che vedendo la piuma brillare contro la luce del sole e riflettere i colori dell'arcobaleno dovette ricredersi. Comunque, quel gesto la fece innamorare ancora di più, ed esattamente un mese dopo si sposarono. Io nacqui poco dopo, e seguirono poi gli altri miei fratelli. Quella piuma, tuttavia, non è mai stata toccata da nessuno tranne che da Annael. Abbiamo provato a convincere mamma a lasciarcela, ma disse che non era un giocattolo. Come darle torto, eravamo delle piccole pesti!>>

<<Anche tu??>> esclamai incredula. Lei, una peste come i fratelli? Non riuscivo proprio a crederle.

<<Già, forte eh? Avresti dovuto vedermi, ero un maschiaccio a volte. Ma in realtà non eri ancora nata, sarebbe stato difficile per te in effetti.>> disse poi facendomi ridacchiare.

<<E perché Annael sì?>> domandai poi ancora più curiosa.

<<Chi lo sa. Forse perché era la più pacata tra noi, o perché ricorda molto più mio padre degli altri fratelli.>> La sua voce si affievolì, lasciando quasi la frase in sospeso anche se sapevo che non l'avrebbe portata avanti. Rimasi per un po' in silenzio, rigirandomi il bicchiere ora vuoto tra le mani. Odiavo doverla costringere a parlare, ma la curiosità mi stava assalendo.

<<Hai detto che lei è morta poco dopo la nascita della bambina, quindi...>>

<<...Gliel'ho data io.>> concluse lei al mio posto, confermando quanto avevo appena pensato <<Sono sicura che la mamma avrebbe fatto lo stesso.>> Senza aggiungere altro posai il bicchiere sul tavolo e l'abbracciai forte, ricevendo un secondo abbraccio da parte sua. Non sapevo se stesse piangendo o no, ma capivo che, per quanto avesse sorriso mentre ne parlava, era ancora un ricordo troppo doloroso per lei. Sentii il suo cuore battere forte contro il mio petto, ed un singhiozzo farla sobbalzare leggermente sul posto, così aumentai la stretta. Quella ragazza così dolce, così altruista, non avrebbe dovuto affrontare tutte quelle emozioni da sola. Se fosse stato possibile, avrei preso subito dentro di me tutta la sofferenza che stava avvertendo in quel momento, e che la teneva aggrappata a me come mai avevo visto prima. Non meritava ciò che le era successo, ma silenziosamente le promisi una cosa: fin quando non fosse riuscita a trovare qualcun altro con cui sfogare le proprie lacrime, le avrei dato la mia spalla. Non l'avrei lasciata sola per nulla al mondo, avremmo affrontato quel che sarebbe successo da lì in avanti insieme, come solo delle sorelle sarebbero capaci di fare.

Stavo incredibilmente mettendo da parte il mio desiderio di scappare da lì per lei, per continuare a sostenerla come potevo, e sentivo che questa era la cosa giusta da fare. Eravamo una famiglia dopotutto, giusto?

My Life Now 2: My Own ChoiceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora