Capitolo quattro

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Era stata fregata. Ed era stata fregata alla grande. Si domandò che male avesse fatto per essere stata trascinata quasi di peso all'interno di quel pub irlandese, con così tanta gente e la band che suonava musiche rock inglesi.
Non che quell' ambiente le dispiacesse, il locale Irish Pub era conosciuto, oltre che per la sua notevole grandezza, anche per la bontà dei suoi panini e i prezzi leggermente alti.
Giorgia ed Elvira erano praticamente irrotte in casa sua quel sabato sera, l'avevano costretta ad indossare "qualcosa di decente che non fosse un maglione con i rombi" e l'avevano portata lì, con la complicità del loro amico Leo.

-La smetti di avere quel musone? Cosa avresti fatto, saresti rimasta a casa a vedere C'è posta per te?- la stuzzicò Giorgia, lanciandole un'arachide.

-E che male c'è- brontolò lei, guardandosi attorno.

Si sentiva un pesce fuor d'acqua tra tutta quella gente che invece sembrava essere a proprio agio in quella situazione.
Le sembrava di non aver vissuto per tre anni, e ricominciare non era facile.

-Avete presente il tizio di cui vi avevo parlato, il ragazzo che stavo sentendo su Grindr? Ecco, è sparito, volato nel nulla, dileguato! Perché sono circondato da casi umani?- si lamentò Leo, passandosi entrambe le mani tra i capelli rossicci.

-Benvenuto nel club, amico- affermò Elvira, mangiucchiando le patatine.

-Magari dovresti lasciare perdere i social e cominciare a conoscere qualcuno di persona, non credi?- gli suggerì Alba, bevendo un sorso della sua coca cola zero.

-Ciccia, non ti offendere se te lo dico, ma non posso accettare consigli da te che sei a secco da circa tre anni, abbi pazienza!-

-Lei è a secco per scelta però, ciccio- affermò sarcastica Giorgia, ridendo.

-Però forse Alba ha ragione, potrei consolarmi con quel tizio lì- rispose Leo, osservando un uomo in compagnia di amici, che si stavano dirigendo a qualche tavolo distante da loro.

-Accidenti che fondoschiena!- esclamò Giorgia, alzandosi gli occhiali sulla fronte.

-Smettila tu, sei fidanzata!- esclamò Elvira, riprendendo la sua amica.

-Beh, e allora? Si vede ma non si tocca, no?- chiese lei innocentemente, suscitando un sorriso di Alba.

-E tu, piccola suora? Che ne pensi di quello lì?- le chiese Leo, indicandole la direzione del soggetto di interesse.

La donna non si offese per il modo con cui il suo amico si rivolgeva a lei, era sempre diretto e molto sarcastico, e lei apprezzava in particolar modo quel lato, nonostante a volte risultasse molto poco delicato.
Si voltò per curiosità, osservando una figura alta e slanciata, di chi era abitatuato a correre o a svolgere attività fisica. Da quella prospettiva, però, non era possibile osservare il volto.

-Beh, in effetti non è male- convenne lei, mordendo un'oliva.

-Amen sorelle, abbiamo la sua benedizione- aprì le braccia al cielo Leo, suscitando l'ilarità generale.

-Rassegnati Leo, non è gay- affermò Elvira, bagnandosi le labbra con la birra e sporcando il bicchiere di rossetto.

-E tu che ne sai?-

- Una donna certe cose le sente-

-Ah, te lo sentivi anche quando uscivi con un tizio della tua università che solo dopo tre appuntamenti ti aveva detto che le donne non erano esattamente il suo debole? Complimenti, dottoressa-

-Quella è una vecchia storia-

Alba sorrise, e cominciò a trovare piacevole quella normalità. Nonostante lei non fosse ancora troppo a suo agio, quelle chiacchiere con gli amici, l'aria leggera e la buona musica erano forse quegli ingredienti che le servivano per rendere i suoi occhi un po' meno tristi.

All'improvviso, le luci di quel bar diventarono più soffuse, e la band cominciò a suonare musiche pop e country, invitando la gente a ballare e conoscere nuove persone.

-Oh, bellissimo, andiamo!- esclamò Leo, cominciando già a muovere le spalle e trascinando così le altre.

-Io resto qui, è veramente troppo, ma vi guarderò con interesse- affermò subito Alba, mettendo le mani avanti.

Loro la guardarono male ma infine accettarono, non pretendevano di più da lei. I tre si scatenarono in pista, ammassati tra uomini un po' brilli e ragazze urlanti.
Lei li osservava con un sorriso nostalgico mentre beveva la sua bevanda.

- Non ci credo, anche tu qui?- percepì una voce ovattata alle sue spalle, accompagnato da un tocco.

Lei si voltò, e notò con sorpresa Andrea davanti a sé, con il classico sorrisone da birbante un po' infantile.

-Ciao...- lo salutò lei, puntando subito lo sguardo sui suoi amici  che fortunatamente erano troppo distratti per guardarla.

L'uomo si accomodò vicino a lei, sedendosi. Lei cominciò ad agitarsi, quel ragazzo riusciva a dimostrarsi sempre troppo invadente.
Solo quando guardò meglio il suo abbigliamento si rese conto che, il tizio con il bel fondoschiena, era proprio lui.
Aveva voglia di sprofondare.

-Stai bene... così. Insomma, con questa camicia. Ti dona- le disse lui, forse un po' in imbarazzo.

- Ti ringrazio. E ti ringrazio anche per il fiore... sei tu che l'hai lasciato, vero?-

- Non ho idea di cosa tu stia parlando- rispose lui terribilmente serio, e Alba diventò rossa per la vergogna, chinando il capo.

-Ah, pensavo...-

Andrea scoppiò a ridere, insospettendola.

-Ma certo che sono stato io, A-Alba, chi altri se no?-

-Smettila di prendermi in giro!- gli colpì il braccio, facendolo ridere ancora di più.

-Oh no, adesso mi resterà un livido per almeno tre settimane, dovrai invitarmi di nuovo a pranzo per farti perdonare-

-Punto primo: non ti ho mai invitato per nessun pranzo ma sei stato tu a invadere casa mia; punto secondo: no, mai-

-Scherzavo, non te la prendere- le sorrise lui, tornando però serio.

Alba si rimproverò per non essere più sciolta, più piacevole.

- Non balli?- domandò lui, interrompendo il silenzio.

-No-

-Fai bene, lì in mezzo si sentirà una puzza di sudore incredibile- commentò Andrea, facendo però sorridere Alba.

-Te lo diranno sicuramente in tanti, ma diventi più gradevole quando sorridi-

-Gradevole eh-

-Se dicessi carina sarei troppo invadente-

-Hai uno strano concetto dell'invadenza tu-

Lui scosse le spalle, alzandosi.

-Credo di averti disturbato troppo, torno dai miei amici. Buona serata A-Alba, ci vediamo-

-Ciao, buona serata anche a te-

Alba osservò Andrea tornare al suo tavolo, ma non diede troppo peso alle parole ci vediamo, le interpretò come un classico modo di dire.
Non sapeva che per l'uomo, non era solo un modo di dire.

Cuori interrottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora