Capitolo ventiquattro

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-Tu sei pazza!- esclamò Andrea con un enorme sorriso stampato, trascinando  Alba e la sua radiolina dentro casa e stringendola forte a sé, come se fosse una nuvola che potesse sfumare da un momento all'altro, come nei suoi sogni.

Le baciò la fronte, il naso, le guance, provocandole un formicolio che percorreva tutte le sue membra. Lei rideva, e i suoi occhi erano felici, felici per lui!
Non riuscì a credere di sentire per la prima volta il suo cuore pieno, colmo di gioia, e le sue mani non riuscivano proprio a staccarsi dal corpo della donna.
Posò le labbra sulle sue, dando vita stavolta ad un vero bacio, da tanto cercato, voluto, desiderato.
Alba era completamente abbandonata a lui, quasi non la riconosceva in quel momento. Sembrava che si fosse spogliata delle paure, delle insicurezze, dei timori che indossava.
E vestita con la felicità, era davvero bellissima.

-Sappi che è la prima e ultima volta che faccio una cosa del genere, è stato il momento più imbarazzante della mia vita!- esclamò Alba ancora rossa in volto, mentre lui la sollevò e la fece girare attorno, quasi con il rischio di cadere entrambi al suolo.

- Alba, io ti...-

-No, non dire niente! Non rovinare il momento! Davvero, non c'è bisogno che tu dica niente- lo fermò la donna, afferrandogli le guance con le mani e lasciandogli un dolce bacio a stampo.

Lui aggrottò la fronte, ma annuì.
Probabilmente era stato preso dall'euforia del momento, lui non era ancora pronto per condividere determinate emozioni... o si?
La sua testa era una voragine di emozioni, e non riusciva davvero a placare il turbine di quei pensieri.
Tutto ciò che però doveva ammettere, era il gran gesto che la donna aveva fatto per lui, con così tanta innocenza e tenerezza da commuoverlo.

-E adesso? Che cosa siamo?- domandò però Andrea, mentre Alba posava la radio vicino al divano.

Lei scrollò le spalle.

-Siamo a quel punto del rapporto che se scopro che hai ancora a che fare con Virginia ti diventa nero anche l'altro occhio- affermò seria, per poi sorridere.

Si avvicinò a lui e lo abbracciò semplicemente, poggiando la testa contro il suo petto.

-Non è vero, non ti farei mai del male. Cerca di non farmene neanche tu però- mormorò appena, con una vena di tristezza.

-Te lo prometto- disse lui, con le braccia che stringevano un corpo che sembrava più piccolo di ciò che era realmente, sembrava che in quel momento Alba fosse così fragile da potersi rompere da un momento all'altro.

-Ma no, non voglio che me lo prometti- sorrise lei, incrociando gli occhi di Andrea, ma la sua espressione era terribilmente seria.

-Invece sì. Te lo prometto- ribadì, chinandosi e dandole un altro bacio, che sembrava assumere un significato diverso.

Le mise le mani ai lati del collo, sotto i lunghi capelli, e si dedicò completamente a quel bacio, al renderlo passionale ma dolce nello stesso momento. Si concentrò sulle sensazioni che provava, sui brividi che dalle dita arrivavano all'addome e alle gambe, al modo in cui Alba ricambiava quel gesto.
Virginia sembrava non dare molta importanza a quel sigillo, il suo impeto era più rabbioso, frettoloso, tipico di una relazione prettamente fisica.
La donna che invece in quel momento  era con lui sembrava aver davvero bisogno di quel trasporto, di quella dolcezza, e lo capiva dal modo in cui infilava le mani tra i suoi capelli e li stringeva, o dai sorrisi che non riusciva a trattenere.
Ogni volta che si staccavano si guardavano negli occhi e si sorridevano, come due adolescenti alla loro prima esperienza.

E in un certo senso, lo era davvero, per entrambi.

Si misero nel letto e passarono le ore a  scherzare, ridere, farsi il solletico e punzecchiarsi. Non pensavano a nulla, non c'era nessuno oltre loro in quell'angolo del mondo.

Il giorno seguente, fu dura per entrambi lasciarsi e constatare che quella notte fosse finita, poiché desideravano che quella serenità durasse per sempre.

Andarono a lavorare con un sorriso sul volto e gli occhi che comunicavano tacite emozioni, e già pensavano al prossimo momento in cui finalmente si sarebbero rivisti.

Sembrava tutto perfetto, anzi, lo era.

Andrea pensò più volte a come ricambiare il gesto di Alba, a come stupirla ed emozionarla.

Osservò il calendario: tra dieci giorni sarebbero arrivate le vacanze di Pasqua, e già cominciò ad idealizzare su come sarebbe stato passare per la prima volta una festività con lei.

Passò dalla stazione e ad un tratto ebbe un'illuminazione, che sperò di realizzare.

Prenotò due biglietti.
Destinazione: Firenze.

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