Capitolo ventisette

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Tornare alla realtà non fu semplice, ed Alba questo lo sapeva.
Fu come uno schiaffo senza mano, un catapultarsi repentino e truce nel mondo reale, fatto di persone e passato, e non solo di lei ed Andrea.
Ripensava costantemente alle attenzioni che quell'uomo, l'essere insopportabilmente rompiscatole, le donava: uno sguardo complice, qualche parola che le faceva venire i brividi, le mani che l'accarezzavano e plasmavano come se fosse argilla, le chiamate improvvise solo per dirle che gli mancava.
Sorrideva a quei pensieri, quando sentì improvvisamente una nocciolina colpirle il viso.

-Ehi, bella addormentata, smettila di pensare al principe azzurro!- la richiamò Leo, sghignazzando sotto la chioma rossiccia.

- Non sto pensando ad Andrea!-

-Sì, certo, e io sono etero- ironizzò lui, bevendo un sorso di birra.

Si erano riuniti nel solito pub in stile irlandese, dove tempo addietro il gruppetto aveva avvistato un interessante fondoschiena che si era rivelato essere quello di Andrea. Un ghigno velatamente malizioso dipinse il volto della donna, che potè constatare personalmente quel sedere sodo.
Scosse la testa, arrossendo per quei pensieri.

-Allora, com'è andata a Firenze? Ci avete dato dentro, eh?- rise Leo mettendola intenzionalmente in imbarazzo, così tanto che lei si coprì il volto con la mano.

- Non parlerò di questo, puoi scordartelo! Piuttosto, perché non parliamo di Giorgia?- propose Alba, tentando di distogliere l'attenzione da lei.

-E cosa vuoi che dica? Per me non ci sono cambiamenti, nessuna novità, una noia mortale- si lamentò l'amica, sollevandosi gli occhiali poggiati sul naso -perchè non parliamo di Elvira piuttosto?-

-Ah lasciate stare, non è serata oggi- borbottò questa, che fino a quel momento non aveva toccato cibo.

-Ehi, che ti prende?- mormorò Alba posando una mano sulla sua spalla, ma lei non rispose, mimò solo un sorriso forzato e scosse le spalle.

Era evidente che fosse turbata da qualcosa, e il non saperlo faceva stare male la donna, poiché si reputava inutile come amica.

-Bene, se proprio insistete, parlerò io, visto che me l'avete chiesto in coro- intervenne allora Leo, stemperando quella tensione momentanea.

-Novità dai tuoi contatti di Grindr?- lo stuzzicò Giorgia, ma lui scosse la testa.

-No. Ho seguito le istruzioni di suor Alba non più tanto suora, in quanto il suo velo è stato accidentalmente macchiato di peccato- rivolse un'occhiata ironica alla sua amica, che scuoteva la testa divertita, per nulla offesa da quelle affermazioni vivaci -e ho conosciuto un tipo-

-E lui sa della tua esistenza o abita a circa mille chilometri da qui?- domandò Elvira, tentando di distrarsi dai suoi pensieri.

-Ecco, a questo proposito...-

-Ah, eccolo- dissero le tre amiche in coro.

-Lasciatemi spiegare!- le interruppe Leo, rosso in volto -è il cassiere che lavora al supermercato sotto casa mia-

-E da quando vai a fare la spesa tu? Pensavo ci pensasse mammina- lo prese in giro Giorgia, divertendosi nell'infastidirlo e ricevendo uno sguardo truce da parte del ragazzo.

- Se continuate così non vi dirò proprio un bel niente-

- No dai, siamo serie. Avanti, raccontaci del tuo amore misterioso- disse Alba, poggiando il gomito sul tavolo e la testa sulla mano, volgendo tutta l'attenzione su di lui.

-Stavo dicendo, c'è questo cassiere che suscita la mia curiosità-

-Suscita la mia curiosità... da quando parli così?- intervenne Elvira, scettica.

-Da quando un grazie e arrivederci ha rivoltato la mia vita! Perché voi potete innamorarvi ed io no?!- si ribellò lui, e a quelle parole la donna tacque.

-Scusatemi, vado un attimo in bagno- mormorò appena, sparendo dai loro sguardi ed allontanandosi.

- Ma che le prende?- chiese Giorgia ai due amici, che si guardavano attoniti.

-Vado da lei, cerco di capire cos'ha- affermò Alba, seguendo Elvira e dirigendosi in bagno, dove vide la sua amica appoggiata al lavandino, mentre si guardava con una strana espressione allo specchio.

-Mi spieghi cos'hai? Sei strana, e ti pregherei di darmi un briciolo di spiegazione! Per favore- quasi la supplicò, mentre la psicologa chiudeva gli occhi, prendendo un profondo respiro.

-Ho paura, Alba- mormorò appena la donna, con un udibile groppo alla gola.

-Dimmi cosa ti turba-

Elvira si voltò verso di lei, pallida e sconvolta.

-Io e Fabrizio abbiamo avuto un rapporto-

-Ah- disse semplicemente Alba, stupita per il tono che la sua amica usava e per la freddezza dei termini. Era convinta che ci fosse qualcosa sotto, e pregò con tutta sé stessa che non si trattasse di violenza.

-Non abbiamo usato precauzioni-

-Ah-

-Il mio ciclo è in ritardo-

-Ah-

-Ed è sempre puntuale-

-Ahh-

-Ma la smetti?! Non mi sei di aiuto- la rimproverò la donna, voltandosi nuovamente verso lo specchio.

-Hai ragione, scusami- mormorò Alba, cercando disperatamente qualcosa di intelligente da dire.

-Fabrizio lo sa?-

Non la domanda migliore da fare, doveva ammetterlo.

-Non l'ho ancora aggiornato sul mio calendario mestruale, mi sembrava presto, ma a quanto pare adesso non lo è più-

-Calmati Elvira, per favore. Stà tranquilla. È un periodo stressante, magari anche per il lavoro, e tu sei stanca, e...-

-E potrei essere incinta di un uomo che conosco appena e che non so nemmeno se voglia dei figli! Non so nemmeno se voglia me! Santo cielo, mi sento così stupida!-

Elvira si mise una mano tra i capelli neri e corti, ed Alba si limitò ad abbracciarla da dietro, cingendole le spalle e poggiando la guancia sulla sua schiena.

-Affronteremo insieme qualsiasi cosa- le disse, strofinando con le mani le braccia della sua amica, che non potè fare a meno di sorridere commossa.

-D'accordo, ma stà attenta, potresti sporcarmi di fondotinta!-

Le due risero complici e si scambiarono un abbraccio sincero, di conforto.

-Promettimi una cosa!- esclamò Alba, seria.

-Vedremo, avanti, dimmi-

-Sarò io la zia che lo battezzerà!- scherzò, ricevendo un colpo indispettito sul braccio.

-Andiamo dagli altri, scema- affermò Elvira, tornando al tavolo con quelle parole che rimbombavano nelle orecchie.

Cuori interrottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora