-Santo cielo- sgranò gli occhi Leo, scuotendo la testa e non credendo a ciò che vedeva.
-È peggio di quanto pensassi- convenne Elvira, con le braccia incrociate al petto e l'espressione contrariata.
-Non so se posso farcela-
-Dobbiamo farcela, è nostro compito salvarla-
-Credo che sia già condannata alle fiamme dell'inferno- mormorò il rossiccio, ottenendo il pieno consenso della sua amica.
-La smettete di parlare come se non ci fossi?- intervenne Alba, seduta sul proprio letto mentre i due amici osservavano con disgusto il suo armadio.
La stanza da letto della donna era una camera abbastanza spaziosa che conteneva un letto matrimoniale, testimone di innumerevoli gioie e i più disparati dolori, una grande finestra che accedeva ad un piccolo balcone e un armadio che occupava tutta la parete posta difronte al letto. Era fatto di legno verniciato di bianco, ma al suo interno conteneva abiti scuri, cupi, larghi. Le pareti, dipinte con una tonalità azzurro chiaro, erano piene di fotografie di lei e Matteo, oltre che di qualche poster del ragazzo che Alba non aveva avuto il coraggio di rimuovere.
-Ciò che vedo è... disumano. Guarda questo maglioncino! A quale epoca appartiene, al decimo secolo avanti Cristo?- disse Leo, lanciando l'indumento al suo suolo.
-Ma perché, questi jeans? Hanno fatto la guerra del 15-18?- continuò Elvira, gettandolo.
-Sono comodi...- si giustificò Alba, leggermente in imbarazzo.
-Questa apparteneva a tua nonna, vero?- il ragazzo mostrò una giacca nera e lunga, e la gettò assieme agli altri indumenti.
-Sapevo che avrei sbagliato a chiamarvi. Avrei dovuto contattare Giorgia, lei è molto più seria di voi!-
-Giorgia è impegnata con il suo bel militare che non vedeva da due mesi, non credo proprio che avrebbe perso questa mattinata come stiamo facendo noi due poveri scemi!- esclamò Elvira, scartando dall'armadio quasi tutti gli abiti della ragazza.
-Ah, non sapevo fosse tornato-
-Certo, questo perché non leggi i nostri messaggi sul gruppo di whatsapp- la rimproverò Leo, rivolgendole un'occhiata di fuoco.
-Sì che li leggo! Beh... forse non tutti- ammise Alba, scrollando le spalle.
Il telefono di Elvira squillò improvvisamente. Lei lo prese velocemente dalla tasca del jeans, con così tanta foga da insospettire i suoi amici. Rispose al messaggio non nascondendo un sorriso e riassunse la sua solita espressione, per poi posare gli occhi sui due amici che la guardavano curiosi.
-Beh? Che hai da dirci?- domandò Leo, incitandola con la mano.
-Io? Niente-
-Si si, come no... e quel sorriso ebete allora?- la provocò Alba, lanciandole un cuscino che però la ragazza prese al volo.
-Ehi! Non ho da dirvi proprio niente! Solo che mi sto sentendo con un tale, ma nulla di serio eh- specificò Elvira, ottenendo l'applauso canzonatorio da parte dei due amici.
-Se siamo fortunati riusciamo a toglierla di torno- ammiccò Leo ad Alba, indispettendo volutamente Elvira che però si accontentò di una risata canzonatoria.
-A proposito di segreti, chi è quel benedetto cristiano che ha illuminato il tuo cammino e ti ha convinto a chiamarci per cambiare questo scempio?- domandò il ragazzo, rivolgendo nuovamente l'attenzione verso la padrona di casa.
-Nessuno- diventò rossa lei, non ancora pronta per parlare di Andrea.
Ma in fondo, cosa poteva dire? Non sapeva nemmeno lei come descrivere quello strano rapporto.
-Chiunque egli sia, perché sono sicura che ci sia lo zampino di qualcuno dietro tutto questo, sono sicura che è speciale- sorrise la psicologa, rivolgendole un occhiolino di intesa.
-Vi sbagliate, donne. La fregatura c'è sempre- affermò serio Leo, fingendo di porre l'attenzione sugli indumenti pur di non porre lo sguardo su di loro.
-Perché devi essere così pessimista?- lo rimproverò Elvira, mentre Alba rimase in silenzio.
-Perché siamo esseri imperfetti, condannati a commettere degli errori. Non costruite castelli di sabbia quando sapete che la marea può rovinare tutto. Nessuno è speciale-
-Matteo lo era- intervenne in un mormorio Alba, facendo calare il silenzio della stanza.
L'uomo si voltò, l'espressione era seria, anomala sul suo viso sempre ironico e pungente.
-Ti sbagli, Alba. Matteo era come tanti altri. Era il tuo amore che lo rendeva unico- spiegò con calma, e la donna non riuscì a ribattere.
Sapeva che nessuno avrebbe potuto capirla, solo lei sapeva ciò che provava ogni giorno. Non potevano capire come ci si sentisse nel cercare un corpo in un letto freddo e vuoto, spruzzare il suo profumo preferito per averlo più vicino a sé, soffermarsi sulle foto ed avere la consapevolezza che certi sorrisi, non sarebbero tornati più.
Il telefono di Alba vibrò improvvisamente. Lei lo prese e si allontanò dai suoi amici, dicendo che la chiamata fosse da parte del suo datore di lavoro. Li lasciò giudicare il suo vestiario e si diresse verso la cucina.
-Pronto?-
-A-Alba!- sentì esclamare al telefono, in tono così alto che fu costretta ad allontanare il cellulare dell'orecchio.
-Non sono sorda!-
-Che stai facendo?- le chiese Andrea con naturalezza.
-Sto... sto rivedendo il mio guardaroba-
-Era ora-
-Ehi!- lo riprese lei, e subito avvertì una fragorosa risata provenire dall'altra parte.
-Sto scherzando, Alba. Ascoltami, sei libera stasera?-
-Perché?-
-Rispondimi, non vorrei che cambiassi idea dopo la mia proposta-
La donna ci pensò qualche secondo di troppo.
-Alba? Ho solo voglia di vederti. Verrei subito, ma sono a scuola...-
-Sono libera stasera- lo fermò lei, con leggera ansia nella voce, cominciando già a pensare a quale negozio recarsi per comprare dei vestiti decenti.
Le sembrava incredibile come la sua mente si concentrasse su pensieri così futili, e il merito era di quell'uomo. A quel pensiero sorrise, per poi accorgersi che Matteo era davanti a lei e la osservava con il capo chinato verso un lato.
Sbiancò di colpo, avvertendo la testa girare vorticosamente.
-Alba, sei ancora lì?- le chiese Andrea, non avvertendo alcuna risposta.
-S-sì-
-Allora?
-Allora cosa?-
-Stai bene Alba?-
-Sì, ho solo un po' di mal di testa-
-Sicuro che sia solo quello, Alba?- le domandò Matteo con un sorriso sornione.
-Stà zitto-
-Come?- chiese Andrea, e lei si passò una mano sul viso.
-Scusami Andrea, non era rivolto a te-
-Sei in compagnia?
-Si. Cioè, no. Sono con amici, ecco. Cosa volevi chiedermi?-
- Non so se valga la pena chiedertelo in questo momento...- il tono di voce tradiva un velo di delusione, di risentimento.
- No, no dimmi!-
-Volevo invitarti a cena, ma se non ti va...-
-Sì, mi va-
-Ne sei sicura?-
-Ne sei sicura, Alba?- si avvicinò a lei Matteo, osservandola con attenzione.
Lei avvicinò una mano al suo viso, ma davanti a sé non c'era più nulla.
-Sì, Andrea. Ne sono sicura-
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Cuori interrotti
RomanceDa quando il suo primo amore è morto, per Alba la vita non è che una lotta alla sopravvivenza per poi sperare di raggiungere il suo amato, scomparso per una terribile malattia. Alba ha perso fiducia in sé stessa, nel mondo, nell'amore. L'incidente i...