Capitolo venticinque

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Quando le aveva comunicato che aveva prenotato due biglietti per Firenze, a stento era riuscita a crederci. Si era impanicata, aveva sorriso ed annuito. Ed aveva accettato.
Qualche giorno prima della partenza, però, era rimasta chiusa in bagno per molto più di un'ora, immobile ad osservare un punto qualsiasi davanti a sé.
Era la prima volta, dopo Matteo, che avrebbe mostrato apertamente una relazione con un altro uomo, e non sapeva se fosse pronta. Un turbine di pensieri la torturavano.
Non sapeva come comportarsi, cosa indossare con lui, e come affrontare la situazione nel caso in cui, le notti, Andrea avrebbe desiderato un contatto in più.
Non erano andati oltre il bacio, ma la voglia e la tensione che aleggiava tra loro era troppo evidente per essere ignorata.
Non era mai stata a Firenze, era sicura che sarebbe stata un'esperienza unica, ma era terrorizzata ed insicura.
Ciò che l'assillava, poi, era il timore che il suo corpo potesse non piacere all'uomo: non era perfetta, con quelle sue piccole smagliature lungo i fianchi, i buchetti nelle cosce, la cicatrice sul ventre. Si pentì di non essere più sportiva, più atletica, semplicemente... di più.

Partirono la notte del venerdì Santo, e giunsero a Firenze alle otto della mattina successiva. Fecero colazione e si diressero immediatamente nel bed and breakfast che Andrea aveva prenotato, constatando quanto fosse antico e piccola la loro stanza.

- Beh, l'importante è dormire bene, no?- scrollò le spalle l'uomo, sedendosi sul letto che immediatamente cigolò, facendo strani rumori.

-Dicevi?- lo provocò Alba, con le braccia incrociate al petto ed un sorriso che proprio non riusciva a rimuovere.

-Dicevo che è meglio per me se non ti muovi come un terremoto come fai sempre durante la notte, se non vuoi avere una denuncia dai nostri vicini- rispose lui, avvicinandosi a lei e circondandole la vita con le braccia.

- Sono emozionata- confessò lei, unendo le mani dietro il collo di Andrea ed osservandolo.

-Di stare con me?-

-No, di visitare Firenze- scherzò lei, mentre lui increspò le labbra, assumendo un'espressione offesa.

-Adesso sono arrabbiato- ironizzò lui, per poi ricevere un bacio dalla donna, che stranamente riusciva sempre a destabilizzarlo.

-Adesso lo sono un po' meno- sollevò le spalle, per poi tentare nuovamente di unire le loro labbra, ma la donna si svincolò da quella stretta.

-Andiamo?- gli chiese indossando la giacca.

-Andiamo- acconsentì lui, prendendo i loro zainetti e chiudendo la porta della loro stanza, pronti per iniziare quella nuova esperienza.

Il loro b&b era distante pochi metri dal Ponte Vecchio, e appena Alba lo scorse in lontanza si precipitò per vederlo da vicino, poggiando le mani sul ponte ed osservando il panorama che le si parava di fronte, ovvero una cartolina di costruzioni vecchie ed uniformi tra loro.

-Ci facciamo una foto?- domandò ad Andrea, e lui accolse quella proposta molto più che volentieri.

Fermarono un turista e si misero in posa, la testa di Alba era appoggiata alle braccia dell'uomo, che le stringeva la vita. Sorridevano, ed anche i loro occhi sembravano fare lo stesso. Ringraziarono il passante e osservarono curiosi la foto.

-Ma dai, ma faccio schifo!- si lamentò la donna, osservandosi con scetticismo e notando che i suoi occhi erano socchiusi.

- Ma non è vero, è una bellissima foto- rise Andrea, che invece era venuto impeccabile.

-Certo, perché tu sei uscito bene! Che ingiustizia!- ribadì la donna, che ebbe come consolazione un bacio sulla guancia.

-L'importante è che tu sia bella per me, no?-

-No- affermò lei, scocciata, per poi sorridere -ne faremo altre!-

-Anche mille se fosse necessario- acconsentì l'uomo, mettendo una mano sulla sue spalle e ricominciando a camminare.

Alba sembrava una bambina, puntava col dito qualsiasi particolare che attirasse la sua attenzione, aveva gli occhi sgranati e si guardava sempre attorno con curiosità. Andrea invece guardava lei, si divertiva nel vedere le sue espressioni buffe, la serietà mentre si concentrava nel fare foto artistiche ai paesaggi, notare che il suo capo si girava sempre verso di lui per controllare che fosse ancora accanto a  sé.

Andrea, con un po' timore, mentre si incamminavano per vedere il famoso Duomo della città, le sfiorò la mano.
Avevano dormito insieme, si erano baciati, ma la stretta di mano era sempre stata qualcosa che trovava estremamente intimo, confidenziale.
Tuttavia, Alba ricambiò quella stretta, le loro dita si intrecciarono, ed entrambi si sorrisero complici.

Quando voltarono l'angolo, dopo che la donna si era fermata più e più volte per vedere le vetrine dei negozi, entrambi rimasero incantati nel vedere la magnificenza della  chiesa, la perfezione dei suoi dettagli, e la famosa cupola di Brunelleschi che faceva Firenze sua.

-Che spettacolo- commentò Alba a bocca aperta, prendendo prontamente la sua macchina fotografica ed immortalando il Duomo.

L'uomo, invece, prese il suo telefono e fotografò lei, che era così concentrata che nemmeno si accorse di quel gesto. 

-Io la amo, è bellissima!- esclamava Alba, girando attorno alla chiesa e trascinando Andrea nell'immensa fila.

-Dovresti amare me che ti ho portata qui- borbottò lui, ma prontamente si accorse che lei nemmeno l'aveva sentito, poiché era già impegnata a parlare con dei turisti e a scambiare informazioni.

Era una donna in gamba, l'aveva sempre pensato, ed averla accanto a sé, stringerla, sentirla vicina gli sembrava ancora assurdo.

Dopo diverse ore in attesa, andarono a pranzo, per poi riprendere le visita nel Palazzo della Signoria.
Anche lì approfittarono per farsi una foto insieme, e l'unica che stranamente uscì bene fu quella dove Andrea faceva improvvisamente il solletico ad Alba per rendere la foto meno seria, e lei che scoppiava a ridere senza controllo.

Cenarono in un ristorantino affollato, stanchi ma soddisfatti della giornata appena trascorsa.

Tornarono al bed and breakfast esausti, si fecero una doccia e si misero nel letto.

- Sono così stanca che mi sembra di non sentire più la stanchezza. Sono strana?-

-Eccome- rispose Andrea, che ebbe come risposta un pugno sul braccio.

-Violenta!-

- Ma stà zitto!- esclamò Alba, prendendo il suo cuscino e colpendo l'uomo, che tentò di difendersi coprendosi con i gomiti, per poi afferrare il suo cuscino e controbattere nuovamente.

Il letto cigolava fastidiosamente, e furono costretti ad interrompere per non fare troppo chiasso.

Si guardarono, restando quasi incantati nel specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro.
Fu Andrea il primo a cedere ed avvicinarsi a lei, per unire le loro labbra in uno di quei baci che servono per assaporare, scoprire.

Alba gli mordicchiò il labbro inferiore, e quel gesto non fece che risvegliare degli istinti che con lei non erano mai completamente assopiti.

-Alba, ti conviene non fare così se non te la senti ancora a... insomma-

-Scusami- arrossì istintivamente lei, e lui strofinò il naso contro il suo.

-No, scusami tu- mormorò, per poi puntare lo sguardo verso il soffitto.

La donna osservò Andrea assumere un'espressione seria, cercare di controllare le proprie emozioni, e ne fu quasi commossa per quella premura.
Quando l'uomo si mise su un fianco, lei fece lo stesso e si avvicinò al suo corpo, circondandolo con le braccia. Lui sorrise nel buio e strinse le sue mani, tentando di dormire.

Cuori interrottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora