-Non riesci a dormire, vero?-
Alba deglutì.
Era notte fonda, e delle goccioline di sudore vestivano la sua fronte, il collo, la schiena. Osservava il soffitto, ma non era sola in quel letto matrimoniale, così freddo e vuoto: accanto a lei c'era Matteo.-Già-
-E quale sarebbe stavolta il problema?- domandò lui, e pur senza vederlo la donna poteva percepire un sorriso nascere sul volto sbarazzino.
Si voltò, e finalmente intravide i suoi occhi, i ricciolini spettinati e la leggera fossetta sulla sua guancia.
-Nessun problema- lo rassicurò lei, stendendo il braccio, ma come al solito non riuscì a percepire nessun contatto sotto le dita fredde.
Ritrasse la mano con leggera delusione, ma poi sorrise.
-Sei frenata da me, non è vero? Dalla mia presenza-
Lei non rispose, e il ragazzo capì che fosse così.
-Andrea mi piace, e piace molto anche a te. Non ti sarò d'ostacolo, Alba. Ma queste barriere che hai messo nel cuore devi combatterle prima o poi, o lui potrebbe stancarsi-
-Ti saresti mai stancato di me?- chiese la donna in un sussurro, e vide la figura tenue del ragazzo porre una mano in corrispondenza del cuore.
Lei non percepì nulla, se non una leggera sensazione di calore.
-No, non mi sarei mai stancato di te-
Il giorno seguente, due occhiaie violacee definivano il volto stanco e assonnato della donna, che non riuscì a coprirle neanche con il fondotinta. Andò al supermercato, e la sua concentrazione fu completamente attratta da una canzone che in quel momento trasmettevano in radio, e che Matteo cantava spesso:
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa ti può crollare addosso
Sally è già stata punita per ogni sua distrazione o debolezza,
Per ogni candida carezza... data per non sentire l'amarezzaIncrespò un tenue sorriso. Sentiva la canzone un po' sua, che narrava di lei.
Probabilmente era egoista pensare a ciò, ma...-Allora ci sono riuscita a vederti anche fuori dall'ospedale!- esclamò una voce femminile, gioviale, che la distolse dai pensieri.
Lei voltò il capo, e per qualche secondo rimase interdetta nel vedere il volto roseo della madre di Andrea, che le sorrideva affabile.
-Signora, che piacere vederla! Come sta?-
-Ah, non farmi sentire più vecchia di quanto già non sia! Chiamami pure Elisa, ti prego, e dammi del tu! Che dirti, sono viva, quindi per forza di cose sto bene! E tu? Non hai una bella cera, ragazza- commentò la donna, scrutandola con gli occhi chiari.
-La, anzi, ti ringrazio per l'interesse, ma sto bene, ho solo dormito un po' male stanotte- affermò lei, stropicciandosi gli occhi e rovinandosi il trucco, causando un alone nero intorno alla palpebra.
La signora annuì, nonostante non fosse pienamente convinta delle sue affermazioni.
-E con Andrea come va?-
Alba non poté fare a meno di avvampare al solo sentire quel nome, e le guance si dipinsero di un rosso accesso. Chinò lo sguardo, domandandosi cosa realmente Elisa sapesse del suo rapporto con il figlio.
-Tutto bene direi- rispose semplicemente lei, scrollando le spalle.
- Ti tratta bene?- domandò allora la signora, indugiando negli occhi della giovane che tentava inutilmente di celare l'imbarazzo.
Era strano parlare di quell'argomento tra il frigorifero per i surgelati e lo scaffale dei vini, ma l'espressione della donna non ammetteva mancate spiegazioni.
- Mi tratta molto bene signora, sì. È un brav'uomo, davvero-
-E tu lo tratti bene?-
Alba rimase qualche minuto in silenzio, sconvolta per quella domanda. Si passò una mano tra i capelli, facendola scivolare fino alla punta e poi posarla sul carretto per la spesa.
-Faccio del mio meglio, signora. Tengo molto a lui- affermò, quasi sperando che quelle parole potesse sentirle direttamente Andrea e non sua madre, che sembrò soddisfatta di quella risposta.
-Ne sono sicura- sorrise la donna, accarezzando la guancia di Alba, che la salutò cordialmente e si allontanò.
Quando Elisa si assicurò la ragazza non potesse più vederla, incrociò le braccia.
-Puoi anche smetterla di nasconderti dietro quello scaffale, Andrea. L'hai sentita? E che aspetti a prendere in mano la situazione?-
Quella sera, sul suo divano di pelle bianca, Andrea pensava incessantemente ad Alba e alle sue parole, oltre a quelle di sua madre. Era spaventato, inibito dall'idea che la donna potesse tornare sui suoi passi, allontanarsi da lui come aveva già fatto in passato. Il problema, era che proprio non riusciva più a trattenersi, ad osservarla e non fare nulla, non dire parole dolci per timore di spaventarla. Voleva viverla, ma viverla davvero, ma in quelle condizioni non se ne capacitava minimamente.
Ad un tratto, però, si convinse.
Ora o mai più, pensò.
Si alzò dal sofà, prese le chiavi e si diresse verso la porta, per poi scendere precipitosamente le scale e dirigersi verso la propria automobile.
Era euforico, tremava persino, e temeva che il cuore potesse arrivargli in gola.Mentre stava per aprire lo sportello, avvertì qualcuno toccargli la spalla.
Lui si voltò istintivamente, ma ciò che ebbe fu un pugno in pieno viso, più precisamente tra il naso e lo zigomo.
Scontrò il capo contro il vetro della macchina e scivolò a terra, mentre vedeva delle scarpe da uomo allontanarsi lentamente da lui.
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Cuori interrotti
RomanceDa quando il suo primo amore è morto, per Alba la vita non è che una lotta alla sopravvivenza per poi sperare di raggiungere il suo amato, scomparso per una terribile malattia. Alba ha perso fiducia in sé stessa, nel mondo, nell'amore. L'incidente i...