Capitolo ventotto

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Era una domenica mattina fresca e ventilata. Andrea e Fabrizio ne avevano approfittato per fare qualche chilometro di corsa lungo il parco presente nella zona periferica della città, inspirando a pieni polmoni quell'aria che conteneva sicuramente una percentuale minore di smog.
Si fermarono nei pressi di una panchina per fare  strerching, e l'omone tatuato si chiese se fosse il caso di parlare o meno.

-Credo che Elvira mi stia evitando- affermò ad un tratto, stendendo la gamba e afferrando la punta del piede.

-Perché lo pensi?- domandò Andrea, facendo lo stesso.

- Non mi risponde ai messaggi, e quando lo fa la sento distante, fredda-

-Avete discusso?-

-No, anzi... pensavo che andasse più che bene tra noi. Insomma, sono stato a casa sua, deve pur significare qualcosa, no?-

-Magari non gli piaci e vuole fartelo capire in questo modo-

Fabrizio si bloccò e guardò torvo il suo amico, visibilmente ferito ed offeso da quelle parole.

-Alla faccia della delicatezza, eh-

-Hai ragione, scusami. Prova a parlarle. Faccia a faccia, intendo. Affrontala. Vedrai che si risolverà tutto- scrollò le spalle l'uomo, mentre il suo amico parve non convinto.

-E se ne parlassi tu con Alba? Sono amiche, no?! Alba sicuramente conosce il motivo. Ti prego, indaga per me!- Fabrizio congiunse le mani come in una preghiera, mentre Andrea scuoteva la testa.

-Assolutamente no, non voglio entrare nelle vostre faccende personali, è una cosa che devi risolvere da solo-

- Ti prego, ti prego! Sono il tuo migliore amico, no? Puoi fare questo piccolo favore!-

Andrea sollevò gli occhi al cielo, e Fabrizio interpretò quel segnale come un sì. Esultò entusiasta e riprese a correre, seguito dal suo amico che ebbe l'impressione di essersi cacciato in un guaio.

Quella sera, Alba cenò a casa di colui che poteva considerare il suo nuovo compagno, nonostante entrambi non avessero chiarito a voce in che tipo di relazione fossero. Non si preoccupò molto per questo, lei sapeva cosa provava e sentiva ciò che Andrea provava per lei, e capì che le frasi non avrebbero mai potuto dare voce a quelle emozioni così forti.
Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti, schizzandosi con l'acqua come bambini e rubandosi baci innocenti, si accomodarono sul divano, e alla donna parve assolutamente naturale accoccolarsi al braccio robusto dell'uomo, stringersi a lui e percepire quel profumo di casa.

-Come sta Elvira?- chiese improvvisamente Andrea, fingendo di essere interessato al film che stavano trasmettendo in tv.

-Sta bene-

-Ah, sono contento- annuì l'uomo, non ottenendo più alcuna risposta.

Si mordicchiò il labbro, indeciso di come proseguire quel discorso delicato.

-E con Fabrizio come pensi che proceda?-

-Penso che siano affari loro, non credi?- rispose Alba, usando un tono forse un po' troppo seccato.

-Sì, ma sono nostri amici. Fabrizio mi ha confessato che Elvira non risponde più ai suoi messaggi ed è preoccupato per questo-

-Ha provato a parlarle?-

-... sì- affermò indeciso Andrea, imprecando mentalmente il suo amico per averlo messo in quella situazione.

-Bene-

- Tu per caso sai cosa le prende?- domandò ancora, e la donna sbuffò, staccandosi da lui e mettendosi all'altro angolo del divano.

L'uomo la osservò incuriosito, notando il suo nervosismo.

-So perfettamente cosa le prende, ma non sarò di certo io a riferirlo. Sono questioni delicate che preferirei risolvessero loro, e noi non dovremmo metterci in mezzo-

-È difficile affrontare una situazione se davanti a te hai un muro, non credi? A quanto pare voi donne non siete poi così diverse. Chissà cosa nasconde- ridacchiò Andrea, facendole aggrottare la fronte ed assottigliare gli occhi.

- Cosa vorresti dire?-

-Che anche tu spesso ti sei comportata nella stessa maniera di Elvira.  Sei sparita senza dare alcuna spiegazione-

-Avevo i miei motivi, non ero di certo impazzita- affermò dura la donna, cominciando ad innervosirsi.

-Beh, i tuoi motivi erano piuttosto futili-

-Ah, quindi ora qualcosa che mi fa stare male è futile? Buono a sapersi-

- Non intendevo questo...-

-Ah, stà zitto che è meglio-

-Lo vedi? Non si può parlare con te! Ecco che abbiamo un'opinione divergente e subito ti alteri!- esclamò Andrea, infastidito dal suo atteggiamento.

-Se dici solo stronzate è ovvio che mi altero!-

-Stronzate?! Perché, pensi che tutto ciò che dici tu sia sacro?-

-Sicuramente più sensato delle tue stupidaggini di uomo!-

-Ah, ecco che ora fai distinzioni di genere. Quindi c'è veramente qualcosa che nasconde Elvira. O qualcosa che nascondi tu?-

Alba pensò immediatamente a Matteo, al figlio perso, e a tutte quelle cose che non era ancora riuscita a dire ad Andrea. Perché non l'aveva fatto? Perché escluderlo da quella parte della sua vita?

-Vado a casa, non ho più voglia di stare qui- affermò la donna, alzandosi dal divano e prendendo la sua giacca.

-Ti sembra il modo di comportarsi da persona matura? Non hai il coraggio di affrontarmi?-

-Certo che ce l'ho ed infatti ti ho affrontato, ma nello stesso tempo non ho voglia di stare qui con te. Pensavo che avremmo passato una bella serata insieme, ne ero sicura, ma abbiamo rovinato tutto-

Andrea si alzò per seguirla,  ma non la fermò.

-Non possiamo comportarci in questo modo ogni volta che litighiamo!-

-Ti ho detto semplicemente che non ho voglia di restare più qui. Non ho detto che non ho più voglia di vederti. Adesso vado, prima che la situazione degeneri- affermò Alba, aprendo la porta e sbattendola dietro di sé, mentre i vecchi sensi di colpa facevano strada a quelli nuovi.

Cuori interrottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora