Capitolo 21

1.7K 114 32
                                    

Ciauu, allora, vi consiglio di sentire questa canzone mentre leggete che è la stessa che ho usato io per scrivere e rappresenta tanto il capitolo.. buona lettura.

pov's Lele

Sarebbe successo qualcosa..me lo sentivo. In quel momento però non ci pensai. Il tempo di trovare una giacca, prendere il telefono e tutto il necessario ed eravamo tutti e 3 fuori da casa a cercare Tancredi. Ero preoccupatissimo. Avevo paura che gli fosse successo qualcosa e mi sentivo un sacco in colpa. Se non gli fossi andato a parlare, probabilmente non se ne sarebbe mai andato. Diego ci propose di dividerci e cosi avvenne. Infondo Milano è immensa e non sapevamo minimamente dove fosse Tancredi. Ci misimo a correre. La cosa che più mi importava in quel momento era trovarlo. Non mi interessava di nulla, ma solo di lui. Non lo avrei lasciato da solo, come avevo fatto in quelle settimane. Non se lo meritava, aveva veramente bisogno di qualcuno al suo fianco, che lo proteggesse da tutto. Si era sempre mostrato freddo e distaccato, ma in realtà non lo era. Era completamente l'opposto, dolce e timido, bisognava solo riscoprire quel suo lato. Nel frattempo continuavo a correre mentre questi pensieri mi attanagliavano completamente e le mie paure continuavano a crescere. Non sentivo più nulla attorno a me. Non sentivo la pioggia e il freddo ma solo tanta paura di perdere la persona più importante della mia vita. Dopo mezz'ora in cui avevo vagato per le strane di Milano con Gian e Diego che ogni tanto mi chiamavano, solo per dirmi che non riuscivano a trovarlo. e io continuavo, non perdevo la speranza anche se il mio cuore batteva come se da un momento all'altro fosse venuto a sapere che poteva essere successo qualcosa all'unica persona che lo aveva capito, o per meglio dire, che mi aveva capito e supportato in qualunque momento, anche se avessi tutto lo sbaglio da parte mia. Continuavo a sentirmi in colpa per tutte le volte che non c'ero stato per lui o che non ero riuscito a capirlo. Poi mi avvicinai ad un parchetto e lo vidi. Tutto bagnato, che tremava e continuava a piangere a dirotto, non potevo vederlo così. Corsi da lui e appena mi vide, si fiondò tra le mie braccia. Piangeva, tanto. Lo strinsi a me, con tutte le forze che avevo. Aveva le mani poggiate sul mio petto e continuava a stringere forte la mia maglia. Si staccò da me e mi guardò negli occhi, stessa cosa feci io, per poi vedere tutti i suoi dolci lineamenti e le sue labbra. Eravamo a pochi centimetri di distanza.

tanc:- L-lele...p-perdonami, n-non volevo che a-accadesse ma Ti amo- mi disse con un filo di voce quasi impercettibile. Era successo tutto cosi velocemente. Potevo sentire il mio cuore battere all'impazzata. Poi sentii che le sue mani avevano messo di stringere la mia maglia e dalla sua guancia non scendevano più lacrime. Era svenuto. In quel momento sentii un vuoto immenso, la terra mancare sotto i miei piedi e potei sentire per la prima volta la paura di morire per una persona. Capii i suoi strani atteggiamenti, quando voleva stare con me e quando invece mi evitava, probabilmente per provare a salvare un'amicizia. Ma in quel momento, non diedi troppo peso ai suoi atteggiamenti ma più ai miei. Capii tutte le sensazioni che provavo abbracciandolo, nel volerlo difendere a tutti i costi. Provavo lo stesso che provava lui, l'unica differenza era che io lo avevo capito tardi, mentre avevo il corpo fragile e inerme di Tancredi tra le mie braccia. Eravamo ancora sotto la pioggia, l'unica cosa che mi venne in mente di fare era chiamare Gian e Diego. Erano sicuramente in condizioni migliori per aiutare Tancredi, ma mi ero ripromesso che da quel giorno in avanti mi sarei preso cura di lui, ogni giorno della mia vita. Appena arrivarono Gian e Diego mi misi a piangere. Ero stato un idiota a non  capire i miei sentimenti, a non capire che l'unica persona di cui avevo veramente bisogno era Tanc. Continuavo a vederlo lì, tanto fragile, che non poteva sentirmi, vedermi e altro. Avrei rimediato, non mi sarei fatto sfuggire questa occasione, ma mi sentivo veramente impotente e con la costante paura di perdere l'amore della mia vita e di averlo fatto soffrire per così tanto tempo, non capendo né cosa volesse lui, né cosa volessi io. Tutto ciò faceva malissimo, non poter far nulla, non poterlo abbracciare, baciare e dirgli che io c'ero, ero lì per lui e ci sarei sempre stato. Passai le ore più brutte della mia vita, mentre la paura continuava a crescere e io pensavo a quante cose mi ero perso e di non potercela fare senza Lui al mio fianco, senza i suoi sorrisi stupendi che mi illuminavano la giornata, senza i suoi sbalzi d'umore che lo rendevano tanto speciale quanto strano, senza i suoi abbracci che erano la cosa più perfetta che potesse esistere e senza la sua dolce fragilità che ogni volta aveva bisogno di sicurezze da parte degli altri e che lo rendeva tanto dolce, ma allo stesso tempo, autoritario. Era la mia vita, io lo amavo e non potevo permettermi di perderlo così, tutto ciò mi avrebbe ucciso...

------------------------------

Ecco a voi il capitolo.. è quello decisivo però anche il prossimo sarà molto importante e si vedrà come continuerà la storia. Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, ci ho messo tanto per scriverlo. Ora vi lascio.. magari vado a pensare al prossimo, chi lo sa.

Alla prossima.

un tornado di emozioni// tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora