Sguardi e gesti

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 La giornata era cominciata nel migliore dei modi per Nelson. Cosa c'era di meglio di essere svegliato dolcemente dall'amore della tua vita che ti portava il caffè appena fatto? Tanto che non gli importava dell'afa assurda che vi era quel martedì mattina che lo stava cuocendo, o delle possibili ragazze che avrebbero potuto incontrare una volta arrivati in spiaggia. Il suo pensiero era fisso unicamente sui suoi sentimenti che, presto o tardi, era convinto che sarebbe riuscito a rivelare. Ma come fare? Ancora non aveva le idee molto chiare.

"Eccoci finalmente" esultò Nicolas fiondandosi sulla sabbia che, però, era talmente cocente che indietreggiò all'istante in cerca di un po' d'ombra per non bruciarsi la pianta dei piedi.

"Quanto sei stupido Nic. Lo sai che in questo periodo la sabbia è bollente. Devi indossare gli infradito per spostarti!" lo rimproverò Frank mentre con gli altri cercava un angolo per appoggiare il suo zaino. Ma la spiaggia era così piena di gente che i sei ragazzi dovettero camminare un bel po' prima di trovare un piccolo spazio dove potersi fermare.

"Immaginavo che avremmo trovato gente, ma non pensavo così tanta" sbuffò infastidito Dario perché non poteva stendere il suo asciugamano del Bologna che aveva comprato appositamente per il viaggio. Amava sfoggiare in giro la sua squadra del cuore, ma in questo caso non poteva farlo.

"Dai, ora la cosa più importante è andarci a fare il bagno perché mi sto letteralmente sciogliendo al sole e se resto anche solo un minuto in più sulla sabbia credo che sverrò" disse Tonno invitando i suoi amici ad entrare con lui in acqua. Fu il primo a buttarsi in mare, seguito a ruota da Nic e Dario che presero una bella rincorsa e si tuffarono di peso in quella splendida acqua azzurro cristallino che li stava chiamando. Frank, invece, entrò cautamente, facendo attenzione a bagnarsi poco la volta, cosa che però gli risultò impossibile dato che, non appena mise il primo piede in acqua, fu sommerso dagli schizzi lanciatoli di proposito dai suoi amici che si stavano sbellicando dalle risate a causa delle numerose castime di Frank nei loro confronti. Pure Nelson rise a quella scena ed era pronto ad unirsi a loro se non fosse che voleva entrare in acqua con Cesare che, in quel momento, era impegnato nel mettersi la crema solare.

"Ti sbrighi?" gli urlò per cercare di sovrastare le grida dei bambini intorno a loro che non gli permettevano di parlare normalmente.

"Dammi un secondo. Lo sai che sono fissato con la protezione dopo l'ultima volta che mi sono bruciato tutto. Anzi, giacché stai qua fammi un favore. Aiutami a spalmare la crema sulle spalle e la schiena dato che non ci arrivo" gli rispose Cesare avvicinandosi a lui per porgergli il tubetto di crema tra le mani. Nelson non se lo fece ripetere due volte. Quando mai avrebbe avuto un'altra occasione per toccare quelle spalle che amava senza sembrare strano? Né approfittò anche per dare un'occhiata più dettagliata al corpo dell'amico che si era messo d'innanzi a lui per farsi spalmare la crema.

<Che belle spalle che tiene. Larghe e muscolose proprio adatte per abbracciare. Per non parlare di quelle braccia...> pensò passando la mano di crema su tutta la schiena di Cesare immaginandosi cose ben poco caste che avrebbe voluto fargli fare con quel corpo su di lui. Cesare, poi, si girò verso di lui e, sorridendogli, lo ringraziò. Dopo di che lo prese per mano e lo trascinò con lui in acqua. Se quello era il paradiso, Nelson poteva anche morire. Il tempo sembrava volare, ma la voglia di divertirsi non diminuiva. Solo quando iniziarono ad avvertire un certo languorino decisero di uscire dall'acqua per recarsi al bar più vicino e comprarsi qualcosa da mangiare.

"Ragazzi, manteniamoci leggeri o per le prossime due ore ci possiamo scordare il bagno" si era raccomandato Cesare una volta arrivati al bar. Mai frase più ignorata! Ne approfittarono per provare il famoso rustico leccese con tanta di birra ghiacciata.

"Se non facciamo ora questi sgarri che stiamo in vacanza, quando li potremo fare?" esclamò Nicolas addentando con foga il suo rustico.

"Squisito! E la besciamella si sposa bene con la sfoglia ed è pepato al punto giusto" fece una considerazione Nelson tra un morso e l'altro.

"Da quando sei un critico culinario?" lo beffeggiò Cesare creando risatine varie tra i suoi amici.

"Be, dopo aver assaggiato di tutto nelle varie registrazioni penso di riuscire a capi—" ma non riuscì a finire la frase per un gesto inaspettato di Cesare che si avvicinò a lui e, con non calanche, gli levò con il pollice un po' di pomodoro che gli si era depositato all'angolo della bocca per poi leccarlo via.

"Sei il solito sbrodolone" gli sorrise per poi prendere la sua birra e darci un bel sorso.

Nelson rimase senza parole, diventando tutto rosso. Senza farsi vedere dagli altri, con la mano sfiorò l'angolino di bocca che Cesare che aveva toccato e portò la mente a quell'attimo prima, immaginandosi una scena leggermente diversa da come era realmente accaduta; invece delle dita fantasticò che fossero state le sue labbra a pulirlo da quel residuo di salsa al pomodoro rimastogli attaccato. Inutile dire che era diventato ancora più rosso e per non farlo notare, si inventò la scusa che doveva andare in bagno, in modo da allontanarsi per qualche istante e rinfrescarsi il viso sperando di riacquistare al più presto il suo normale colorito. Eppure, mentre si distanziava, gli sembrava che qualcosa o qualcuno lo stesse fissando, ma come si voltò non vide nessuno che lo guardava. Pensò di esserselo immaginato e, così, senza perdere altro tempo si rincamminò nella direzione del bagno. Avvertì di nuovo quella sensazione. Nuovamente si girò, ma anche stavolta non c'era nessuno che lo osservava. Così lasciò perdere e, chiudendosi la porta del bagno alle spalle, si sciacquò il viso. Ed invece quella sensazione era reale. C'era veramente qualcuno che lo stava fissando. E quel qualcuno era proprio Cesare.

Vacanze movimentateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora