Preparazione all'appuntamento

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POV NELSON

Dopo aver fatto una bella doccia mi sentivo più carico che mai per la bella serata che si prospettava. Ero molto emozionato. Il mio primo appuntamento con Cesare... Ancora non ci credevo che stessimo realmente insieme. Quando entrai in camera, però, Cesare non c'era. Sentì che stava parlando con gli altri in cucina, ma preferì non raggiungerlo. Anzi, ne approfittai per cambiarmi e indossare qualcosa di decente che facesse colpo. Cercando tra i vari vestiti che mi ero portato appresso, scelsi una camicia a maniche corte, bianca e con disegnate sopra delle palme nere. Era proprio un design estivo e, secondo me, era perfetto. Avevo sempre avuto gusto per camicie particolari e questa rispecchiava in pieno la mia personalità, ma allo stesso tempo mi faceva sentire bello. Mi infilai i jeans e poi, di fronte allo specchio, iniziai a sistemarmi i capelli. Quei ricci erano dannatamente indomabili, ma per quella sera dovevano essere perfetti. Ero così concentrato ad aggiustarli che non mi accorsi dell'arrivo di Cesare in camera.

"Come siamo belli" mi sorrise dandomi un bacio sulla guancia. Diventai rosso per l'imbarazzo. Non ero ancora abituato a queste sue attenzioni.

"Grazie. Anche tu non sei niente male" gli sorrisi a mia volta squadrandolo per bene. Indossava anche lui una camicia, ma a differenza della mia era molto semplice. Era di una tonalità beige chiaro che gli faceva risaltare l'abbronzatura acquisita in questi giorni di mare, e gli calzava proprio a pennello. I due bottoni di sopra lasciati aperti e il colletto leggermente alzato gli davano un'aria più sbarazzina che su di lui stava da dio. Per non parlare dei suoi muscoli che, con quella camicia, erano messi proprio tanto in evidenza.

"Sei rimasto incantato da cotanta bellezza?" mi prese in giro notando che non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Si era messo volontariamente in una posa da macho per farsi ammirare, ma io sapevo che lo stava facendo solo per sfottermi.

"Quale bellezza? Io non vedo nessuna bellezza a parte me" risi di gusto avvicinandomi a lui e mettendomi anche io in posa. Scoppiò a ridere e, prendendomi di peso, mi buttò sul letto. Si mise a cavalcioni su di me, afferrò i polsi e me li bloccò.

"Adesso fai anche lo spiritoso?" mi chiese con un leggero ghigno sul volto.

"Hai cominciato tu" gli risposi non riuscendo a frenare le risate.

"Vero, ma questo non ti giustifica" mi disse avvicinando sempre di più il suo viso al mio.

"Ah sì? A me pare solo di aver detto la verità...",

"Ma se non riuscivi a togliermi gli occhi di dosso; sei proprio...". Le sue labbra si posarono sulle mie lasciando in sospeso la frase che stava dicendo, ma onestamente non me ne importava più di tanto. Spinse la sua lingua tra le mie labbra facendomele aprire in modo da intrecciare le nostre lingue in un bacio che di casto non aveva proprio niente. Con le dita mi iniziò a sbottonare la camicia aprendola completamente in modo da lasciarmi a torso nudo. Con le labbra si spostò lungo il mio petto inumidendolo di innumerevoli baci fino alla soglia dei jeans ancora abbottonati. Aprì il bottone e, con l'aiuto delle mani, me li sfilò, lasciando su di me solo i boxer che, poi, con i denti afferrò l'elastico e li spinse più in basso facendo mettere in mostra la mia erezione.

"Vedi che avevo ragione io? Non riesci proprio a resistermi" sogghignò afferrando tra le mani il mio membro per poi portarselo in bocca.

"Vero... non ci riesco proprio..." ansimai a quel contatto umido e caldo della sua bocca sulla mia erezione. Mi lasciai trasportare da quel attimo di follia che aveva avuto e, con le mani cercai la sua testa facendo spingere la sua bocca più a fondo per avere un piacere ancora più grande. Non resistetti molto tanto era stato bravo e raggiunsi l'orgasmo così in fretta che quasi mi vergognai. Ma a Cesare non sembrava importare. Al contrario, mi sorrise compiaciuto e, portando una mia mano sui suoi pantaloni, mi fece capire che anche lui stava fremendo dalla voglia di raggiungere il piacere. Mi misi seduto con lui sempre sopra di me e gli sfilai delicatamente i pantaloni fino a dove serviva per far emergere il suo membro per poi avvicinarmi a mia volta con la bocca per prenderlo tutto. Cesare iniziò a muoversi col bacino spingendo la sua erezione più in profondità. Lo sentivo ansimare tantissimo e questo non faceva altro che aumentare la mia voglia di farlo godere il più possibile. Era la prima volta che facevo una cosa del genere, e cercai di impegnarmi per non fare brutta figura. Fui soddisfatto di me stesso quando, con la bocca, riuscì a fargli raggiungere anche a lui l'orgasmo. Cesare mi sorrise e, prendendomi tra le sue braccia, mi strinse forte.

"Devo dire che come inizio per l'appuntamento non è affatto male" mi sussurrò prendendo nella sua bocca il lobo del mio orecchio che iniziò a mordicchiare.

"Direi proprio di no Cesi" sorrisi portando il mio viso nell'incavo della sua spalla dove restai qualche secondo per "drogarmi" del suo odore che amavo. All'improvviso, però, sentimmo qualcuno bussare alla porta e, dopo un attimo di esitazione, fu Dario a parlare: "Ragazzi noi stiamo uscendo. Quindi è sicuro che non venite con noi?".

Io guardai Cesare come per dire se era stato lui ad avvisare gli altri che quella sera non ci saremmo stati, dato che io, talmente preso dall'appuntamento, me ne ero dimenticato.

"Si Dario, non ci siamo. Non ci va molto di andare anche oggi in discoteca" rispose Cesare spostandosi da me per infilarsi nuovamente i pantaloni.

"Ok perfetto. Allora noi andiamo. Ci si vede direttamente domani mattina; sicuramente faremo tardi" ci disse Dario per poi allontanarsi dalla porta rimasta chiusa. Come i suoi passi si fecero più distanti, ne approfittai anche io per riabbottonare la camicia e i pantaloni e poi, rivolgendomi a Cesare gli domandai cosa avesse detto loro riguardo stasera.

"Ho solo detto che non ci andava molto di andare in discoteca, ma che preferivamo farci una bella passeggiata. Però, non so perché Nicolas mi ha guardato strano e ha fatto un mezzo sorrisino a Dario che, a sua volta, gli ha fatto l'occhiolino. Era così strano quello che ho detto?" mi chiese perplesso mentre si aggiustava i capelli d'avanti lo specchio.

"Cavolo... quei due secondo me hanno capito qualcosa" sospirai avvicinandomi a Cesare per darmi un'aggiustata anche io. Si girò a guardarmi come se avessi detto qualcosa di assurdo.

"Dici che lo hanno capito? Be non mi stupisce più di tanto. Quello che mi fa ridere, invece, è Tonno che è così preso da Eleonora da non accorgersi proprio di nulla" ridacchiò contagiando anche a me con quel suo sorriso.

"Si è vero. Tonno è troppo distratto. Comunque potrei chiedere a Frank se loro lo sanno...",

"No dai, lascia stare. Penso che sarà più divertente farli impazzire per cercare di cogliere qualsiasi nostro atteggiamento. Conoscendoli, proveranno in tutti i modi a farci confessare, e noi li accontenteremo, ma non nel modo in cui vogliono" sogghignò in modo particolare, quasi diabolico, come se il suo cervello stesse elaborando qualche strategia per farli sgamare.

"Che diavolo hai in mente?" gli chiese curioso di sapere a cosa stesse pensando.

"Lo vedrai Nelson, lo vedrai" mi sorrise divertito, per poi aggiungere, "comunque ora andiamo che non vedo l'ora di passare questa serata da solo con te" disse dandomi un leggero bacio sulle labbra. Prendendomi per mano, uscimmo di casa, pronti a passare insieme un vero appuntamento. Ero felice come non mai. Finalmente stava per iniziare la tanto attesa serata tra noi, senza nessuno che ci disturbasse.

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti 😊 allora, ieri avevo chiesto se preferivate che i capitoli contenenti scene esplicite li dichiarassi o facessi a sorpresa. Mi avete detto che preferite la sorpresa, per cui non dirò più quando ci saranno questo tipo di scene, proprio come ho fatto in questo capitolo! 😊 be che dire... vi aspetto nel prossimo capitolo! ^^ arriverenze

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