Cose non dette

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POV CESARE

Rimasi immobile vedendo Nelson allontanarsi da me il più velocemente possibile. Ero sconvolto; non mi aspettavo una simile reazione da parte sua, né tanto meno quel gesto inaspettato che mi aveva lasciato senza parole. Volevo inseguirlo, ma capì che era meglio non farlo. Si vedeva che voleva restare solo e, così, a malincuore rinunciai a rincorrerlo. Non avevo alcuna voglia di tornare dentro al locale, ma sapevo che dovevo farlo. Gli altri mi stavano aspettando, CI STAVANO ASPETTANDO. Ma dovetti rientrare da solo, almeno per dire loro qualcosa, anche se non sapevo cosa. Ripensai a qualche minuto prima, a quando le nostre labbra si erano unite in un bacio, se così lo posso chiamare, davvero strano. Un bacio malinconico, scaturito dall'esasperazione del cuore. Avevo solo capito che c'era qualcosa che tormentava Nelson e, una volta rientrato, realizzai chi era la causa del suo malessere: Mattia. Il ragazzo, come mi vide, mi corse incontro facendo finta di preoccuparsi per Nelson. Ma, ormai, sapevo che lo faceva solo per avere una coscienza pulita. Non sapevo bene cosa fosse capitato tra lui e Nelson, ma era qualcosa che stava facendo soffrire il mio amico.

"Come sta Nelson?" mi chiese con il classico finto sorriso di chi in realtà non gli importa realmente.

"E a te che te ne frega? Mi sembra di capire che tra voi due non scorra buon sangue" gli risposi irritato. Lo aveva ferito, e questo non glielo potevo perdonare. Lui mi guardò perplesso, come se avessi colto in pieno quello che pensava davvero. Non lo degnai di un ulteriore sguardo e, ignorandolo, mi avvicinai ai miei amici, visibilmente preoccupati e impazienti di ricevere risposte.

"Nelson non c'è?" mi chiese Nicolas cercandolo con gli occhi e sperando di vederlo sbucare da qualche parte.

"No, non c'è. Se né andato e ha detto che vuole restare solo" dissi con un'amarezza che non mi spiegavo. Non ero riuscito a fermarlo. Avevo solo peggiorato la situazione. La musica, nel frattempo, era cominciata. La discoteca si era riempita e, intorno a me, c'erano solo ragazzi che ballavano come se non ci fosse un domani. Anche io ero partito con quell'intenzione ad inizio serata, ma, adesso, quell'atmosfera era solo veleno per il mio umore. Uscì fuori dalla discoteca per prendere una boccata d'aria, lasciando i miei amici a divertirsi all'interno dopo che Frank aveva ricevuto un messaggio da Nelson in cui ci diceva di non preoccuparci e che stava bene. Bene un cazzo! Io lo sapevo che non era vero, ma non volevo smorzare l'entusiasmo degli altri per quella serata. Alla fine non c'entravano niente in questa storia; non era colpa loro se Nelson stava male, era colpa mia... mia e di Mattia. Mi avvicinai ad un ragazzo che stava fumando e gli chiesi una sigaretta. Non so perché lo feci dato che non fumavo, ma sentivo il bisogno di distrarmi per un po' e si diceva che il fumo aiutava a rilassare. Feci un tiro, poi un altro e un altro ancora, ma non essendoci abituato cominciai a tossire.

"Vuoi una caramella per rinfrescarti la gola?" sentì una voce dietro alle mie spalle. Mi voltai per vedere chi fosse. Era Mattia che, con un pacchetto di caramelle in mano, si era messo di fianco a me per offrirmele. Rifiutati. Ero ancora abbastanza arrabbiato con lui. Lo vidi trafficare nella tasca dei suoi pantaloni e tirar fuori un accendino e un pacchetto di sigarette da cui ne estrasse una. L'accese e, senza dire nulla, iniziò a fumare insieme a me. Poi, una volta che la ebbe finita, la lanciò per terra calpestandola in modo da spegnerla. Solo allora rivolse il suo sguardo su di me e decise di aprir bocca: "Pensi che sia colpa mia se il tuo amico se n'è andato?" mi chiese cogliendo in pieno i miei pensieri.

"Penso che tu sia stato una delle cause" gli risposi senza distogliere lo sguardo dalla sigaretta che avevo ancora tra le dita, ma che mi era impossibile da finire.

"E quali sono le altre cause?" mi domandò come se sapesse già cosa stessi per dire.

"Io. Io sono l'altra causa" ammisi tristemente lanciando per terra la sigaretta ormai spenta.

"Perché pensi di essere una causa?"

"Be, perché... perché..." ma non riuscivo a rispondere. Ero bloccato. Alzai lo sguardo posandolo su quello di Mattia che mi osservava senza impazienza, dandomi il tempo necessario per elaborare le idee. Ripensai a tutti i gesti che fino a quel momento avevano accompagnato Nelson nei miei confronti, fino al bacio di poco prima. Aveva proprio ragione a dirmi che non capivo nulla. Come avevo fatto a non capire che si fosse tanto innervosito per le parole di Mattia durante il gioco?

"... Perché penso di piacere a Nelson" dissi come se quella frase fosse stata un pugno dritto allo stomaco per come mi stavo sentendo una merda in quel momento.

"Alla fine ci sei arrivato" mi sorrise Mattia alzando gli occhi al cielo per poi aggiungere: "E tu? Cosa provi per lui?"

"Mi piace, e anche tanto!" risposi istintivamente, come se la risposta l'avessi sempre saputa, ma non avessi avuto il coraggio ad ammetterlo. La voglia di farlo sorridere, di svegliarlo dolcemente, di fargli trovare il caffè pronto, erano tutti segnali che ero totalmente innamorato di lui. E l'altro giorno, quando per scherzare, lo avevo provocato, ma pensando che solo io mi stessi eccitando per la situazione, mi ero allontanato di getto. Che cretino che ero stato. Avrei potuto risolvere subito i miei problemi, ma ho solo complicato tutto.

"Be, se vi piacete a vicenda ditevelo, no? Che aspettate a mettervi insieme? ...", piccola pausa, "Comunque se cambi idea sappi che io sono disponibile" mi fece l'occhiolino Mattia sorridendomi e dandomi un leggero colpetto sulla schiena.

"Non cambio idea" gli sorrisi ormai più che convinto di voler stare con Nelson.

Mi sorrise. "Vai da lui. Mi inventerò qualcosa da dire agli altri" disse entrando, poi, in discoteca.

<In fin dei conti è un bravo ragazzo> pensai mentre correvo il più velocemente possibile da Nelson. Non sapevo dove fosse, eppure per qualche ragione, mi sentivo che stavo percorrendo la strada giusta. Ed avevo ragione; di fronte a me, seduto in mezzo ad una spiaggetta isolata e con lo sguardo rivolto al mare, vi era Nelson.

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