Iuston Abbiamo Un Problema

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Conor
Mi alzo al suono della sveglia e vado in bagno a lavarmi. Ma trovo la porta chiusa così aspetto seduto sul letto, la testa tra le mani.
Glielo devo prima che sia troppo tardi.
Era il mio principale pensiero. Vedo la radio e la accendo. Cambio due o tre stazioni, di cui non si capiva nulla. Finalmente prendo un canale in cui si sente qualcosa.
"acque inquinate sulla costa" diceva. Nulla di insolito. Se nessuno si decide a pulire sarà sempre inquinato. "la cosa insolita è che è una striscia, che cammina nell'oceano e si dirige piano piano verso la spiaggia. Gli ambientalisti non lo sanno spiegare. L'inquinamento non si propaga, rimane una linea compatta. Per oggi è tutto, domani alle otto nuovo collegamento notizie. Guardo verso il letto con il quattrocchi sdraiato sopra. "pensi anche tu a quello che pensi io?" chiede precedendomi. "credo proprio di sì" dico serio. "Luke, abbiamo un problema. Raggiungici in camera delle ragazze!" uscimmo dic corsa sbattendo i la porta alle spalle verso la camera di Marlene e Jasmin, la mutaforma era sdraiata sul letto a leggere, mentre Jasmin si metteva lo smalto sulle unghie. "L'avete sentita la radio?" chiedo e loro scuotono la testa preoccupate. "una driade nera. Sulla spiaggia. A circa. Duro ore. Da qui." dice poagandosi in due per riprendere fiato. "dobbiamo intervenire" dice Jasmin alzandosi e scuotendo le mani per aria. "no, dobbiamo comunicarlo a David. Loro sapranno cosa fare" dice Marlene seria posando il libro a un lato del letto. "Che fine ha fatto la Marlene che vuole infrangere tutto?" Jas incrocia le braccia. "Questo non è solamente infrange le regole. Se ci daranno il permesso di uscire usciremo. Se no rimarremo qui a aspettare notizie." si mette la scarpe e esce.
Non ci credo. Marlene che non vuole infrangere nessuna regola? Mi sa che sta male.
Marlene
C'è tanta di quella gente nella sala comune che con la mia formidabile altezza vedo solo le teste che passano. Ma mi faccio strada verso la porta. Cambio colore della pelle in una tonalità più scura, i capelli li faccio diventare neri con le punte blu. Non mi riconosceranno mai. Loro sanno che odio le tinte. E perché a parte che me le posso fare da sola. Arrivo la porta che da sul corridoio d'uscita. La apro e la richiudo subito dietro di me il più silenziosamente possibile, ridivento con il mio colore nativo. "Marlene che ci fai qui?" chiede una voce alle mie spalle. "Signore, voglio dare una mano. Non ce la faccio a stare ferma." dico girandomi. "sicuramente però ci sarai utile." dice sorridendo il maestro. "e non ti posso incatenare da qualche parte per non farti male. Dai andiamo" io sorrido. "Hai le scarpe giuste?" chiede serio il maestro "si signore, sono loro" annuisco "bene" sorride il maestro.
"zio, sicuro di voler portare un nano da giardino?" chiede la voce di un ragazzo. Mi giro. "non. Chiamarmi. Nano da. Giardino." dico guardando il ragazzo in faccia, non l'avevo mai visto prima, ma mi ricordava qualcuno. "ti consiglio di non farla arrabbiare più di tanto Jason. È assai pericolosa." dice il maestro. In effetti ha ragione. "bha, un criceto rabbioso sembra" si fa per muovere ma lo blocco e gli passo il braccio dietro la schiena, come avevo fatto con Luke. "ok ok ok mollami ho capito" lo mollo girandomi verso la porta. Mi faccio la coda con un elastico che avevo al polso e esco quando David apre la porta.
Camminiamo sul prato. Noto avvicinarsi il buco dove Conor si era inciampato e mi era caduto addosso. Lo vedo avvicinarsi finché non lo supero. Guardando l'erba sotto di me, intravedo un piede e lo salto, poi mi giro vedendo Jason Molto, ma molto più indietro. Vedo il suo piede tornare da lui. Rigiro la testa pensando ah bene, sto sull'anima a qualcun'altro, devo aggiungerlo alla lista.
Mi viene da ridere al solo pensiero. David estrae dalla tasca una biglia e la lancia per terra. Un portale a giravolta ne uscì e noi lo attraversiamo. Arriviamo su una spiaggia e una striscia di acqua nera la attraversava e arrivava in strada. Le gente urlava per le strade. Presi dalla tasca della scarpa la doppia lama rotante. E si ingrandí. "uh. Il nano da giardino diventa pericoloso" "va a" "Marlene!" mi rimbeccò il maestro, in quel momento mi sembrava che qualcuno rideva dietro di me, ma mi girai ma nessuno rideva. "quel paese" sbuffo. Da dietro l'angolo esce una ragazza dalla pelle di pece. I capelli scuri le ricavano pesanti sulle spalle. Assottigliai gli occhi per vedere meglio, stava.. Ringhiando? "aiuto!" chiede urlando. Si girarono a guardare"non andate, è una trappola"  sibilo sfidandola con lo sguardo poi rigirarono la schiena a parlammo così . "ma che può fare di male" dice Jason avvicinandosi. "sta fermo dove sei creino! Guardale i capelli. Sono pesanti e appiccicosi, poi la gente non ha la pelle color petrolio. È lei, le sirene erano note le rincantare le loro vittime, che chissà come mai erano sempre uomini." dico sempre sibilando. "Ha ragione, è lei" mormorò il maestro, completamente tranquillo. "state al gioco" mormorò nuovamente. Da dietro un bidone uscì Conor, ma non era Conor, mme lo sentivo. Aveva quell'aria seria, fredda. E camminava troppo, bho, non era la sua camminata. Feci la mia parte, il maestro sapeva cosa devevo fare e lho intuito, anche se mi dava fastidio. Corsi incontro a Conor che, comandato dal maestro, sorrise e disse "quanto mi sei mancata!" io gli saltai a dosso e lui mi prese in braccio.
Ahh quanto lo vorrei fare una volta con il vero Conor. Ok no Lene concentrati!
Lo guardai negli occhi e per far concentrare la driade su Conor lo baciai.
Sapevo che ci guardava. È stata mandata dal Male. Ma così se fosse stato solo l'avrebbe preso senza problemi. Ci staccammo lui si girò verso di lei e mi rimise a terra. "Guarda guarda" sussurrò guardando la ragazza dai colori di pece. Si incamminò verso di lei, io feci finta di piangere, come se lo facesse veramente. Arrivai a un punto in cui mi dimenticai che era un'illusione. Io gli andai dietro, nascondendo la doppia lama nella scarpa e pronta a prendere il coltello nella cintura. "Ti prego no," dissi piangendo. Quando arrivai vicino a lei, che ringhiò, feci per sistemarmi i pantaloni e estraggo il coltello. Glielo piantati nello stomaco, almeno penso sia lo stomaco quello che sento muoversi attraverso la lama. La driade allarga gli occhi che sembrano volerle uscire dalle palpebre.
Ma gli altri?! Devono sempre guardare?!
Solo in quel momento mi accorgo che un'acquila ci vola sulla testa.
Ah ecco sono scusati.
Cerco di non toccarle la pelle, ma mentre ero intenta a estrarre la lama dal corpo della creatura mi mette una mano sulla guancia. Io urlo.
La pelle brucia come se al posto della mano aveva dei tozzi ardenti. Estratti il coltello e mi tirai indietro cadendo sulla schiena. "Marlene tutto bene?!"i chiamò qualcuno di familiare "Josh?! Che ci fai qui?!"

L'anima PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora