Una Proposta Di Guerra Pt 2

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Conor
Mi avvicino socchiudendo gli occhi. Ma la figura scompare in un leggero fumo nero. "Conor?" mi giro. Li guardo tutti seriamente. "credo che qualcun'altro sia morto." dico. Corriamo in sala mensa e il maestro stava già chiamando il nostro gruppo per finire l'esercizio. "Signore..." chiamo piegandomi in due pe ril fiatone. Deglutisco "signore, c'era... Qualcosa in biblioteca. Bisogna controllare che non ci siano morti" lui mi guarda. I capelli di paglia erano accuratamente legati in una coda bassa dietro la testa. Lui annuisce. "Rimanete tutti qui!" urla sovrastando il vocio dei ragazzi. Tutto si fece silenzioso, non volava una mosca. I ragazzi impietriti si guardavano intorno in cerca di una spiegazione.
All'improvviso qualcosa cadde a terra, verso il fondo. Il maestro iniziò a farsi strada tra la folla e io ero subito dietro. Lì davanti a noi, alla fine della massa di ragazzi, c'era una ragazza ricoperta da liquido nero. Era a pancia in giù e la testa era girata verso destra, la bocca era aperta e perdeva sangue scuro, così come gli occhi erano spalancati. "non è più un posto sicuro questo" bisbigliò il maestro. I ragazzi continuarono a urlare spaventati e David invocò di nuovo il silenzio.
"perfavore, tutti in arena" urlò. Tutti si riversarono nell'arena e si sedettero tutti sui gradoni. Degli uomini in nero fecero cadere sulla stanza una membrana trasparente/azzurrina. "Allora, date le circostanze di quattro morti in pochi giorni. Dobbiamo mandarvi a casa, siamo spiacenti visto la situazione. Ma è l'unico modo di tenervi al sicuro." alla fine del discorso congiunge le mani. Una ragazza alza la mano, appena David la nota le dà il consenso per parlare "e gli orfani?" chiede " non tutti hanno ancora una famiglia in piedi, molti qui non hanno più i genitori, come faremo?" ora la riconosco, era la ragazza dai lunghi capelli biondo che aveva fatto per prima l'esercizio quando sono arrivato. David aggrottò la fronte." alzate le mani orfani, prego" un po di ragazzi alzarono le mani, ma in fondo non erano molti.
"bene, non siete molti, voi potete restare" concede. Poi il suo sguardo si sposta su di me "Conor, anche tu puoi rimanere" io annuisco e torna a guardare gli altri ragazzi, alcuni si girano a guardarmi, da un po fastidio ma non ci do peso.
Due orette dopo la riunione una sessantina di ragazzi aveva già lasciato l'edificio.
Gli 'orfani' com'era meglio definirli erano rimasti nell'arena, l'aria era carica di tensione e nessuno scherzava o parlava. Verso sera ci scortarono in mensa, un rombo di tuono e un lampo solcano il cielo silenzioso, la terra sotto i nostri piedi trema. Essendo in prima fila mi giro e corro verso il fondo cercando in miei amici. Li chiamavo ma con la massa di ragazzi che urlava non capivo se mi rispondevano. Andai a sbattere contro dei svolazzanti capelli biondi. "Marlene, grazie al cielo stai bene" dico prendendole il suo viso spaventato tra le mie mani. "ho visto Josh andare verso il fondo" dice con la voce che trema un po. Andiamo a sbattere contro le altre persone per raggiungere il fondo.
Arriviamo al fondo e la terra fu scossa da un'altra violenta scossa che fa cadere la bionda su di me. "tutto bene?" chiedo. Lei annuisce con la testa. Alziamo lo sguardo e Jasmine è davanti a noi che sta cercando di stare in piedi. All'improvviso le mattonelle sotto i suoi piedi si spaccarono e una profonda spaccatura la risucchiò, Josh urlò e si buttò per terra nel tentativo di afferrare la mano ma fallì. Marlene si avvicinò velocemente, e anch'io. Vidi solo la chiara sagoma di Jas essere risucchiata da un portale. La terra alle estremità della spaccatura si sgretolò e ci scivolò dentro anche Josh. "Lì riporterò indietro, promesso" dice Luke girandosi verso David, lui sembrò aspettarsi quella mossa e Luke si buttò anche lui all'interno della spaccatura. Poi tutto silenzio. La spaccatura si richiuse non appena Luke fosse entrato nel portale.
Rimanemmo tutti li, a fissare il pavimento pulito e aggiustato, dove prima c'era la spaccatura.
Marlene fece un passo indietro e si appoggiò al mio petto, poi si girò e nascose la testa nel mio collo e iniziò a piangere silenziosamente.
Mi sentivo impotente. Luke era riuscito a trasportare una persona, ma due. Mi fidavo di lui, so che ce la possono fare, ma se non fossero abbastanza svelti?

L'anima PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora