Quel giorno era duro per l'agente Connie, Mark aveva richiesto un incontro con lui e non poteva rifiutare, curioso su ciò che avrebbe potuto dirgli.
'Si è forse arreso e ha deciso di confessare?'
Si, perché nonostante fossero passati mesi si era ostinato a tenere la bocca chiusa sulla sua motivazione.
'Seh, che vado a pensare, uno stronzo come lui ha la faccia di portare i suoi segreti fino alla tomba.'
La rabbia montò nel suo corpo mentre i passi risuonavano lungo il corridoio.
Le celle a quell'ora erano vuote, i carcerieri stavano pranzando.
I passi rimbombarono fino a fermarsi alla cella 105, in cui Mark ne stava seduto al centro, la barba incolta nascondeva le labbra che mormoravano cose incomprensibili.
Dell'uomo elegante di qualche tempo prima non ce n'era l'ombra.
'maledetto psicopatico'
Devis sbatté le chiavi sulle grate per farlo destare. I suoi occhi si incontrarono con quelli ombrati.
"Ho saputo che volevi parlarmi,spero sia qualcosa di serio, non ho tempo da perdere con te."
Aprì la cella e fece avvicinare l'uomo per ammanettarlo, i brividi lo scossero.
Solo stargli vicino lo faceva schifare,il pensiero di ciò che aveva fatto al suo protetto gli faceva prudere le mani per la voglia di picchiarlo.
Con cattiveria lo spinse verso l'ufficio degli interrogatori, notò con quale semplicità completò quell'azione per via del peso che avava perso. E solo quando lo ammanettò al tavolo facendolo sedere davanti a lui notò anche le guance incavate, come se non mangiasse da tempo.
Connie incrociò le braccia al petto mentre Mark per quel che poteva incrociò le mani, sfregando le dita tra loro, si sporse leggermente in avanti.
"Confesso."
Il sussurro raggiunse le orecchie di Connie che alzò le sopracciglia di soppiatto.
"È passato così tanto tempo, cosa mi dice che ciò che dirai ora è la verità?"
Il volto smunto sogghignò
"Sta a lei credermi o meno agente."
L'agente annuì con la testa e si accarezzò la leggera barba che stamani non s'era fatto.
"Ho da porle una domanda,si ricorda quell'anno in cui scomparvero molte persone in zona?"
L'uomo prese il silenzio positivamente.
"Io sono l'artefice, e con me mio fratello"
Connie sbiancò al ricordo di tutte le notti in bianco passate a cercare tracce.
"È per questo che hai rapito Louis?"
L'altro scosse la testa negativamente, poi guardò il suo pollice ossuto che tracciava linee immaginarie sul tavolo metallico il rumore strisciato dava sui nervi, ma non ci fece caso.
"Vede agente come ben sà lui è mio nipote, di conseguenza sono imparentato con la sua famiglia. Suo padre per precisione"
'il papà di Louis?'
"Quando eravamo giovani nulla ci poteva dividere, ci eravamo ripromessi di fare molta strada e parecchi soldi, ma nulla sembrava fruttare come si deve. Così passammo alla droga.
La vendevamo, niente di speciale. infatti ci ha stancato in fretta.
Penso che lei sappia il famoso detto 'piu hai più vuoi.' Così cercammo qualcosa di più grande. Solo dopo varie informazioni scoprimmo il mercato del traffico umano, era interessante, dava soldi,molti soldi. Immagini agente. Io e mio fratello da sempre poveri di famiglia ritrovarsi così tanti soldi in mano.
Così ci integrammo. Niente di troppo complicato dovevamo rapire gente e poi chi si era visto si era visto.
Eravamo grandi soci, fedeli come a pochi.
Vedevamo finalmente la luce, testa contro testa. Andava tutto bene finché non incontrò Joy, la sua futura sposa.
A me stava bene, ero contento per lui."
I due si guardarono negli occhi,il primo scioccato per la storia, per il pensiero che tutte le persone scomparse ora erano probabilmente morte o a prostituirsi.
"Quel merda di giorno scherzavamo e ridevamo come sempre, finché semplicemente se ne uscì che voleva abbandonare. Sua moglie era incinta così lo convinse ad andarsene. Cercai di oppormi infuriato come non mai, venimmo persino alle mani, cosa mai accaduta fra noi due che tanto ci amavamo.
E così fece, mi lasciò, e non solo sul lavoro ma anche nella vita. Essendo il mio gemello mi sentì privato da qualche parte del mio corpo.
Joy aveva portato via il mio socio e mio fratello.
Piano piano caddi in basso, gli affari erano sempre più duri, non potevo farcela solo, e non potevo fidarmi di altri, poi persi il lavoro, persi i soldi e poi la casa. Ero solo, fottutamente solo. C'erano molti invidiosi dei risultati che avevamo raggiunto, quindi sa, appena seppero della caduta. Decisero di perseguitarmi per essere sicuri che non facessi nulla.
Probabilmente fu uno di loro ad uccidere i genitori di Louis."
Il dialogatore strinse i denti a quei ricordi, di quando moriva di fame e freddo, di quando l'unico della sua famiglia lo aveva lasciato.
"Seppi della loro morte solo un mese dopo, mi dispiacque e piansi. Ma poi, la rabbia e il risentimento mi montarono dentro, feci ricerche per scoprire di più sul loro adorato figlioletto, e quale migliore occasione per vendicarsi? La loro morte non bastava.
Ci misi molto a trovare Louis, ma riuscì a tenerlo con me per poco prima che gli assistenti me lo togliessero. penso che sia colpa mia se il moccioso è poi caduto nell'infantilismo"
La mano libera tirò un pugno al tavolo, e non Sembrò accorgersi del sangue sulle nocche
Connie era innoridito, ne sentiva molte di storie del genere ma sapere che di mezzo c'era Louis lo faceva imbestialire, era colpa sua. Era la colpa di tutti i problemi di Louis,voleva soffocarlo con le manette stesse, ma sapeva che fosse impossibile, così attese il continuo stringendo gli occhi.
"Ma poi non so per quale fortuna lo ritrovai anni dopo, con gli occhi azzurri che aveva e il suo atteggiamento era impossibile non vederlo. Tutto sua madre.
E poi beh il resto è storia.
Ed io ce la stavo facendo prima che me lo portaste ancora VIA"
Una risata isterica colpo le pareti il capo del pazzo cadde all'indietro mentre ancora rideva
'che schifo'
Connie non fece altro che alzarsi, slegarlo, prenderlo di peso e sbatterlo nuovamente in cella.
Dove doveva stare.
"Marcirai qua. Bastardo. Per tutte le morti provocate e per Louis."
Poi ci sputò sopra prima di andarseneMentre soreseggiava un the osservava le foto dei genitori di Louis, aveva già appuntato le parole del criminale. Cercò conferma in quegli scatti, in effetti si accorse che nonostante fossero ingialliti dal tempo, la somiglianza tra lui e il cosiddetto fratello era molta, il viso squadrato, il sorriso accattivante e gli occhi felini. Solo che Mark era più magro del fratello.
' è la verità'
Notò solo dopo la madre, era semplicemente stupenda; Portava un vestito largo, una mano copriva il pancione, probabilmente contenete suo figlio, e gli occhi sinceri sorridevano seguendo le labbra alla fotocamera, ecco da chi aveva preso quella genuinità Louis.***
Il mattino dopo, Sonny, l'agente di guardia trovò mark nella sua cella
Impiccato ad un paio di lenzuola e con i polsi aperti. La lametta di contrabbando ai suoi piedi poggiata su un foglio macchiato di rosso,in modo illeggibile si leggeva solo un semplice:'Mi dispiace.'
STAI LEGGENDO
Infantilismo//Larry//
FanfictionI genitori di Harry hanno deciso di adottare Louis, un ragazzino apparentemente affetto da infantilismo. Harry sembra non volerlo accettare. Ma Louis adora Harry e i suoi riccioli ribelli. ❗❗ATTENZIONE: La storia ha tutti i diritti riservati, per...