𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈. 𝐋𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐕𝐞𝐡𝐞𝐥𝐚𝐫

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1627Regno di Alerath

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1627
Regno di Alerath



La guerra era volta al termine.

Dopo quasi vent'anni di conflitti, di sangue e sacrifici, finalmente era tutto finito.

Purtroppo non sarebbe stato il popolo di Alerath a gioire e a riscaldarsi il petto con la soddisfacente fiamma della vittoria. Alerath, infatti, aveva perso contro il regno di Krygan, contro l'esercito agguerrito e sanguinario di re Caliban.

La capitale, Vehelar, la città più grande e resistente di tutte che mai aveva ceduto a un assedio nemico, era caduta dopo due lunghi mesi di lotta al di fuori delle alte mura. Quando Caliban aveva deciso di chiamare al fronte tutti i maghi e le streghe del proprio regno, non c'era stato scampo per Vehelar e i suoi abitanti: le mura erano state buttate letteralmente giù a suon di incantesimi e composti magici esplosivi. Il re aveva scelto di tenere da conto per il gran finale le sue armi più potenti. Malgrado anche ad Alerath vi fosse la cultura e lo studio della magia, le gilde di incantatori presenti nel regno non si erano dimostrate sufficientemente numerose e consistenti per fronteggiare il massiccio esercito di fattucchieri di Krygan.

Quando poi i soldati avevano iniziato a far scempio della popolazione, specialmente di donne e bambini, la regina Gatria ne aveva avuto abbastanza: dopo aver a lungo conferito con suo marito, il principe consorte Revarn, e i loro tanti consiglieri, aveva scelto di arrendersi e dichiarare il regno di Alerath sconfitto.

Non era stata una decisione felice, ma comunque necessaria. Un regno è costituito principalmente dal popolo che lo compone e quando è quest'ultimo a essere in pericolo, sull'orlo dell'estinzione, vuol dire che va fatto un passo indietro. Era esattamente ciò che i sovrani di Alerath avevano fatto, pronti ad affrontare tutte le conseguenze del caso.

Abbandonato il loro palazzo, erano andati incontro a testa alta al sovrano straniero e vincitore per annunciare la resa. La gente di Vehelar, stanca e spaventata com'era, aveva accolto sì e no con sollievo la decisione di Gatria e Revarn.

Nell'accampamento militare di re Caliban, dentro la tenda di quest'ultimo era stato firmato un documento ufficiale per rendere concreta la rinnovata pace fra i regni.

In seguito il sovrano di Krygan era stato ospitato a palazzo ove si erano tenuti giorni e giorni di festeggiamenti con banchetti e giochi d'ogni tipo, malgrado ormai le finanze e le scorte di Alerath fossero arrivate allo stremo. Era chiaro che firmando la resa, la regina Gatria avesse ammesso in modo sottinteso l'inferiorità del proprio popolo e dovuto accettare ciò che tale verità comportava.

Si era stabilito lo scambio mercantile fra Krygan e Alerath, ma quest'ultimo popolo avrebbe anche dovuto pagare ogni anno una quota di tributi in denaro e anche schiavi, quest'ultimi destinati a lavori pesanti – come ad esempio nelle miniere o per costruire palazzi, strade, monumenti e quant'altro – o ancora ai bordelli e così via. La regina non aveva idea di dove andar a pescare soggetti adatti per tale tributo, ma sapeva che avrebbe dovuto in qualche maniera ingegnarsi, se voleva evitare lo scoppio di un'altra guerra. Re Caliban non era un uomo paziente, ormai era chiaro a tutti.

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora