𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕𝐈𝐈𝐈. 𝐀 𝐜𝐞𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐁𝐞𝐬𝐭𝐢𝐚

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L'aria era fredda e pungente, sul viso sembrava di essere punti perennemente da tanti, piccoli e invisibili aghi o, almeno, quella era l'impressione che aveva Tristan da quando era uscito in compagnia di Angor

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L'aria era fredda e pungente, sul viso sembrava di essere punti perennemente da tanti, piccoli e invisibili aghi o, almeno, quella era l'impressione che aveva Tristan da quando era uscito in compagnia di Angor.

Il signor Hume aveva insistito per accompagnarli, ma tutti e due avevano scelto di andare da soli.

Fino ad allora i boschi non avevano presentato pericolo alcuno, a parte traballanti stalattiti di ghiaccio appese ai rami degli alberi o certe profonde cavità e rientranze del terreno celate dallo spesso strato di neve.

Di animali non ne avevano incrociati, con gran delusione di Tristan.

Ciò che invece gli aveva fatto piacere, era l'aver visto Angor sentirsi quasi a casa fra quegli alberi maestosi a volte spogli, a volte invece ancora padroni del loro manto perché di tipologia sempreverde, come aveva spiegato il principe di Krygan.

Sembrava amare la natura e ciò che la comprendeva e questo non poteva che essere un punto a suo favore.

A un certo punto si fermarono in una radura immacolata e Pyranel, dunque, chiese: «Se il sortilegio dovesse spezzarsi e se aveste la possibilità di decidere del vostro destino, del vostro avvenire... cosa scegliereste di fare e di essere, Angor?»

Valdemar tornò a incupirsi un poco. «Io... non lo so. Non ho mai pensato che potesse esserci davvero un dopo. Non lo credo neppure adesso, a essere onesto.»

«Ma se doveste farcela, in un modo o nell'altro?» insisté Tristan, curioso come non mai. Si appoggiò al ramo più basso di un albero lì vicino. «Fantasticare non può farvi male!»

«Le fantasie, spesso, portano alla speranza e a volte quest'ultima, Tristan, è più velenosa del morso di un serpente» replicò il principe di Krygan, malinconico.

Tristan gli assestò una gomitata scherzosa. «Suvvia! Smettetela di filosofare e parlate!»

Angor deglutì. «Non saprei. Teoricamente mi sarebbe a quel punto imposto di tornare da mio padre, dalla mia gente.»

«Teoricamente» sottolineò l'altro. «Ma se foste un uomo libero e poteste scegliere da che parte andare, quale sarebbe suddetta scelta?»

La Bestia tacque e si guardò attorno, poi trasferì gli occhi color zaffiro su Pyranel. «Non mi dispiacerebbe cercarmi una dimora tranquilla nel cuore dei boschi e... non lo so, vivere solo dei frutti della caccia e della terra. Un posto sereno e silenzioso dove non ci sia nessuno a disturbarmi o a impormi un'etichetta che ormai mi va stretta. Trascorrerei in quel modo tutti i giorni che mi rimarrebbero.»

Malgrado ritenesse un'opzione come quella interessante, quasi da ammirare e rispettare, Tristan la vedeva anche come una possibile vita triste, vuota e troppo, troppo solitaria. Si sporse un po' e si avvicinò. «Però finireste per sentirvi di nuovo solo, no?»

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora