𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕. 𝐀𝐧𝐠𝐨𝐫

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Dentro la camera da letto del principe Angor regnava il buio quasi totale, eccezion fatta per la tremula luce dei due candelieri ancora accesi

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Dentro la camera da letto del principe Angor regnava il buio quasi totale, eccezion fatta per la tremula luce dei due candelieri ancora accesi. Tristan si prese un attimo per osservare ciò che lo circondava: lo stato di emancipazione dell'anticamera era nulla a confronto dell'aspetto desolante e in decadenza di quella stanza. Benché fosse un tempo stata degna di un principe di sangue reale, ormai il lusso e la ricchezza delle fogge, dell'oro e del legno pregiato era ridotto a un pallido e sbiadito spettro. L'oro si era ossidato, le stoffe e il grande tappeto sul quale poggiava il grande letto a baldacchino erano sfrangiati e rovinati da una palese e poco recente incuria; il legno presentava segni di vecchi graffi ed era in generale in pessimo stato. Cosa dire dell'odore che aleggiava là dentro? Non solo di chiuso, ma era anche animalesco e ferino, lo stesso sentore che Tristan spesso aveva notato e respirato nel baciare il manto dei grandi felini presenti nella riserva reale a Vehelar. Là dentro non c'era un uomo, almeno per quel che concerneva l'aspetto.

Le tende del letto erano chiuse. Tristan si morse il labbro inferiore e si avvicinò, ignorando Hume che cercava di dissuaderlo.
Benché il giovane Pyranel avesse ancora ben impressa in mente la sorte toccata a una delle tre fanciulle che negli anni passati avevano tentato di spezzare la maledizione di Angor, lo stesso era deciso a mostrarsi tenace e disposto a fare di tutto pur di aiutare quell'uomo. Ne valeva anche dell'esito della pace tra Alerath e Krygan.
È solo un uomo dalle ferine sembianze. Nient'altro che quello, si disse.
Tese entrambe le mani e scostò i pesanti tendaggi. Quando ciò avvenne, non riuscì proprio a trattenere rumorosamente il fiato, il suono tipico di uno che aveva appena avuto una brutta sorpresa. Era... Era peggio di quel che pensava e si era immaginato.
Per gli dèi...
Poveretto, pensò d'istinto. Benché la prima cosa che aveva provato fosse stato un senso di repulsione e orrore, quasi subito avevano lasciato il posto a qualcosa che non era propriamente la pietà, bensì dispiacere e turbamento.

Non era così orrido e inguardabile. La nera testa ricordava molto quella di un leone con tanto di una folta e non troppo lunga criniera da cui, notò Tristan, spuntavano due corna ricurve e scure; le orecchie erano quelle di un grosso, anzi enorme gatto e recavano entrambe due orecchini dalla corta catenella d'oro con appese due pietre turchesi; il muso era simile a quello di un felino di grossa stazza, eppure appariva distorto, deforme. Le zanne inferiori erano di dimensioni spropositate e facevano capolino dalla bocca che era dunque impossibilitata a chiudersi del tutto. Dalle fauci dischiuse si poteva udire il respiro lento e a tratti sibilante e affaticato di una creatura addormentata e in condizioni non ottimali.

No... Tristan non era disgustato da ciò che stava guardando e non aveva alcuna paura. Sentiva solo una stretta al cuore spiacevole, il desiderio di aiutare Angor più forte che mai.

«A-Altezza» guaì piano Hume, vedendolo sul punto di allungare le dita e scuotere per una spalla il principe addormentato. «V-Vi prego, riconsiderate le vostre azioni.»

Tristan lo guardò, ma non rispose e scelse di ignorare il consiglio. La sua mano si strinse delicatamente sul rampollo reale della famiglia Valdemar e scosse piano il dormiente. Ottenne solo un lieve lamento assonnato. Lo vide girarsi su di un lato.

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora