𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐈. 𝐋𝐨𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚

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Dopo aver avuto una forte crisi di pianto e sconforto, Tristan aveva ricevuto la visita dei genitori

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Dopo aver avuto una forte crisi di pianto e sconforto, Tristan aveva ricevuto la visita dei genitori. Suo padre gli era rimasto accanto tutta la notte, stringendolo a sé nel sonno come quando era piccolo, e anche sua madre si era aggiunta. La notte era trascorsa così, finché non era stato il momento di svegliarsi e preparare Tristan per la partenza.

Oberon e Petra si erano offerti di aiutarlo, anche se era una semplice scusa per passare qualche ultimo istante da soli con lui prima di vederlo sparire all'orizzonte per un lungo, interminabile anno.

Il fratello che credevano avrebbe lasciato per ultimo la casa dei loro genitori, alla fine sarebbe stato il primo ad allontanarsi e ad affrontare da solo il futuro.

Quale futuro mi aspetta, però?

Tristan se lo chiese mentre si toglieva la lunga veste da camera, senza provare la minima vergogna nel ritrovarsi nudo davanti ai fratelli. Troppe erano state le volte in cui, fin quasi ai quindici anni, lui, Oberon e Petra erano sgattaiolati di nascosto fuori dal palazzo per raggiungere le terme estive, strapparsi di dosso i vestiti e giocare a spruzzarsi addosso l'acqua a vicenda.

Non si erano mai vergognati e non c'era ragione di mostrarsi pudico con Oberon e Petra.

Si diresse al paravento e vi si mise dietro. Adagiati con cura su di esso vi erano gli abiti che re Caliban aveva fatto consegnare poco fa. A detta sua era stato un mago a confezionarli, servendosi della magia per fare più in fretta.

Tristan lanciò un'occhiata perplessa ai fratelli e prese in mano uno degli abiti: era bianco, provandoselo addosso era lungo fin oltre i fianchi. 

«È una camicia» gli spiegò Oberon, che se ne intendeva di moda e cultura straniere. Tristan sollevò un altro di quegli strani indumenti. «Quello invece è un busto, chiamasi anche corsetto. Pare che sia costume indossarli in modo da rendere la figura più slanciata. La verità è che gli abiti sono così stretti e calzano talmente a pennello che bisogna sì e no strizzarvisi dentro. La gente laggiù mangia poco, dicono, come degli uccellini. Penso si ritroverebbero tutto il giorno col singhiozzo, in caso contrario.»

Tristan era più smarrito che mai e si domandava come si potesse rinunciare al piacere del cibo per giovare, invece, a dei semplici abiti. Guardò con tanto d'occhi il fratello. «Uhm... sai anche, per caso, come dovrò fare per respirare? Dovrò fare la fame per non andare in giro nudo?»

Oberon si strinse nelle spalle e Petra, dopo essersi spalmata una mano sul viso, emise una debole e amara risata. «Perché non può presentarsi con i suoi abiti? Ne abbiamo di pesanti e secondo la nostra moda, senza adottare tante pratiche strane! Anche se le chiamerei di più torture!»

Il maggiore dei tre alzò gli occhi al cielo e raggiunse Tristan dietro il paravento. «Perché, mia cara, il nostro dolce fratellino ha accettato di varcare il confine e di vivere per un anno intero secondo le tradizioni di Krygan. In ogni regno è costume che in certe situazioni una persona prenda commiato da tutto ciò che è straniero, vestiti e pratiche quotidiane compresi. Qua, micetto! Lascia fare a me! Appoggiati qui e cerca di non fare respiri troppo profondi.»

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora