𝐏𝐫𝐨𝐥𝐨𝐠𝐨. 𝐈𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐞 𝐦𝐚𝐥𝐞𝐝𝐞𝐭𝐭𝐨

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1617Regno di Krygan

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Regno di Krygan


Re Caliban si fermò di fronte alle porte degli appartamenti del suo primogenito e si voltò a guardare i figli minori e Titania. I suoi occhi color zaffiro, solitamente glaciali, erano adombrati da una coltre di inquietudine. «Voialtri tornate nelle vostre stanze» disse ai due ragazzini. «Guai a voi se vi becco a gironzolare dopo il buio per il castello. Forza, andate!»

Prospero ed Hermia, di rispettivamente dodici e nove anni, si scambiarono un'occhiata atterrita e non osarono sfidare la pazienza paterna, già in circostanze normali scarsa. Il principino avvolse un braccio attorno alle spalle della sorella ed entrambi si diressero ai loro alloggi, sparendo ben presto nella fitta penombra del castello immerso nel buio invernale.

La luce delle lampade a olio che sorgevano dalle pareti di pietra facevano sembrare il viso contratto dalla rabbia di Caliban una maschera spaventosa. Per quanto egli fosse un bell'uomo, al momento il suo aspetto pareva aver assunto connotazioni vagamente ferine, tanto il suo cuore ardeva d'ira e indignazione dopo aver saputo cos'era successo al figlio più grande, al suo erede al trono per il quale la sua prima moglie aveva dato la vita.

Sua sorella, rimasta vedova e purtroppo senza figli a causa della sterilità, scosse il capo e lo fissò con rimprovero. «Non dovresti trattarli così. Che colpa hanno di una simile nefandezza?»

Re Caliban la fulminò con uno sguardo glaciale. «Non osare farmi la paternale, Titania. Non sono dell'umore adatto, stasera!»

Titania storse le labbra. «E quando mai lo sei?» lo apostrofò, con una nota di chiaro sarcasmo nella voce. «Tuo figlio ha bisogno di calma, Caliban. È già abbastanza sconvolto.»

«Non è di certo con la calma che vendicherò l'affronto fatto a entrambi e spezzerò la sua maledizione!» sbottò il sovrano, livido.

La sorella, a corto di pazienza, subito gli coprì la bocca. «Non urlare. Ho dovuto chiedere al medico di corte di dargli un sonnifero, ma non so se sia stato quello a farlo addormentare o la stanchezza. Ha bisogno di riposare, ma di questo passo finirai per farlo ridestare.»

Il re le spinse via le dita. «Chi dorme non piglia pesci» disse secco. Quando dovette entrare, però, si premurò di fare piano e di non far cigolare minimamente le porte.

Come lo fece, si tappò il naso. C'era un odore terribile là dentro: era simile a quello del rifugio di un guardacaccia con tanto di selvaggina appesa al soffitto a testa in giù. Un sentore selvatico.

Titania lo incoraggiò a entrare e insieme mossero alcuni passi nell'anticamera. La principessa vedova si accostò al basso tavolino del piccolo salotto e girò la rotella della lampada a olio, lasciando che la fiamma sotto il vetro si ridestasse e illuminasse l'ambiente. Re Caliban rimase di sasso vedendo che il grande dipinto che ritraeva suo figlio a quattordici anni era stato dilaniato da qualcosa dotato di artigli affilati. I lembi squarciati della tela pendevano oltre la cornice, il bel viso del ragazzo era stato completamente sfigurato e reso irriconoscibile.

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora