CAPITOLO CINQUE.

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Harry passò tutta la notte a pensare a quello che era appena successo nella torre di Astronomia. Si rigirava nel letto del dormitorio ma non riusciva proprio a chiudere occhio, così tirò su leggermente il cuscino e prese un libro che gli aveva regalato Hermione, era quello sui più grandi giocatori di Quidditch di tutto il mondo. Lumos! La bacchetta si illuminò debolmente, quel tanto che gli bastava per leggere senza svegliare i suoi compagni. Nonostante quel libro fosse interessante, Harry aveva la testa da un'altra parte, e ogni tanto sbirciava da sopra il libro verso il cubicolo di Malfoy, che sembrava dormire. Dopo un po' di volte che mandava lo sguardo oltre la copertina del libro, incrociò gli occhi di Malfoy, e per un secondo i loro sguardi si incontrarono, e Harry sussultò, sentendo un colpo allo stomaco, prima che distogliesse lo sguardo con uno scatto.

Troppo tardi, pensò.

Malfoy si era accorto che lo stava guardando, e chissà che cosa avrebbe pensato ora, forse che lo spiasse. Erano tante le cose che gli vagavano per la mente: intanto perché Malfoy stesse piangendo quando lo aveva visto, e poi, perché si fosse sentito in quel modo quando gli aveva sfiorato il braccio. Ripensò a quel momento, e istintivamente si toccò il gomito, come se questo potesse in qualche modo riportare indietro quella sensazione. Si era fermato tutto quando era successo, ricordò di aver provato un istinto quasi a lasciarsi toccare, ma che poi era tornato in sé, e l'aveva scacciato subito. Forse stava dando troppa importanza ad un gesto fatto così, magari senza pensarci, in segno del suo dispiacere. Ma lo tormentava il fatto che il Malfoy che conosceva lui, non era tipo da dare colpi sul braccio per confortare qualcuno, né tantomeno per chiedere scusa. C'era qualcosa di estremamente strano in lui, e Harry doveva capire che cosa. Mentre alternava i suoi pensieri confusi alla lettura del suo libro, si accorse che non serviva più la luce della bacchetta, perché il sole stava sorgendo.

Era rimasto sveglio tutta la notte.

Con i capelli spettinati e gli occhi gonfi di sonno si vestì a fatica, prese tutte le sue cose e si diresse verso la Sala Grande per la colazione. Ron e Hermione arrivarono poco dopo e vide già l'espressione accigliata di lei pronta a fargli una ramanzina sul perché fosse stato in giro fino a notte fonda.

"Harry! Si può sapere che cosa hai fatto ieri sera?" E Harry si chiese come facesse ad avere tutte quelle energie per sgridarlo già di prima mattina.

"Ti abbiamo aspettato sveglio ma poi non ce l'abbiamo più fatta" Aggiunse Ron, che era totalmente il contrario di Hermione, infatti era tutto assonnato e aveva mezza camicia fuori e mezza dentro, con un ciuffo di capelli per aria che non voleva andare a posto.

"Ho fatto un giro per il Castello, niente di pericoloso" Rispose Harry cercando di rimanere calmo e non far trasparire la sua stanchezza, e soprattutto il fatto che stesse ancora pensando a ciò che aveva visto il giorno prima. Alzando lo sguardo vide dall'altra parte della tavolata Malfoy. Lui era impeccabile come sempre: il viso pulito e i capelli perfettamente tirati indietro, neanche un capello fuori posto. Sembrava non stesse bene, non stava mangiando e aveva il viso appoggiato su una mano in modo annoiato, e stanco. A guardarlo Harry pensò che si sentisse esattamente come lui in quel momento.

Harry e Ron si recarono alla prima lezione della mattinata: Aritmanzia, mentre Hermione si diresse verso Babbanologia, di cui forse era l'unica studentessa. Harry era annoiato a morte, e con tutto quel sonno perso, non riusciva a seguire neanche una parola, tanto che Ron gli dovette dare colpetti ripetuti sulla spalla per evitare di farlo addormentare del tutto sul banco.

Poi guardò verso il banco accanto, e vide Malfoy che scriveva qualcosa su un pezzo di carta, poi lo piegò per bene, modellandolo con la forma di una rondine, lo prese in mano e con un soffio leggero lo fece volare. La rondine fece due giravolte in aria, prima di atterrare sul banco di Harry. Aprì il foglietto e vide che sopra c'era un disegno che si muoveva: rappresentava lui e Draco, in quella che sembrava essere la biblioteca, seduti vicini a studiare. E sopra il disegno c'era scritto con una calligrafia corsiva

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