CAPITOLO UNO.

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Harry entrò correndo a lezione di Trasfigurazione, dove la professoressa McGranitt lo aspettava col suo solito chignon nero e il mantello verde. Ad aspettarlo c'erano anche Ron e Hermione, che erano arrivati prima di lui perché si era fermato a parlare con Ginny della prossima partita di Quidditch, che sarebbe stata disputata tra Grifondoro e Serpeverde.

Come previsto, la professoressa gli lanciò un'occhiata torva quando arrivò in ritardo, togliendo cinque punti a Grifondoro e scatenando gli urletti di scherno da parte dei Serpeverde, in particolare di Malfoy. Ormai Harry non faceva neanche più caso alle sue battutine, lo ignorava e basta, anche se dentro di lui ogni volta ardeva la voglia di prenderlo a pugni, o magari di lanciargli una fattura. Scacciò questi pensieri e si sedette accanto a Ron, chiedendo di cosa stesse parlando la professoressa.

"Vuole che trasformiamo il nostro libro di testo in qualcosa che non abbiamo, e che desidereremmo ardentemente avere"

"E' magia di alto livello, ci vuole un'enorme capacità intellettiva per figurarsi nella mente qualcosa di così intenso" aggiunse Hermione, col tono di una che sicuramente ci sarebbe riuscita al primo colpo.

La professoressa invitò tutti a pensare a qualcosa che desideravano, ma Harry aveva la mente sgombra: cos'è che voleva di più in quel momento? Forse una scopa nuova, pensò. Oppure una nuova casa, così che non sarebbe dovuto più tornare dai Dursley, ma quello gli sembrò troppo complicato. Alla fine decise di optare per la prima opzione: la scopa, pensando a quanto gli piacesse sfrecciare in aria e al fatto che la sua ultima se l'era giocata nella precedente partita contro i Corvonero.

Ron si impegnò e trasformò il suo libro nella coppa di Quidditch, mentre Hermione trasformò il suo libro..in un altro libro, ancora più grande.

"Davvero Weasley? Una coppa di Quidditch? Pensavo che fossi più intelligente di così, e che avresti usato l'incantesimo per fare un po' di soldi, quelli di certo servono alla tua famiglia" disse improvvisamente Malfoy con il suo solito ghigno in volto, e Blaise che rideva accanto a lui.

"Sta zitto Malfoy" ringhiò Harry, e in quel momento la cosa che desiderava di più era proprio dare un bel pugno in mezzo a quegli occhi.

"E tu, Potter? Pensavo che desiderassi riavere i tuoi genitori, peccato che nessuna magia possa portare indietro i morti" rispose Draco sottovoce, senza farsi sentire dalla professoressa McGranitt.

Harry stava per esplodere, Ron ed Hermione gli dicevano di lasciarlo stare ma dentro di lui sentiva la rabbia crescere sempre di più, finchè estrasse la bacchetta e STUPEFICIUM!  Colpì Malfoy che fu catapultato dall'altra parte della stanza, andando a sbattere contro uno specchio e frantumandolo in mille pezzi, alcuni dei quali lo ferirono dappertutto. Per tutta risposta Pansy Parkinson lanciò un incantesimo ad Harry che lo prese in pieno volto, e si sentì uno scricchiolio che, evidentemente, era il naso di Harry.

Entrambi privi di sensi vennero portati in infermeria, e Madama Chips era visibilmente contrariata "Ormai voi due state più tempo qui dentro che a lezione" tuonò portando per le mani una pozione per aggiustare il naso di Harry, che adesso aveva una forma completamente diversa da quella che dovrebbe avere un naso.

Quando Harry si risvegliò trovo Ron e Hermione seduti al suo capezzale, e Malfoy nel letto accanto al suo che si lamentava, con Pansy che cercava di farlo stare tranquillo, assicurandogli che l'accaduto sarebbe stato raccontato a Lucius, per prendere dei provvedimenti. Poi vide aprirsi le porte dell'infermeria da cui entrarono la lunga barba di Silente e il mantello nero di Piton, posizionandosi davanti ai due letti. Harry era già pronto a subire la sua punizione, e a perdere un'innumerevole quantità di punti.

"Mi trovo a dover esprimere tutta la mia delusione nei vostri confronti, signor Potter e signor Malfoy" iniziò Silente, con voce pacata "Ritengo che questa lotta tra case sia ormai giunta al limite, un limite che non possiamo più tollerare. Questa scuola non si fonda sulla guerra ma sulla sana competizione, e la vostra non lo è più ormai"

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