CAPITOLO TRE.

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Il lunedì successivo, dopo aver avuto lezione di Divinazione e Incantesimi, Harry si costrinse ad andare in biblioteca a studiare. Anche se mancava molto agli esami, doveva fare tantissimi progetti per ogni materia che seguiva, e in più c'era il Quidditch che quell'anno gli stava dando non poco da fare. La nuova squadra dei Serpedoro non stava andando male, dopo l'ultima partita tutti si erano sentiti un po' più uniti verso un obbiettivo comune, ma c'erano ancora diversi screzi che dovevano essere risolti, e la strada per diventare una vera squadra - in cui ognuno si fida ciecamente dell'altro - era ancora molto lunga. Harry avrebbe preferito di gran lunga poter lavorare alle formazioni del Quidditch per la prossima partita contro i Tassorosso, piuttosto che dover scrivere ben due rotoli di pergamena su dove trovare e come coltivare tutti gli ingredienti necessari per preparare una pozione sciogli-nervi.

Sicuramente a lui ne serviva una in quel momento.

Entrò in biblioteca da solo, Hermione aveva ancora una lezione di Babbanologia e Ron era tornato nella sala comune assicurandogli che avrebbe scritto i suoi rotoli di pergamena quella sera, ma Harry sapeva benissimo che in realtà glieli avrebbe scritti Hermione alla fine. Si sedette su un tavolo vuoto e andò a prendere tutti i libri che erano necessari per scrivere la relazione, peccato che ogni libro era alto almeno quattro dita ed erano scritti in un carattere così piccolo che dopo averli consultati avrebbe dovuto chiedere ad Hermione di aggiustargli gli occhiali perché avrebbe sicuramente perso qualche grado di vista. Pozioni non era esattamente la materia in cui Harry andava meglio, anzi, era proprio quella che odiava di più e di cui non capiva nulla. Stava cercando in tutti i modi di capire come dovesse essere fatta quella pozione e dentro di sé stava letteralmente dando di matto.

E forse qualcuno se ne accorse, perché sentì una voce difronte a sé dire "Che c'è Potter, stai cercando di capire perché sei così stupido in quel libro?" Harry riconobbe subito l'inconfondibile tono sarcastico che poteva appartenere soltanto ad una persona, infatti quando alzò lo sguardo vide un ragazzo biondo platino che si sedeva davanti a lui, con tre libri in mano, e con sul viso stampato uno dei ghigni che Harry conosceva bene.

"Lasciami stare Malfoy" tuonò Harry, che già era abbastanza disperato senza che ci si mettesse anche lui a fargli perdere la concentrazione. Una risatina di scherno si levò dal lato opposto del tavolo.

"Stai facendo pozioni? Ah dai, ti aiuto io, ho già scritto quei due rotoli di pergamena, mai trovato niente di così semplice." Disse Draco, e stavolta non sembrava volesse prenderlo in giro. Harry ci mise un po' ad elaborare il fatto che Draco Malfoy gli avesse appena offerto una mano senza fare qualche battutina finale sul fatto che fosse troppo stupido per poter capire la pozione. Nella sua testa balenarono un mucchio di pensieri che però non fecero in tempo a prendere forma e a trasformarsi in parole perché venne interrotto.

"Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso, voglio solo far guadagnare punti alla mia Casa" disse Malfoy in tono sprezzante. Harry si fermò per un po' a pensare: di certo l'ultima cosa che voleva era essere insultato da Malfoy mentre cercava di concludere qualcosa con i suoi compiti, ma d'altra parte quella poteva essere un'ottima occasione per avvicinarsi a lui e magari fargli scappare qualcosa sulla fatidica missione che doveva portare a termine, anche se sapeva che non sarebbe stato facile. "Ma se non vuoi, continua pure a farti umiliare da Piton ad ogni lezione, per me non fa differenza" Aggiunse poi Draco quando vide che Harry ci metteva un po' a rispondere. Alla fine, nonostante i mille dubbi che gli invadevano la mente, Harry annuì e si spostò accanto a Draco.

"Davvero adesso siete diventati partner di studio?" Urlò Ron a Harry non appena tornò in Sala Comune, dopo aver raccontato cosa era successo poco prima in biblioteca.

Harry aveva trovato un buon compagno di studio in Draco, anche se trovava un po' troppe occasioni per insultarlo e ricordargli il perché non sarebbe mai potuto stare bene in Corvonero. Da parte sua, Harry gli aveva offerto una mano in Difesa contro le Arti Oscure, non perché Draco non fosse bravo, in realtà andava molto meglio di Harry in quasi tutte le materie, ma di certo nessuno era paragonabile a Harry per quanto riguardava gli incantesimi di difesa. E allora avevano deciso di trovarsi due volte a settimana in biblioteca per darsi una mano a passare i G.U.F.O. di quell'anno, che erano i più importanti esami prima di poter prendere i M.A.G.O. Ron rimase a bocca aperta dopo aver sentito che Harry Potter avrebbe studiato con Draco Malfoy, lo stesso che li aveva tormentati per ben sei anni. E Harry non era certo meno sorpreso di lui nel raccontarlo: era stranissimo avere quasi un rapporto con Mlalfoy. La cosa che più lo tormentava era il motivo per cui lui lo avesse fatto. Se avesse semplicemente voluto passare Difesa contro le Arti Oscure, avrebbe potuto chiedere a chiunque altro. Per quanto riguardava vincere la Coppa delle Case, era sicuramente una buona motivazione vista l'ambizione che caratterizzava i Serpeverde, e inoltre prima le due case avrebbero risolto le loro divergenze, prima quella convivenza forzata sarebbe cessata. Ma Harry sentiva che mancava qualcosa, qualcosa che non aveva a che fare con Hogwarts e con gli esami, qualcosa che aveva a che fare con Voldemort. Harry sapeva bene che entrambi i genitori di Draco erano in prima linea come fedeli servitori di Voldemort, e che dalla parte di madre, anche i Black - tranne Sirius - erano propensi alla magia oscura, ma Draco sarebbe stato davvero capace di commettere quegli orrori? Insomma, era sempre stato un bullo, e aveva spesso insultato i non-purosangue come Hermione, ma era davvero diventato un Mangiamorte?

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