CAPITOLO DODICI.

766 64 102
                                    

Era la vigilia di Natale.

Harry fu svegliato dalla luce del sole che filtrava attraverso le finestre dell'infermeria, con un unico pensiero in testa: finalmente poteva uscire. Afferrò gli occhiali sul comodino e per qualche secondo si dimenticò del fatto che i suoi amici non c'erano, e che probabilmente avrebbe passato uno dei peggiori Natali della sua vita. Preso dallo sconforto, si alzò svogliatamente, e fu velocemente raggiunto da Madama Chips, che correva da un letto all'altro.

"Ecco" gli disse "bevi questo per tre giorni" porgendogli un infuso di colore verdastro, che aveva un disgustoso odore di uova marce. Harry prese la bottiglietta e se la infilò nella tasca del pigiama, pronto ad andarsene finalmente.

Quando afferrò il libro che gli aveva dato Hermione ne uscì un foglietto, che cadde a terra. Harry lo raccolse.

"Sono andato a Hogsmade con Blaise. Ci vediamo stasera. -Malfoy"

Sul viso di Harry si formò un sorriso a leggere quelle parole. Quel Natale dopo tutto avrebbe potuto essere meglio di quanto si aspettasse.

Una volta uscito finalmente dalle porte dell'infermeria, fu quasi strano rimettere piede nei corridoi del Castello. Tutti quelli che lo vedevano in giro lo salutavano e gli chiedevano come stava, persino i Serpeverde. Il Castello era tutto addobbato in tema natalizio, Harry amava quel periodo dell'anno. La professoressa McGranitt stava dirigendo gli ultimi preparativi, facendo apparire ghirlande e lucine fluttuanti. A circondare ogni porta c'erano archi di agrifoglio, che stavano anche intorno al corrimano delle scale. Anche i quadri erano vestiti per l'occasione, e ognuno di loro si dilettava in canzoni natalizie. Ancora in pigiama e con la vestaglia, Harry uscì dal Castello e vide che tutto era coperto da un sottile manto di neve, che piano piano si ispessiva, perché stava continuando a nevicare. Finalmente sentiva i fiocchi cadergli sulla pelle e sui capelli.

Durante il suo giro in cortile, incontrò Hagrid, che trascinava un enorme albero innevato, come ogni anno.

"Oh, Harry!" gli disse sfoderando un sorriso "sei uscito finalmente! Pensavo che Madama Chips non ti avrebbe più lasciato andare" e lo strinse a sé in un abbraccio che stritolò ad Harry tutte le ossa.

"Non è già pronto l'albero della Sala Grande?" chiese Harry, alludendo al grandissimo abete che veniva ogni anno allestito nella sala, era altissimo, pieno di decorazioni e luci che la professoressa McGranitt e gli altri professori creavano.

"Oh si, questo è per l'ingresso" disse, indicando il porticato davanti al grande orologio a pendolo che si trovava all'entrata del Castello "quest'anno Silente vuole fare le cose in grande" ridacchiò. I due si salutarono, e Harry continuò a girare, bagnandosi tutte le pantofole per via della neve.

Era strano festeggiare il Natale in quel clima che stavano vivendo. Voldemort era tornato e lo stava cercando, tutto Hogwarts e il mondo magico era in pericolo, e sembrava così stupido e assurdo dimenticarsene per qualche giorno soltanto per festeggiare. Ma quell'atmosfera riusciva a dare Harry un briciolo di speranza per il futuro, come se l'amore e la felicità che aleggiavano in quel momento potessero fargli scordare per un po' che cosa tutti stessero vivendo.

Dopo aver fatto un giro per il Castello e aver parlato con un bel po' di persone che gli avevano chiesto della sua salute, compreso Sir Nicholas che aveva di nuovo preso a lamentarsi del fatto che non lo avessero accettato alla gara dei Senza-Testa, decise che avrebbe dovuto inaugurare la sua guarigione con un bel volo.

Quindi corse nella Sala Comune dei Serpeverde, si cambiò in fretta e andò a prendere la sua Firebolt nell'armadio delle scope. Entrare lì dentro fu strano, gli ricordò quello che era successo con Draco poche settimane prima. Gli sembrava passata un'eternità: così tante cose erano cambiate, e così tante cose erano successe. Fu come entrare in un pensatoio, e rivivere uno dei suoi ricordi che pensava quasi di aver dimenticato, ma che in realtà, era così vivido nella sua memoria. Arrossì al solo pensiero.

Memories.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora